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Come si mantiene la calma quando vorremmo esplodere in un ruggito feroce contro i nostri figli?

Autocontrollo. Maturità. Contegno e lungimiranza. Questo serve a un genitore. Fino a quando la prole non gli fa ribollire il sangue, almeno.

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Come si mantiene la calma quando vorremmo esplodere in un ruggito feroce contro i nostri figli?
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Autocontrollo. Maturità. Contegno e lungimiranza. Questo serve a un genitore. Fino a quando la prole non gli fa ribollire il sangue, almeno.

In qualità di secondogenita, ho goduto sostanzialmente della regola "Ma sì, ma tanto…", prendendone molte meno di mia sorella. Ma comunque le ho prese. Non ricordo i miei particolarmente impegnati nel trattenersi dal darmi uno schiaffo, mentre io sento di fumare dalle orecchie, in alcuni frangenti.

Ma, genitori montessoriani, a me! Noi che non crediamo in premi e punizioni, figuriamoci quelle corporali, avremmo bisogno di un pubblico riconoscimento, di una medaglia, una pergamena, qualcosa. Io il premio visibile e tangibile lo voglio.

Perché quando sei stanca (sempre) e di corsa (orrore), mettersi a lottare per un quarto d'ora di fila con 10° fuori e la pioggia battente perché "Vado a scuola coi sandali! Le scarpe sono scoccianti!" e non far partire un manrovescio è, se non da eroi, almeno degno di menzione in una cerimonia pubblica:

"Siamo qui quest'oggi con la giunta tutta per celebrare le azioni di Maria/Antonio/Ludovica che, dopo aver pulito casa ed essersi preparata/o per andare al lavoro, non ha mollato un ceffone al figlio, che era ancora in pigiama e ha fatto colazione mangiando cioccolata sul divano, cosa vietatissima in ogni casa del territorio comunale".

La violenza, naturalmente, è anche quella verbale: se offendere e ferire un figlio con frasi tipo "ma sei stupido, non capisci nulla!" è qualcosa di francamente controllabile perché in teoria nemmeno dovrebbe venirci in mente, non alzare la voce è, almeno per la sottoscritta, più complicato.

Ruggire. Ecco: vorremmo ruggire. Vorremmo poter ruggire così forte da farci sentire anche dalla giunta riunita in piazza per premiare Ludovica che non ha schiaffeggiato il figlio prima di andare al lavoro.

Ma poi pensiamo che si insegna solo con l'esempio, e non con le parole o i ruggiti, e facciamo dei respiri da far invidia a Enzo Maiorca prima di un'immersione. Però ci esce il tono suadente di Jack Nicholson in Shining mentre gli diciamo: "Amore, rimetti a posto le cose della colazione e vai cortesemente a lavarti". E tutto ci appare così falso che capiamo che nostro figlio non ha creduto nemmeno per un istante nella nostra calma e nel nostro autocontrollo.

Eppure, il lampo nei nostri occhi deve essergli giunto, perché si alza e fa quanto chiesto. La nostra coscienza è a posto, poco importa se un giorno nostro figlio guarderà i film di Kubrick con una sensazione di déjà vu.

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