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17 Marzo 2024
14:00

Come motivare un figlio?

I figli hanno bisogno di essere motivati da chi per loro è il primo e il più importante esempio: i genitori. Ma come fare? Sia nello studio, che nello sport, che nella vita è importante non gettare sui figli le nostre aspettative ma dare il buon esempio, essere presenti e gratificarli in maniera sincera.

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Come motivare un figlio?
motivare un figlio

I figli vedono nei genitori i loro primi punti di riferimento, ne seguono il modello comportamentale, imparano osservandoli e ascoltandoli come ci si approccia al mondo esterno. Proprio per questo, essere motivati da un genitori è estremamente importante per i bambini, perché il suo supporto vale molto più di quello di chiunque altro.

Bisogna però fare attenzione anche nell'incoraggiare i propri figli a non trasformare quelle che vogliono essere parole di rinforzo nei confronti delle capacità dei bambini o dei ragazzi, in nostre pretese che li facciano sentire schiacciati da aspettative più grandi di loro.

Come incoraggiare i propri figli?

Per incoraggiare i figli cerchiamo di essere sempre sinceri con loro, senza lodarli eccessivamente o gettare su di loro le nostre preoccupazioni. Un bimbo lo sa se i suoi genitori gli stanno dicendo le bugie. Ricordiamo che in  tutte le esperienze sono i bimbi ad essere al centro ma noi possiamo essere di supporto. Ecco come agire:

  • Non urliamo: urlare spaventa i figli e non li motiva a fare nulla, cerchiamo sempre di porci al loro livello nel dialogo
  • Premiamoli quando riescono: dare un feedback positivo ai nostri bimbi quando riescono in qualcosa che li spaventava è estremamente importante. Se ne ricorderanno.
  • Facciamo esempi concreti, senza fare paragoni: "anche io avevo paura delle verifiche", "è normale rimanerci male per un brutto voto se ti sei impegnato, la prossima volta andrà meglio".
  • Diamo l'esempio: non possiamo certo pensare che il bimbo vada a fare sport se non siamo noi a portarlo a fare sport, o se trascorriamo tutto il giorno sul divano, andiamo con loro.
  • Non diamo eccessivamente peso a vittorie o sconfitte sportive: spesso sugli spalti i genitori litigano, sbraitano e dimenticano che ai bambini interessa solo giocare. Anzi, è bene che imparino i motivi delle sconfitte e come superarle.
  • Non sostituiamoci a lui: se il bimbo non riesce in qualcosa va bene dare a lui il nostro supporto ma non va bene, invece, sostituirsi a lui per esempio nella realizzazione dei compiti.
  • Facciamogli capire il valore del fallimento: la paura di sbagliare può essere tanta ma il fallimento è formativo, spieghiamo al bimbo che non si può sempre e solo primeggiare,
  • Non sgridiamolo: un bimbo che ha bisogno di essere motivato, deve sapere che potrebbe fallire e che c'è possibilità di apprendimento anche dalla sconfitta.
  • Non ricattiamolo: inutile dire al bimbo o al ragazzo "se fai questo allora dopo riceverai una ricompensa", questo non è motivare ma ricattare e ha lo svantaggio dal punto di vista educativo di non insegnare davvero al ragazzo il perché di ciò che sta facendo.

Come motivare un figlio nello studio?

Studiare, leggere e fare sport, non è scontato che queste attività, che più o meno tutti i bimbi fanno e che dunque ci si aspetti faccia anche nostro figlio, siano facili da iniziare per i nostri bambini o figli adolescenti. Anche in questo caso hanno bisogno di una buona dose di motivazione e forse di una vita che non sia fatta di incastri e stress.

  • Diamo il buon esempio: per motivare un figlio allo studio è importante fin da piccolo appassionarlo alla lettura e alla bellezza del sapere, mettendosi a fianco a lui a leggere i compiti riportati sul diario e cercando di essere presenti supportandolo.
  • Creare la routine die compiti: creare un rituale, con dei tempi ben precisi, così che sappia che c'è uno spazio temporale nel pomeriggio o nella giornata da dedicare allo studio, è importantissimo.
  • Ascoltiamo quello che prova: chiediamogli perché non gli piaccia studiare, cerchiamo con l'esempio e con le nostre parole di fargli capire quanto lo studio sia importante nella vita.
  • No alla competizione: quando poi il ragazzo porta a casa dei voti, siano essi positivi o negativi, cerchiamo di farci vedere contenti per il suo impegno, è molto importante non metterlo in competizione con i compagni di classe e fare in modo che lui non senta di dover giustificare paragonandosi ai voti degli altri.
  • Evidenziamo poi sempre i suoi punti forti: magari non è portato per la matematica, ma è bravissimo in un'altra materia, sta già orientando il suo interesse.
  • Ricordiamogli che ci siamo sempre: il nostro affetto non dipende certo dai suoi risultati scolastici, lo studio è importante ma nostro figlio è molto più che un voto in pagella.
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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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