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23 Aprile 2023
17:00

Come fare il bucato dei neonati in modo sicuro

A mano o in lavatrice? A 40 o a 90 gradi? Con quale detersivo? Come eliminare le macchie gialle, da latte o da rigurgito? Fare il bucato potrebbe spaventare il genitore, specie se è alle prime armi. Ecco come lavare in modo sicuro i capi del neonato, seguendo qualche accortezza per evitare di irritare la sensibile pelle del piccolo e di rovinare gli indumenti.

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Come fare il bucato dei neonati in modo sicuro
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Fare il bucato dei neonati non è nulla da temere, tuttavia è un’operazione che richiede qualche attenzione. Un neogenitore potrebbe rimanere di stucco di fronte a quella pila di body sporchi e tutine macchiate che lo attendono nella cesta in lavanderia. In effetti, è sorprendente il numero di cambi di pannolino e vestiario che richiede un essere umano tanto minuscolo. Scopriamo come lavare correttamente gli indumenti che entrano a contatto con la delicata pelle del nostro piccolo.

Prodotti per il bucato dei neonati

La regola generale è: optare per prodotti naturali ed evitare i detersivi con additivi per il rischio di sfoghi e irritazioni della pelle del neonato o di problemi alle vie respiratorie. La scelta del detersivo per neonati da utilizzare, infatti, è importante, poiché la pelle del bebé alla nascita è particolarmente delicata e soggetta a irritazioni, e non tutti i prodotti in commercio sono adeguati.

Per lavare i vestiti di un neonati sono da prediligere, nello specifico, detersivi privi di additivi chimici, di fosfati, di allergeni, di profumazioni forti e di sbiancanti, di sostanze acide e di alcaline. Sono da scegliere prodotti ipoallergenici e preferibilmente creati con ingredienti di origine naturale, non petrolchimica.

Potrebbe rivelarsi un’ottima opzione utilizzare il sapone di Marsiglia, che è povero di additivi. Per capire qual è la composizione del prodotto prima di introdurlo nel carrello della spesa, comunque, è sufficiente leggere con attenzione l’Inci in etichetta.

Come lavare i vestiti dei neonati

A mano o in lavatrice? A 40 o a 90 gradi? Tra i delicati o i misti? Un neogenitore che si trova di fronte alla prima cesta di panni sporchi da lavare intrisi di rigurgito, latte e "popò" potrebbe essere assalito da qualche dubbio. Ricordiamoci, in ogni caso, che è opportuno lavare tutti i capi nuovi del neonato appena acquistati o ricevuti in regalo, perché potrebbero avere tracce di sostanze sconsigliate o impurità. Ecco una serie di consigli per lavare i vestiti del piccolo in maniera sicura, in lavatrice o a mano:

Lavaggio in lavatrice

  • Non serve lavare tutine e body a 90° o comunque a temperature elevate: impostando la lavatrice a 30-40° si ottengono buoni risultati (oltre che un risparmio energetico ed economico)
  • È opportuno assicurarci che, a lavaggio concluso, non siano rimasti residui di detersivo, per evitare irritazioni o dermatiti, per questo a volte è opportuno procedere con un doppio risciacquo
  • È meglio evitare l’ammorbidente per il rischio di irritazioni cutanee del piccolo. Lo possiamo sostituire con l’aceto bianco o l’acido citrico, che ha funzione ammorbidente ma non profuma
  • Sono da evitare sbiancanti e candeggianti per il pericolo di allergie e dermatiti. Al loro posto, per sbiancare i capi, potremmo utilizzare un po’ di bicarbonato, aggiunto al sapone di Marsiglia
  • Come igienizzante, laddove lo si utilizzi in combinazione con il detersivo, è preferibile un igienizzante battericida a base di ossigeno attivo

Lavaggio a mano

Per lavare i vestitini a mano, dobbiamo innanzitutto immergerli in una bacinella d’acqua calda e lasciarli in ammollo per circa due ore, con all’interno due cucchiai di sale grosso e sapone di Marsiglia. Dopodiché, procediamo strofinando i capi. Al termine dell’operazione, risciacquiamo gli indumenti con attenzione, per eliminare le tracce dei prodotti utilizzati, valutando di sciacquarli una seconda volta in lavatrice. È consigliabile trattare a mano il capo in caso di macchie, anche prima di introdurlo in lavatrice.

Al di là delle modalità di lavaggio, è opportuno prediligere per l’armadio del bebè body e tessuti facili da lavare e ad asciugatura rapida, come il cotone. È sconsigliabile acquistare capi con dettagli cucini come paillettes che, oltre a essere ostili al lavaggio, potrebbero essere inghiottiti dal neonato.

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Come rimuovere le macchie gialle dalle tutine dei neonati

A volte strofinare con olio di gomito la macchia gialla non risolve la situazione. Quel che è certo è che, in caso di macchia gialla, macchia da latte, macchia da “popò”, prima s’interviene, più semplice sarà liberarsene. Succo di limone, sale, acqua ossigenata sono tra i prodotti più utilizzati per togliere e sgrassare le macchie sulle tutine e sui body dei più piccoli, oltre al sapone. Vediamo qualche soluzione.

Nel caso di una macchia gialla nuova, possiamo trattarla col sapone di Marsiglia. Se è vecchia, proviamo a lasciarla qualche ora in acqua e sapone di Marsiglia, prima di strofinarla. In alternativa, con il succo di limone inumidiamo la macchia gialla da eliminare, versiamoci sopra del sale da cucina e lasciamo riposare, dopodiché togliamo il sale e laviamo regolarmente il capo.

Quando la macchia è di “pupù”, strofiniamo il capo con il sapone di Marsiglia e lasciamolo in ammollo con acqua, acqua ossigenata e un cucchiaio di sapone di Marsiglia liquido, dopodiché si procede al lavaggio normale.

Per rimuovere macchie gialle o da latte alcuni scelgono di utilizzare talco, farina o olio di eucalipto.

Come asciugare i vestiti dei neonati

A lavaggio concluso, possiamo asciugare i vestiti del piccolo sia all’aperto, in modo naturale, che in asciugatrice, anche se quest’ultima tende a restringere un po’ i capi. Indipendentemente dalla modalità – se naturale o se artificiale, tramite l’elettrodomestico – assicuriamoci di far asciugare i capi del neonato al rovescio.

Se l’indumento lavato è bianco, possiamo esporlo alla luce diretta del sole, mentre se è colorato è consigliabile asciugarlo in un luogo ventilato, evitando l’esposizione diretta alla luce solare.

In inverno, se non disponiamo di un’asciugatrice, potremmo asciugare tutine e body nelle vicinanze di un caminetto o di una stufa o su un termosifone. Ricordiamoci, però, di non poggiare i capi a diretto contatto con i radiatori, che potrebbero essere pochi, polverosi e che potrebbero danneggiare i tessuti con le alte temperature.

Come stirare i vestiti dei neonati

Quando i capi sono asciutti, possiamo procedere con la stiratura di tutine, indumenti e biancheria del neonato. Tra l’altro, stirare i capi aiuta a distruggere microbi e batteri nocivi rimasti sul tessuto, mettendo il neonato al riparo da infezioni al cordone ombelicale non guarito. In caso di tutine in ciniglia, per togliere le normali pieghe bisogna stirarle utilizzando il ferro da stiro classico a una temperatura tiepida, non rovente, così da evitare bruciature, mentre è sconsigliato il ferro a vapore, che bagnerebbe il tessuto in ciniglia rendendolo poco vaporoso.

Consigli per il bucato dei neonati

Tra scariche, rigurgiti e latte, all’arrivo del piccolo potremmo rimanere sbalorditi dalla quantità di bucato giornaliera. Ecco qualche accortezza per lavare i vestiti dei neonati:

  • Lavare i vestiti nuovi, appena acquistati o regalati
  • Lavare i vestiti del neonato separatamente da quelli del resto della famiglia, con due bucati e ceste dei panni sporchi separati, perché alcuni batteri dei capi degli adulti potrebbero lasciare tracce su quelli del bebé
  • Non accumulare a lungo capi sporchi nella casta dei panni, per evitare che i germi si diffondano
  • Evitare di piegare e riporre nell’armadio la biancheria ancora umida, perchè si potrebbero formare muffe
  • Di tanto in tanto verificare il grado di pulizia della lavatrice, per evitare che le incrostazioni diventino terreno fertile per microrganismi
  • Smacchiare le chiazze il prima possibile, specialmente se di latte, frutta o pappa, che potrebbero sviluppare microbi
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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