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14 Novembre 2023
10:00

Come insegnare a un bambino a non picchiare gli altri bambini

Capire da dove deriva l'aggressività, parlare apertamente e dare il buon esempio è la triade di comportamenti che bisognerebbe mettere in atto quando un bambino picchia i coetanei, in modo da affrontare il problema alla radice insegnando la non violenza.

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Come insegnare a un bambino a non picchiare gli altri bambini
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Ci sono bambini miti e bambini rumorosi, bambine tranquille e bambine aggressive. Per quanto alcune fasi dell'infanzia siano piuttosto comuni, altre riguardano solo una piccola fetta di bambini. Per esempio, la tendenza a picchiare gli altri bambini, che fa preoccupare molti genitori timorosi sia che i loro figli facciano del male ad altri, sia che questo comportamento si trasformi in atteggiamento costante durante la crescita.

Insegnare a un bambino a non picchiare gli altri bambini è dunque una parte cruciale della loro crescita, sia che i bimbi manifestino già questo comportamento, sia in generale. Per farlo è essenziale prima di tutto indagare da dove arriva l'aggressività e in secondo luogo dare il giusto esempio praticando sempre il dialogo e non la violenza.

Perché i bambini picchiano?

I bambini picchiano per diverse ragioni, ma prima di tutto è bene ricordare che l'aggressività è una parte naturale dell'essere umano e che spesso deriva da emozioni sotto la superficie che non vengono espresse o affrontate. E spesso non c'entra l'educazione: si tratta di una prerogativa dello sviluppo. Durante l'infanzia infatti la corteccia prefrontale che regola anche le emozioni e controlla il comportamento, non ha raggiunto la maturità: ecco perché per i bimbi molto piccoli reagiscono in maniera più esplosiva o poco efficace (dal punto di vista adulto). Picchiare, a volte, è sintomo di questa immaturità di gestione delle emozioni, che esplodono fisicamente.

Ma quali sono queste emozioni? I bambini ricorrono alle mani perché si sentono frustrati, arrabbiati, minacciati…

L'esempio

I bambini – sembra scontato dirlo ma è bene ripeterlo – possono anche copiare il comportamento violento che vedono negli adulti, sia quelli che conoscono personalmente sia quelli che vedono in televisione o sui diversi media.

Ecco perché l'esempio è fondamentale: la violenza è anche sistemica e sradicarla non praticandola è il primo passo per evitarla. Con questo in mente, è bene assicurarsi di essere un buon modello di comportamento, in quanto adulti o tutori, evitando sempre la violenza verbale (anche indiretta) o fisica e usando l'empatia nelle interazioni quotidiane.

Cosa fare

Nel momento in cui i bambini picchiano, oppure quando questo atteggiamento diventa frequente, sono due gli atteggiamenti principali da adottare:

  • Tranquillità, affrontando la situazione senza reagire aggressivamente a propria volta;
  • Fermezza, esponendo le ragioni per le quali le botte agli altri non vengono tollerate in famiglia. Con la stessa fermezza è bene chiarire il limite e chiedere quali siano le ragioni che portano in quel momento all'utilizzo delle mani.

Come insegnare a non picchiare

A questo punto, come si insegna concretamente a un bambino a non picchiare gli altri bambini?

Come prima e fondamentale regola c'è la comprensione. Al di là di ciò che può accadere sul momento, a mente fredda è bene indagare quale sia l'emozione di fondo che porta il bambino a picchiare gli altri, capendo se sia una sola oppure se le emozioni siano di volta in volta diverse (con lo stesso risultato, ossia la violenza). Questa indagine non dovrebbe essere silenziosa, ma dovrebbe coinvolgere direttamente il bambino, al quale chiedere – attraverso diverse domande – da dove vengono la frustrazione o la rabbia.

Una volta capito quale sia l'emozione, è possibile parlare per cercare di dare forma al sentimento, in modo che il bimbo faccia fuoriuscire ciò che ha dentro. E se questo non basta si può ricorrere a qualche attività manuale anti-stress: argilla, slime, sabbia… Si tratta di uno strumento sensoriale che ha un effetto calmante e che permette al bambino di incanalare le emozioni fisicamente, mitigandole.

Se ciò non basta – e se l'aggressività prosegue fino a oltre la scuola primaria – è bene coinvolgere una figura professionale specializzata, per aiutare il bambino con un percorso ad hoc di introspezione e gestione delle emozioni.

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