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Compiti delle vacanze, che indicibile noia… Anche per noi genitori!

Qualcuno lo avrà dimenticato, ma anche noi odiavamo fare i compiti, durante le vacanze.

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Compiti delle vacanze, che indicibile noia… Anche per noi genitori!
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La cosa che più rende bello il mondo, è la varietà. Le differenze sono il nostro punto di forza. Detto questo, mai trovato bambini felici di fare i compiti durante le vacanze. Oddio, qualcuno ci sarà, è certo. Ma vai a trovarlo.

Dunque: ultimi giorni di scuola. I maestri si dividono tra quelli pratici, che concordano libri già belli e pronti, e gli stoici, quelli con la vocazione. Pericolosissimi, danno compiti personalizzati a ciascun bambino, con tanto di dedica e incoraggiamento. A me sono capitati, e ho spesso chiesto loro: "Ma perché? Tanto lo sapete come va a finire". Ma niente, quando una persona ama il proprio lavoro non puoi averla vinta.

Di qualsiasi natura siano i compiti, comunque, gli approcci e le fasi sono grossomodo gli stessi: 1) Belli, li inizio domani; 2) Sembrano interessanti, ma adesso mi prendo una settimana di vacanza e poi li inizio; 3) Li odio, mi scoccio; 4) Li inizio a luglio; 5) Li inizio ad agosto; 6) Posso farne solo qualcuno il giorno prima di tornare a scuola e saltare gli altri?

Che… indicibile noia

Non so voi, ma io detestavo i compiti per le vacanze. Come posso costringere mia figlia? Cerco di dirle che anche alle superiori, che pure sceglierà lei, ci saranno materie che non amerà, e che perfino all'università ci saranno esami che le toglieranno letteralmente il sonno. Ma temo di essere poco convincente.

Insomma: li fai a inizio vacanze, e a settembre non ricorderai cosa è un complemento di termine. Li fai a fine agosto, e neanche ricordi che esiste un complemento di termine.

Noi siamo una generazione di procrastinatori che vorrebbe figli efficienti

Il segreto è la costanza. Sì, certo. Ma noi non siamo quelli del "lunedì inizio la dieta", "a gennaio mi iscrivo in palestra", "la spazzatura la butto domani"? Una generazione di procrastinatori che vorrebbe figli efficienti. E, allora, abbraccio la mia croce e dico: "Hai ragione. Ma dobbiamo farli. Mi metto vicino a te, ti tengo compagnia".

Gli esercizi pratici, come quelli di scienze, vengono sicuramente accolti meglio. Ma, a seconda delle inclinazioni dei bambini, gli esercizi di matematica o di grammatica diventano un calvario. E tu continui a ripeterti che sì, la pratica è tutto, e che il cervello va allenato, ma cheindicibile noia, visto che non possiamo dire altro davanti a dei minori.

La tecnica più diffusa è quella del "fai un'oretta di compiti e poi andiamo in spiaggia/piscina/a fare una passeggiata". Stabilire una routine con ricompensa finale, come se il sacrosanto riposo estivo fosse un premio e non un diritto. E allora cerchiamo almeno di isolare qualche settimana, in questi due mesi e mezzo, che sia solo loro, che sia di noia assoluta, nullafacenza allo stato puro. E, se saltano qualche esercizio… rispolveriamo Seneca forzandolo un po' (un bel po') e dividiamo il negotium dall'otium.

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