In una mamma in dolce attesa l’utero funziona esattamente come il cuore, che ad ogni battito si contrae. Le contrazioni uterine, o doglie, sono dei movimenti autonomi della muscolatura uterina, che si accorcia per effetto di un ormone, l’ossitocina, prima di tornare a distendersi e rilassarsi. Si verificano nel corso della gravidanza e durante il parto e seguono un percorso preciso, scendendo dall’utero verso il basso, fino al pube.
Una delle domande che assillano le donne incinte è come riconoscere le contrazioni. Temiamo di non accorgercene in tempo o di confonderle con un calcio del piccolo nella pancia o con il dolore pelvico. Per non allarmarci a qualsiasi movimento sospetto o anomalo nel ventre, impariamo a distinguere le contrazioni di Braxton Hicks dalle contrazioni preparatorie e a gestirle in serenità.
Come riconoscere le contrazioni
Le contrazioni del travaglio, che accompagnano il parto, sono regolari, dolorose e durano più di 30 secondi. Ma già a partire dal terzo trimestre di gravidanza la futura mamma potrebbe avvertire le prime contrazioni, chiamate contrazioni di Braxton Hicks. Si tratta di doglie non dolorose, irregolari nel tempo e a bassa intensità, di norma stimolate dall’ingrossamento dell’utero, dal movimento del feto nella pancia oppure dalla stanchezza della gestante.
Diverso è il caso delle contrazioni prodromiche (o preparatorie), cioè quelle che funzionano da avvisaglia dell’imminente nascita del cucciolo d’uomo: quando si presentano, significa che il pancione ha ormai i giorni contati.
Niente panico: non occorre correre in ospedale fino a quando le contrazioni non diventano regolari e dolorose. Le doglie, infatti, aumentano di intensità gradualmente e raggiungono l’apice in concomitanza del parto.
Se l’utero inizia a contrarsi prematuramente, già nelle prime settimane di gestazione o nel primo trimestre di gravidanza, non è per forza un segnale preoccupante. Nei giorni in cui sarebbe dovuto arrivare il ciclo, la gestante potrebbe accusare brevi e sporadiche contrazioni gravidiche, a così bassa intensità da essere, il più delle volte, impercettibili.
E se non sono contrazioni?
Le contrazioni sono fisiologiche e cambiano di intensità a seconda della fase della gravidanza. Capita di confonderle, nei mesi di gestazione, con semplici movimenti del feto, con dolori muscolari o pelvici o, addirittura, con il bruciore di stomaco, un disturbo tipico nei mesi di gravidanza. A questo proposito, esistono una serie di trucchetti per distinguere gli spasmi e le tensioni che contraggono la muscolatura uterina dai fastidi di vario genere. Vediamoli:
- Monitorare la durata delle contrazioni: se la presunta doglia è più lunga di un minuto, probabilmente non è una contrazione
- Toccare la pancia e valutarne la consistenza: se la gestante, in posizione supina e con le gambe piegate, è in grado di spingere in profondità le dita nella pancia, allora il fastidio che avverte non è da ricondurre a una contrazione. Quando una donna ha una doglia, infatti, il suo basso ventre si indurisce come il marmo, prima di tornare alla normalità.
Cosa sono le contrazioni di Braxton Hicks
Le contrazioni che si percepiscono già a partire dal terzo trimestre di gravidanza, sono state denominate contrazioni «di Braxton Hicks», dal nome del medico inglese che per primo, nel 1872, le identificò, differenziandole dalle ben più dolorose doglie del parto. Sono state ribattezzate «falso travaglio» perché generano nelle mamme la sensazione illusoria di percepire delle contrazioni reali.
Le contrazioni di Braxton Hicks preparano il corpo al parto, dilatando la cervice uterina. Oltre all’irrobustimento muscolare, contribuiscono allo sviluppo sensoriale del feto, che continua a svilupparsi e nutrirsi nella pancia della mamma.
Le contrazioni di Braxton Hicks durano dai 30 ai 60 secondi, fino a raggiungere, in casi eccezionali, un massimo di due minuti, e sono irregolari nel tempo, aumentando la loro frequenza nelle ultime sei settimane di gravidanza.
Perché l’utero si contrae? Nel secondo trimestre il bambino cresce velocemente e costantemente richiedendo sempre più spazio all’interno del grembo materno. Per ospitare il feto fino al termine della gravidanza l'utero deve ingrandirsi e, per farlo, le fibre uterine si stirano e si irrigidiscono, causando l’indurimento della pancia.
A stimolare le fibre sono anche i movimenti del bambino nella pancia, a cui la sua calda e accogliente casa nelle ultime settimane di gestazione inizia a stare un poco stretta. Spostandosi il feto causa l’irrigidimento dell’utero.
Un terzo fattore che può indurre le contrazioni è l’eccessiva stanchezza della mamma. Una giornata faticosa o troppe ore in piedi potrebbero irrigidire il pancione, per questo motivo gli esperti consigliano alle gestanti di riposare e condurre uno stile di vita il più possibile sano e rilassato.
Non tutte le donne sono soggette alle doglie di Brexton Hicks. Se una mamma nel corso dei mesi di gravidanza non percepisce alcun irrigidimento della pancia, non deve allarmarsi. Può succedere di non avvertire le doglie fino al parto.
Come distinguere le contrazioni preparatorie
Sono iniziate le doglie prodromiche, che preannunciano l’inizio del travaglio vero e proprio: il collo dell’utero si sta preparando a dilatarsi, aprendo la strada per la nascita del feto. Niente panico: finché non diventano ravvicinate e continuative nel tempo, possiamo rimanere distese sul divano di casa.
Le contrazioni prodromiche o preparatorie sono abbastanza regolari – ricorrono con un intervallo di 5-10 minuti l'una dall'altra – durano poco meno di un minuto e possono essere dolorose quanto le contrazioni del travaglio.
Sono spesso confuse con le contrazioni di Braxton Hicks, ma non sono la stessa cosa. Le contrazioni preparatorie al travaglio sono più intense, dolorose e regolari rispetto alle contrazioni di Braxton Hicks e compaiono solo alla fine della gravidanza.
La loro funzione è di agevolare una posizione del feto adatta al parto e di predisporre i muscoli, i legamenti e il bacino per il travaglio. Come suggerisce la denominazione, le contrazioni preparatorie aiutano la mamma a prepararsi a ciò che sta per arrivare: il parto.
Le contrazioni prodromiche potrebbero iniziare giorni o anche settimane prima dell’inizio del travaglio. Per questo motivo, non è consigliabile correre precipitosamente in ospedale quando si presentano. Nel frattempo, per alleviare il fastidio, le ostetriche consigliano alle mamme di rilassarsi sotto il getto caldo della doccia e di muoversi. Il movimento fisico, infatti, aiuta la sopportazione del dolore.
Non è sempre semplice distinguere fra le doglie preparatorie e le contrazioni del travaglio. A differenza di quelle del travaglio, le contrazioni prodromiche possono interrompersi per lunghi periodi.
Quando andare in ospedale
Quando le contrazioni iniziano a essere più ravvicinate nel tempo (in media a 3-4 minuti l’una dall’altra) e diventano più dolorose e prolungate (con una durata di circa 40 secondi), è il caso di raggiungere l’ospedale.
Le doglie sono aumentate di intensità e non si interrompono più: sono cominciate le contrazioni del travaglio attivo. Afferrata la valigia del parto, ci avviciniamo alla clinica. Il sogno di accogliere il piccolo fra le nostre braccia si sta per realizzare.
La contrazioni durante il parto
Negli istanti che precedono la nascita della creatura, le contrazioni, ormai intense e regolari, si susseguono fino a due o tre minuti l’una dall’altra.
Le doglie da travaglio aiutano la mamma a espellere il neonato, tirando le pareti uterine e accorciandole, fino a favorire una dilatazione finale del collo dell’utero di circa 10 centimetri e accompagnare il bambino lungo il canale del parto.