È una pratica previdente quella di mettere da parte dei soldi per i figli in vista del loro futuro. Una pianificazione finanziaria di lungo termine, infatti, potrebbe aiutare il genitore ad affrontare le nuove esigenze all’arrivo di un figlio, dagli imprevisti quotidiani alla formazione scolastica e universitaria.
Tradurre la teoria in pratica è tuttavia più complicato.
Innanzitutto, riuscire a risparmiare oggigiorno non è scontato, specie con dei piccoli o degli adolescenti a carico. In secondo luogo, programmare il piano di accumulo per un figlio richiede competenze e informazione. Vediamo quali sono le alternative e come procedere per imbastire un piano di risparmio per il futuro, immediato o prossimo, del piccolo.
Le tre regole per risparmiare per i figli
Tempismo e costanza sono l’ABC dell’attività di risparmio. Prima si inizia ad accantonare con continuità un gruzzoletto di denaro, meglio è. Due requisiti per una pianificazione finanziaria ottimale tra le mura domestiche, a cui se ne aggiunge un terzo: investire in modo oculato i risparmi accumulati. A suggerire le tre regole del risparmio – tempismo, costanza e buoni investimenti – è il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, patrocinato dal Governo. Vediamoli più nel dettaglio:
- Tempismo: le tempistiche giocano un ruolo di primo piano nella programmazione di un piano di risparmio sul lungo periodo. Piuttosto che tardare, è preferibile cominciare con piccole somme.
- Costanza: oltre che iniziare per tempo, è imprescindibile accantonare denaro in modo regolare e con continuità, senza perdere l’abitudine. A questo proposito, il Comitato scrive:
Perché sia regolare l'accumulo, l'operazione di accantonamento deve essere facile, possibilmente automatica. La regolarità non esclude naturalmente un minimo di flessibilità, perché in alcuni momenti della vita si potrebbero incontrare difficoltà, con la necessità di interrompere temporaneamente i versamenti, così come può accadere il contrario e disporre di più di quanto programmato.
- Investimenti oculati: investire bene il risparmio è la base per accumulare denaro per il futuro dei figli. Semplice a dirsi, più complicato a farsi, viene spontaneo dirsi. «Investire è semplice, ma non è facile» ha dichiarato anche Warren Buffett, il più ricco investitore a Wall Street. Ecco perché diventa prioritario informarsi sui rischi e sugli interessi e conoscere gli strumenti a disposizione, evitando di gettarsi a capofitto in investimenti avventati. Prima inizi a investire, maggiore è il margine per tornare in carreggiata in caso di investimenti rischiosi.
Gli strumenti a disposizione dei genitori
Esiste un ampio ventaglio di scelta per quanto riguarda gli strumenti per l’accumulo di risparmio. Resta al genitore da capire in quale direzione vuole dirottare il suo sforzo economico. Affidarsi alla banca o alla posta? Optare per un’assicurazione? Investire in azioni? Prima di scegliere, è essenziale avere le idee chiare sulle proprie esigenze e sugli obiettivi che si intendono raggiungere. Accumulare soldi per l’Università, è diverso rispetto ad accantonarli per un’automobile da regalargli al compimento dei 18 anni, per spese sanitarie, per uno sport, per una casa, o per le spese che in generale lo riguarderanno. Depositi bancari e postali, polizze assicurative, previdenza complementare: le alternative sono svariate.
Buoni fruttiferi postali
I buoni fruttiferi postali (BFT) sono tra gli strumenti di investimento più scelti dalle famiglie italiane. La loro popolarità è da ricondurre al basso rischio: essendo prodotti emessi da una società controllata dallo Stato, sono ritenuti molto sicuri e, quindi, appetibili per risparmiatori inesperti e in cerca di un rendimento anche minimo.
Come funzionano? Il genitore versa una somma (la soglia minima è intorno ai 50 euro), destinata a maturare interessi nel tempo in base a una serie di variabili.
Libretti di risparmio postale o bancari
Insieme ai buoni fruttiferi postali, i libretti di risparmio postali costituiscono il cosiddetto risparmio postale. Equivalgono nelle caratteristiche, nel funzionamento e nella tassazione ai libretti di risparmio bancari. Entrambe le tipologie, postali e bancari, permettono di mantenere somme di denaro al sicuro. Il genitore lo può aprire alla nascita del figlio o più tardi. Funziona non solo come deposito di denaro, ma anche come strumento utile per abituare il piccolo a gestire i risparmi, insegnandogli a versare e prelevare dal libretto somme adeguate alla sua età.
Btp
I Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) con scadenza a 18 anni possono essere utili per risparmiare per i figli. Consistono in titoli di Stato a tasso fisso con cedole annuali pagate periodicamente e che, a scadenza, restituiscono l’intero capitale investito. Se un genitore, per esempio, investe 2.000 euro per acquistare Btp, la medesima cifra gli tornerà sul conto alla scadenza del titolo, a prescindere dal prezzo di acquisto. Dov’è il guadagno? Deriva dagli interessi che vengono corrisposti con il pagamento di cedole durante la durata del titolo. Il rendimento attuale è intorno al 4,5% annuo.
Polizza
Alcune formule abbinano al risparmio una polizza assicurativa, che garantisce il completamento dei versamenti anche in caso di morte del genitore contraente.
Esistono anche polizze che offrono un bonus in caso di superamento dell’esame di maturità o oltre un determinato voto, con possibilità di riscatto della somma maturata da parte del minore.
Previdenza complementare
A primo acchito potrebbe risultare prematuro. In realtà, risparmiare per la pensione dei figli non è più un’opzione inconcepibile con i tempi che corrono. Esiste, infatti, è libero di scegliere un fondo pensione per i minorenni a carico, iscrivendo il figlio come fiscalmente a carico.
Investimento in azioni
L’investimento azionario è adatto a chi ha una maggiore propensione al rischio.
Per concludere, non dimentichiamoci di citare la primitiva forma di risparmio: le monetine nel salvadanaio in ceramica.
Qualsiasi sia la soluzione che si voglia adottare, è fondamentale informarsi e, magari, affidarsi a un esperto, considerando la propria propensione al rischio.