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8 Agosto 2023
9:00

Come si chiamano i denti da latte e qual è la magica leggenda dei molaretti

I nomi dei denti da latte sono uguali a quelli dei denti definitivi: incisivi, canini e molari (anzi, molaretti). Sono dodici in meno rispetto ai denti dei grandi e quando il primo di loro cade, come la leggenda vuole, vanno posizionati sotto al cuscino.

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Come si chiamano i denti da latte e qual è la magica leggenda dei molaretti
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I denti dei piccoli si chiamano denti da latte, o, in gergo tecnico, denti decidui, primari o temporanei. Sono più piccoli rispetto a quelli degli adulti e sono di meno. Si tratta di 20 denti da latte in totale, contro ai 32 denti “maturi” di mamme e papà (28 esclusi i denti del giudizio). I denti da latte sono destinati a cadere: dondolano, traballano e, per finire, si staccano dalle gengive generalmente fra la scuola elementare e media, a partire dai 7 e fino ai 13 anni circa del piccolo.

Come si chiamano i denti da latte

La bocca di un bambino, più nello specifico, è abitata da:

  • Otto incisivi (centrali e laterali)
  • Quattro canini
  • Otto molaretti (primi e secondi)

I 20 denti da latte sorgono tra le quattro semi-arcate: superiore destra, superiore sinistra, inferiore destra e inferiore sinistra. Iniziano a spuntare intorno ai 5-7 mesi del neonato, tuttavia è a circa 20-30 mesi di vita che la prima dentizione del piccolo è completa.

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Hanno vita breve. A 6-7 anni cominciano a cadere gli incisivi centrali superiori e inferiori, a 8-9 tocca agli incisivi laterali superiori, e a 7-8 agli incisivi laterali inferiori. Per i canini occorre attendere di più: i superiori vengono sostituiti dai denti permanenti a 11-12 anni, mentre gli inferiori a 9-11 anni. I più longevi sono i molaretti: i primi cadono tra i 10 e i 12 anni e i secondi tra i 10 e i 13 anni.

La leggenda di incisivi, canini e molaretti

I denti da latte sono legati a una tenera credenza popolare, quella della Fatina dei Denti. Ai bambini viene raccontato dell’esistenza di una creatura fatata che, alla caduta di un dente da latte, è solita “barattare” il dentino con una monetina. Quando gli cade il suo primo dente, il pargolo è invitato a posizionare di sera il dentino sotto al cuscino o sul comodino, in modo che, mentre dorme, la Fatina (o il Topolino, a seconda della tradizione) prelevi il dente da latte e lasci al suo posto il soldino o un premio.

Filastrocche sui denti da latte

Ecco due filastrocche sui denti da latte per insegnare il piccolo a prendersene cura e a salutarli, quando è il momento che cadano:

Per una dentatura perfetta,
lava i denti senza fretta.
Tre volte al dì lo devi fare,
se una carie vuoi evitare.
Lo spazzolino è il tuo migliore alleato,
spazza via i residui del cibo masticato.

La loro salute dipende da te,
su forza, ripeti con me:
“Tre volte al dì lavo i miei denti
e saranno sempre bianchi e splendenti,
il mio sorriso sano e giocondo
abbraccerà tutto il mondo.

Viva l’igiene orale, viva lo spazzolino
adesso so come prendermi cura di ogni dentino”.

(L. Bertone, Filastrocche a Briglie Sciolte)

Denti robusti di bravi castori,
grandi e potenti come trattori.
Denti appuntiti e avvelenati,
denti di brutti serpenti arrabbiati.
Denti di squalo fitti e taglienti,
zanne d’avorio di enormi elefanti.
Denti di bimbo, di mamma, di zio:
denti affacciatevi sopra ogni viso,
questo è il momento di un gran sorriso!
(M.Cecchi e B. Togolini, Filastrocche e canzoni della Melevisione, Rai-Eri)

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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