I bambini non sono piantine cui basta dare un po' di nutrimento e attenzioni per crescere rigogliosi, ma individui attivi che necessitano di stimoli ed interazioni per poter sviluppare le proprie facoltà motorie, cognitive e sociali. Ma come favorire lo sviluppo del neonato?
Sin dalle prime settimane di vita i bimbi cominciano ad elaborare l'immensa quantità d'informazioni e sensazioni provenienti dall'ambiente esterno all'utero dove per nove mesi si era trovato tanto a proprio agio, imparando piano piano a gestire le percezioni più ricorrenti (come la voce di un genitore) e a interagire con ciò che lo circonda.
Naturalmente si tratta di un processo graduale: all'inizio sono solo pianti e vocalizzi per ottenere cibo e cure, ma già dopo i primi mesi il bimbo incomincia ad esplorare il mondo toccando, ascoltando, guardando… ed assaggiando.
In questa fase il compito principale di mamme e papà è quello di assecondare la "sete" di conoscenza del piccolo e fungere da onnipresenti supervisori della crescita, pronti a favorire ogni nuova esperienza del bimbo e a proporgli piccole sfide o giochi per incoraggiare lo sviluppo dei suoi sensi.
L'importanza del contatto e dell'interazione
Il primo, importantissimo, stimolo per lo sviluppo psicomotorio di un bambino si può manifestare già a poche ore dalla nascita: è il contatto fisico e affettivo con i genitori o con chi si prende cura di lui, il cosiddetto "pelle a pelle".
Quando il neonato viene posto sopra il petto nudo del genitore, infatti, il calore della pelle e il ritmo del respiro agiscono come una sorta di culla naturale che tranquillizza il piccolo e instaura un bonding – un legame sia fisico che emotivo – tra genitore e figlio.
Questa semplice ma utilissima pratica viene poi amplificata nella sua efficacia quando il papà o la mamma cominciano a parlare al bambino con un tono di voce calmo e rassicurante.
Il bebè ovviamente non può capire il significato delle parole, tuttavia il loro suono melodioso riesce comunque a confortare il bambino e a innescare tutta una serie di reazioni che influiscono positivamente sulle sue capacità comunicative e cognitive.
Con il passare del tempo, questo leitmotiv di sollecitazioni, interazioni e risposte finisce per scandire ogni aspetto della crescita, portando il bimbo a formare il proprio corpo e la propria personalità sulla base della vasta gamma di stimoli che gli vengono sottoposti.
Le attività per stimolare lo sviluppo motorio
Lo sviluppo motorio del bambino è legato a diverse tappe ben distinte.
Nei primi 2/3 mesi la prima sfida è vincere la gravità e passare dalla posizione sdraiata a pancia in su a quella seduta, riuscendo a stare con il busto eretto in modo autonomo. Da qui comincia poi una progressiva maturazione delle facoltà motorie che, benché secondo tempistiche differenti in base al singolo bambino, passa necessariamente attraverso alcune tappe fondamentali
- Il gioco attivo in posizione supina
- Lo strisciamento (spostamento orizzontale o trascinando il sederino)
- Il rotolamento
- Il gattonamento
- I primi passi
Tali passaggi – che lo ricordiamo, non hanno tempi precisi e possono coesistere per diversi mesi – coincidono anche con una crescente bisogno manipolatorio. Il bambino, cioè, cresce e deve toccare, mettere in bocca e maneggiare tutto ciò che gli capita a tiro per fare le prime esperienze del mondo
Poiché in questa fase il suo principale strumento di conoscenza è il tatto, mamme e papà possono dunque aiutare i piccoli ad allenare le loro percezioni con oggetti e giocattoli da afferrare da e portare alla bocca come:
- Massaggiagengive
- Pupazzi di stoffa
- Sonagli
- Cubi sensoriali (dopo il primo anno di vita)
Le attività per stimolare lo sviluppo visivo
Dopo la nascita il bebè possiede una capacità visiva ridotta, e il suo sguardo non mette a fuoco oltre i 20-25 cm di distanza.
- Già dopo un mese però il piccolo riesce a focalizzare gli oggetti in movimento più vicini, mentre dal secondo/terzo mese inizia a coordinare i movimenti con la vista e afferrare le cose su cui posa gli occhietti.
- Al quarto mese la vista del lattante riesce a percepire meglio la profondità.
- Dal sesto mese, invece l'acuità visiva inizia a migliorare sensibilmente e dopo l'ottavo mese il bimbo riesce a distinguere i volti familiari da quelli sconosciuti.
In questa fase iniziale, dunque, il bambino predilige i colori accesi e i contrasti di chiaroscuro, dunque per stimolare la sua curiosità e la coordinazione occhio-mano possiamo fornirgli giocattoli dalle tonalità sgargianti, modificare saltuariamente la posizione degli oggetti negli ambienti (ciò solleciterà l'interesse del bebè) o sottoporre alla sua attenzione dei disegni in bianco e nero per sollecitarne le funzioni cognitive senza sovraeccitarlo.
Anche l'utilizzo dello specchio può rivelarsi un buon modo per "allenare" lo sviluppo visivo, anche se di norma il bambino sarà in grado di riconoscersi nel riflesso solo dopo un anno e mezzo o due di vita.
Le attività per stimolare lo sviluppo uditivo
Nei bambini l'udito è il primo senso a svilupparsi e già nel pancione il feto appare in grado di percepire i suoni esterni.
- Dopo la nascita, l'udito dei bimbi è dunque già perfettamente funzionante, anche se rimane piuttosto sensibile ai rumori forti o particolarmente acuti. Per questo fin dai primi istanti di vita è molto importante per il piccolo ascoltare la voce calma e rassicurante dei genitori in modo da rafforzare subito il legame emotivo e abituarlo a sentirsi confortato in presenza di mamma o papà.
- Già dopo i due mesi di vita, infatti, i lattanti tendono a tranquillizzarsi ascoltando la voce materna, mentre a quattro mesi sono in grado d'identificare le posizioni delle fonti di rumori presenti nell'ambiente.
- Dal quinto/sesto mese poi, l'udito è già pronto a supportare i primi tentativi di comunicazione verbale, con i piccoli che cercano di riprodurre suoni e vocalizzi percepiti dagli adulti.
Anche in questo caso, la giusta stimolazione delle percezioni può favorire uno sviluppo uditivo ottimale.
Ben vengano quindi sonagli, campanelli e carillon, tutti oggetti in grado di riprodurre suoni a bassa intensità e melodie in grado sia rilassare il neonato sia di attivarne le funzioni cognitive.
Il baby talking, le ninna nanne e la lettura della storie, risultano invece approcci molto importanti per la crescita emotiva e lo sviluppo del linguaggio. Si può iniziare fin da piccolissimi, cullando i bimbi tra le braccia canticchiando o parlando a voce bassa.
Le attività per stimolare lo sviluppo emotivo
Un bimbo che cresce non deve solo apprendere come comunicare, nutrirsi e muoversi in autonomia, ma ha bisogno anche d'imparare a padroneggiare alcune funzionalità cognitive ed emotive imprescindibili per la sua crescita, iniziando a fare i conti con le proprie emozioni per imparare a riconoscerle, gestirle ed esprimerle senza eccessi.
Si tratta di un processo che non va forzato e che passa prima dal raggiungimento della consapevolezza di sé stessi (già dal primo anno di vita) per poi proseguire attraverso il riconoscimento delle proprie emozioni e di quelle degli altri, fino allo sviluppo di quelle facoltà d'empatia che consentono ad un individuo di relazionarsi con il prossimo.
Questa maturazione passa inevitabilmente attraverso la moderazione dei genitori, i quali si devono porre come dei "contenitori" per dei piccoli che – almeno per i primi anni – vengono sempre mossi dal puro istinto e non hanno ancora gli strumenti adatti per regolare le proprie reazioni ad un turbamento emotiva.
Oltre a far percepire la bambino la propria vicinanza sia fisica che affettiva (baci, carezze, parole dolci ecc…) creando un attaccamento sicuro, mamme e papà possono quindi lavorare per aiutare i figli a prendere confidenza con le proprie sensazioni. Come?
- Lavoretti manuali per stimolarne la creatività
- Costruendo libri sulle emozioni per collezionare espressioni e volti che aiutino il piccolo a creare collegamenti tra stimoli visivi e percezioni emotive
- Proponendo di fare disegni a mano libera
- Promuovendo giochi di movimento (nascondino, mosca cieca, giochi con la palla ecc…) per insegnare a usare il corpo come veicolo per sfogare e gestire l'emotività
Le attività per stimolare lo sviluppo sociale
Strettamente connesso allo sviluppo emotivo è anche quello sociale. L'essere umano è infatti "programmato" per vivere e agire insieme agli altri, dunque imparare a relazionarsi con il prossimo e stabilire saldi legami affettivi rimane un punto di partenza fondamentale per la vita di un bambino.
Oltre ai genitori – i primi "agenti di socialità" con cui un bebè ha a che fare fin dai primi istanti della sua esistenza – i bimbi necessitano di avere a che fare anche con altri pari età per poter modellare la propria percezione di sé in relazione al prossimo.
Imparare a stare in mezzo agli altri, insomma, aiuta a scolpire la personalità del piccolo, il quale può essere stimolato alla relazione attraverso la condivisione di spazi e giocattoli con altri bimbi – i primi "amichetti" – con i quali finisce immancabilmente per stabilire un contatto, sia fisico che emotivo.
Il gioco diventa ovviamente il grande protagonista di questo aspetto della crescita, poiché è proprio giocando che i bambini compiono le prime esperienze sociali complesse.
Le attività più consigliate?
- Giochi d'interpretazione (il classico "facciamo che io ero"…E facciamo che tu eri:…) che stimolano la fantasia e sollecitano le interazioni.
- Giochi con le marionette (si sollecita l'inventiva e la comunicazione tra i diversi "attori" in scena)
- Nascondino
- Un, due, tre stella
- Acchiapparella e simili