Il ciuccio è una coccola rassicurante e rilassante a cui il bambino, crescendo, fatica a rinunciare. Lo succhia, ci si affeziona, lo cerca e, quando gli viene requisito, lo rimpiange.
Nel corso dei mesi il bambino sviluppa una dipendenza dal ciuccio, che utilizza per rilassarsi, calmarsi, addormentarsi o coccolarsi. Anche se togliere il ciuccio non è semplice, andrebbe fatto entro i 2-3 anni di età, senza creare traumi nel bambino. Un uso prolungato del dispositivo di suzione, infatti, rischia di interferire con il corretto sviluppo della bocca e della dentizione infantile.
Occhio però a non precorrere i tempi: fino ai sei mesi il ciuccio è raccomandato dall’American Academy of Pediatrics perché riduce i pericoli di SIDS (la sindrome della morte in culla) durante il sonno.
Separare il bambino dal ciuccio sembrerà un’impresa impossibile inizialmente, ma con le giuste accortezze e seguendo la strategia più adatta al piccolo lo si abituerà a dire addio al fedele succhietto.
Quando togliere il ciuccio?
Non esiste un’età specifica in cui i bambini debbano smettere di usare il ciuccio, anche se la comunità scientifica raccomanda di toglierlo entro i 2-3 anni di età per evitare complicazioni alla bocca e alla dentizione dei neonati. Ma il succhietto resta un accessorio irrinunciabile nei primi sei mesi di vita grazie al suo effetto protettivo dalla SIDS durante la nanna.
Nello specifico, l'American Academy of Pediatric Dentistry (AAPD) raccomanda ai bambini di interrompere le abitudini di suzione non nutritive entro i 36 mesi o prima.
L'American Dental Association (ADA) anticipa i tempi, suggerendo ai genitori di togliere il ciuccio ai figli all’età di 2 anni o 2 anni e mezzo.
L’uso prolungato del ciuccio, infatti, comporta dei rischi per il bambino. L’utilizzo persistente del ciuccio è stato correlato a problemi alla dentizione, malocclusione dentale e infezioni all’orecchio e potrebbe causare effetti negativi sull’allattamento.
Ricordiamo, comunque, che il succhietto è uno strumento indispensabile nei primi mesi di vita del neonato. L'American Academy of Pediatrics (AAP) lo raccomanda fino a sei mesi durante il sonno perché aiuta a ridurre il rischio di SIDS.
Anche su quando proporre per la prima volta il ciuccio esistono delle restrizioni: è meglio aspettare dai 20 ai 30 giorni dal parto, prima di concedere il ciuccio al neonato in fasce, specialmente in caso di allattamento al seno, per evitare che interferisca con l’allattamento.
Come togliere il ciuccio senza traumi
Per quanto riguarda la modalità in cui togliere il ciuccio, non esiste una regola fissa che funzioni per tutti i bambini.
Il succhietto è una coccola rassicurante e gratificante per il piccolo che diventa un suo appuntamento di routine. Per evitare di causare un trauma nel momento di rimozione, ricorriamo all’incoraggiamento positivo: anziché rimproverarlo per aver usato il ciuccio (o per essersi succhiato il pollice), congratuliamoci con lui quando non lo utilizza.
La risposta alla rimozione del dispositivo di suzione cambia a seconda del bambino. Alcuni si abituano abbastanza velocemente all’assenza del ciuccio. Altri hanno bisogno di più tempo per elaborare l’addio. In ogni caso, rimuoverlo bruscamente e senza tatto non è una buona pratica. Il distacco aspro e repentino con il suo oggetto di conforto potrebbe potrebbe avere ripercussioni sul sonno del piccolo o generare in lui rabbia, insicurezze o paure.
Sta nel genitore capire se è il momento di separare il figlio dalla sua coccola quotidiana, accertandosi che il bambino non stia attraversando esperienze nuove che potrebbero turbarlo, come la rimozione del pannolino o la nascita di un fratellino o di una sorellina. È importante dargli le giuste attenzioni e, allo stesso tempo, essere risoluti nel cestinare il ciuccio, adottando un’unica linea di condotta uguale sia per mamma che per papà.
Togliere il ciuccio è un compito impegnativo per il genitore.
Se il genitore non è pronto ad assumersi l’impegno – perché, per esempio, è stanco, ha i suoi problemi, è in un periodo intenso e stressato della sua vita – ha senso rimandare l’incombenza a quando si sentirà pronto, disposto ed emotivamente in grado di farlo, così da garantire al piccolo tutte le attenzioni, le cure e la vicinanza emotiva che richiede in questa fase delicata.
Negli anni, comunque, hanno preso piede delle strategie per togliere il ciuccio. Vediamone alcune.
Distrarre il bambino durante il giorno
Senza dubbio, è più semplice togliere il ciuccio durante il giorno, quando il piccolo è impegnato in attività di gioco, piuttosto che di notte. Se piange perché non vede o non trova il ciuccio, lo distraiamo con un oggetto che si configuri come un’alternativa invitante, per esempio un pupazzo, una coccola rassicurante o un giochino che scatena la sua curiosità.
Quando arriva il momento del riposino quotidiano, anziché cedere ai suoi capricci e concedere il ciuccio, cantiamo una canzoncina o raccontiamo una storia. Il nostro compito è quello di rassicurare il piccolo, facendogli capire che, se ha bisogno delle nostre coccole e della nostra vicinanza, noi ci siamo.
Raccontare una storia di fantasia
Un altro modo per convincere il bambino a separarsi dal ciuccio senza turbare il suo equilibrio è quello di inventare una storia attingendo al mondo immaginario del piccolo. Raccontiamogli che il suo personaggio di fantasia preferito gli ha portato via il ciuccio e in cambio gli lascerà un regalino.
In commercio esistono dei libri di storie da leggere ai bambini che spiegano, in modo divertente e appassionante, perché crescendo è importante abbandonare il succhietto.
Come togliere il ciuccio di notte?
Togliere il ciuccio di notte è più complicato rispetto che durante il giorno. Esistono una serie di soluzioni per aiutare nostro figlio ad addormentarsi senza il ciuccio in bocca, che variano in base all’età.
Dai 6 mesi fino all’anno e mezzo si consiglia di ricorrere al contatto fisico: coccole, baci, calore, vicinanza corporea e ninna nanna sono ottimi metodi per rassicurare il nostro bambino, che è ancora troppo piccolo per capire pienamente il motivo per cui gli abbiamo tolto il ciuccio.
Dai 18 mesi in su, invece, possiamo servirci di fiabe illustrate, purché siano brevi e semplici. Con l’aiuto delle pagine di un libro, possiamo convincere il bimbo che non lo stiamo privando ingiustamente di qualcosa.
Sia che sopperiamo alla sua mancanza con il calore fisico e la nostra presenza, sia che chiediamo l’ausilio alle pagine illustrate, non dobbiamo dimenticarci che il ciuccio ha, come funzione primaria, quella consolatoria. Se tolgo il ciuccio, quindi, devo soddisfare, attraverso un altro canale, il bisogno di vicinanza, sicurezza e consolazione del bambino.
In sostanza, dimostrare la nostra vicinanza emotiva, creare dei rituali rassicuranti, raccontare fiabe convincenti (quando cresce), e concedere un oggetto alternativo (come un orsacchiotto, un gioco o una copertina) sono buone strategie per agevolare il distacco di nostro figlio dal dispositivo di suzione.
Ecco qualche suggerimento per aiutare il bimbo ad abbandonarsi al mondo dei sogni senza il ciuccio:
- Accompagnare il bambino a letto, assecondarlo, ascoltarlo, proteggerlo da eventuali paure (come quella del buio o dei mostri nell’armadio), creando con lui dei rituali rassicuranti da attuare ogni sera
- Raccontare al piccolo storie della buonanotte, fiabe, favole convincenti, in cui i personaggi sono alle prese con sfide personali (come quella della separazione dal ciuccio, o altre). Le esperienze dei simpatici personaggi di fantasia infonderanno coraggio e fiducia nel bambino
- Concedere al bimbo un oggetto-diversivo, come un gioco o una morbida coperta, che sostituisca il ciuccio nella sua funzione di coccola rassicurante
Ricordiamo, comunque, che nei primi sei mesi del neonato l’uso del ciuccio durante la notte riduce il rischio di SIDS. Dunque, è consigliabile toglierlo solo a partire dal secondo semestre di vita.
Cosa si può usare al posto del ciuccio?
Nei momenti di crisi d’astinenza da ciuccio, proponiamo al piccolo il suo giocattolo preferito, un peluche, la copertina cucita dalla nonna.
Per distrarre il bambino dalla mancanza del ciuccio giochiamo con lui. Da soli i balocchi non bastano per acquietare l’animo disperato del cucciolo d’uomo, perciò sediamoci al suo fianco per divertirci insieme a lui, pronunciando versi buffi e partecipando attivamente all’attività ludica.