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14 Giugno 2023
9:00

Come gestire la paghetta? I consigli per educare i piccoli ad amministrare il piccolo compenso

Tra i compiti dei genitori che concedono la paghetta ai figli, rientra quello di educarli all’amministrazione autonoma del compenso. L’obiettivo non è l’acquisto dell’oggetto del desiderio, ma l’uso e la gestione consapevole del denaro, che assume un valore educativo.

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Come gestire la paghetta? I consigli per educare i piccoli ad amministrare il piccolo compenso
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Come insegnare ai nostri figli a gestire con parsimonia e avvedutezza la paghetta? I piccoli iniziano a familiarizzare con i soldi fin dalla più tenera età. Fiabe che ricompensano l’eroico protagonista con un pentolone di quattrini o che raccontano di un re che trasformava in oro quel che toccava. Le serate in famiglia a giocare a Monopoly, le monetine custodite nel salvadanaio in ceramica e il registratore di cassa di plastica nella camera dei giochi. Anche se i genitori tendono a voler preservare il più a lungo possibile i figli dal dio Denaro, è in realtà essenziale educare i più piccoli alla gestione e al valore dei soldi, a partire dalla prima paghetta.

La paghetta è uno dei primi approcci all'amministrazione autonoma del denaro, nonostante sull'elargire o meno il compenso esistano pareri favorevoli e contrari. Al di là dei pro e dei contro sulla paghetta, se un genitore sceglie di concederla periodicamente al figlio, potrebbe incontrare difficoltà nell’aiutare il piccolo nella gestione del compenso. È essenziale, quindi, che mamme e papà si ricordino che l’obiettivo della paghetta non è l’acquisto di un giocattolo o dell’oggetto del desiderio, bensì l’uso consapevole del denaro da parte del figlio. In sostanza, la paghetta deve assumere un valore educativo per il bimbo.

Rispettare le tempistiche per pianificare le spese

In questo, giocano un ruolo di primo piano le tempistiche. È opportuno che i genitori non concedano la somma prima della data segnata sul calendario. Se l’accordo prevede che il pargolo diceva la paghetta la prima domenica del mese, o ogni venerdì della settimana, è fondamentale rispettare i giorni prestabiliti, e non anticipare la paga al giorno o alla settimana precedente, nemmeno in caso il piccolo lo richieda con le lacrime agli occhi. Rispettare le tempistiche è già un insegnamento per lui, che imparerà a gestire il denaro in relazione al tempo e, quindi, a pianificare le proprie spese sul lungo periodo.

Le tempistiche aiutano il piccolo a programmare gli acquisti in anticipo e a spendere con moderazione

Per indirizzare il figlio verso una gestione ottimale dei suoi primi gruzzoletti, è saggio valutare attentamente quanti soldi concedergli e ogni quanto. Se si tratta di un bambino, ha senso iniziare con compensi settimanali o comunque abbastanza ravvicinati nel tempo, mentre nel caso di un adolescente, si potrebbe pensare di stabilire una paghetta mensile, che lo stimolerebbe a programmare gli acquisti e le spese in anticipo e a spendere con moderazione, per non arrivare allo scadere dei 30 giorni con l’acqua alla gola e le tasche vuote.

Fissare un budget ragionevole

La somma varierà in base all’età e alle esigenze del figlio e, ancor di più, alle disponibilità dei genitori. La paghetta, infatti, rientra nelle spese familiari, perciò deve essere in linea con le entrate e le uscite di casa. Certo è che concedere compensi eccessivamente alti, potrebbe essere un rischio per un minore, che, annoiato  ed entusiasta per la quantità di denaro a disposizione, potrebbe sperperare i soldi in acquisti inutili o pericolosi. Allo stesso tempo, anche una somma troppo bassa, che risulta insufficiente per le spese indispensabili, potrebbe rivelarsi inadeguata.

Per questo, quando si stabilisce il budget, è utile che i genitori si accordino con i figli sugli acquisti che saranno a suo carico e su quali, invece, continueranno ad essere pagati dagli adulti. Per esempio, si potrebbe decidere di lasciare al piccolo la gestione dei soldi per comprare le figurine la domenica mattina in edicola. Oppure, nel caso di un adolescente, per le ricariche del telefono, i gelati al pomeriggio con gli amici, le uscite serali o i vestiti. Nel caso di un bambino, la paghetta potrebbe essere semplicemente accumulata nel salvadanaio in vista di un acquisto tanto desiderato, come il modellino di un’automobile, la nuova bambola uscita, o le scarpe con le luci che s’illuminano.

Le nuove frontiere della paghetta

Perfino la paghetta ha risentito dell’avvento del digitale e da qualche anno alcuni genitori stanno adottando una paghetta 2.0, puntando su un’educazione finanziaria più smart e tecnologica. Al giorno d’oggi carte di credito o prepagate e App per i pagamenti sono sempre più utilizzati, infatti, e potrebbe essere utile per i giovani, gli adulti di domani, imparare ad utilizzare tali metodi fin da subito. Esistono addirittura carte prepagate ideate ad hoc per gli adolescenti a partire da circa i 12-14 anni di età. Sono collegate al conto del genitore, che ha  così modo di tenere sotto controlli i movimenti del figlio e il saldo del conto. Grazie alle sue funzionalità, mamme e papà possono impostare limiti di spesa, evitando spese fuori controllo, bloccare o sbloccare la carta con un clic e inviare in automatico una paghetta al figlio con una frequenza prestabilita.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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