La scuola è chiusa, l'estate è finalmente arrivata e il tanto desiderato relax può finalmente iniziare. Tuttavia, nelle assolate giornate delle famiglie con figli in età scolare, si insinua un'ombra inquietante: i tanto temuti compiti delle vacanze estive.
In molti si domandano se sia utile assegnare i compiti durante le vacanze estive che per antonomasia, sono il periodo caratterizzato dall'assenza di impegni e incombenze, dedicato al riposo e a momenti di spensieratezza dopo un anno in cui gli studenti hanno lavorato duramente, tra levatacce mattutine, interrogazioni e compiti in classe.
Vi svelo un fatto interessante: in realtà, non esiste alcuna normativa che imponga i compiti da svolgere a casa durante le vacanze estive o quelli per le vacanze di Natale. Assegnare i compiti è, infatti, una pratica discrezionale, spesso basata su una tradizione radicata nella cultura scolastica, mantenuta nel tempo, a volte senza una vera consapevolezza del suo scopo o delle sue conseguenze.
Nel 2018, lo stesso Ministero dell’Istruzione aveva invitato gli insegnanti a limitare l’assegnazione dei compiti a casa, facendo riferimento all’art. 31 della Convenzione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (Legge 176 del 25.05.1991) che sancisce, per ogni bambino/a e ragazzo/a, "il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età".
Tuttavia, è importante riflettere sulle motivazioni dietro l'assegnazione da parte degli insegnanti dei compiti durante le vacanze, esaminando le diverse posizioni sulla loro utilità. Tale questione anima spesso discussioni accese sotto l’ombrellone, coinvolgendo istituzioni, genitori, insegnanti e pedagogisti.
Le posizioni contro
Chi è contrario ai compiti delle vacanze sostiene che l'estate debba rappresentare un momento di relax necessario per ricaricare le batterie in vista dell'anno scolastico successivo e li valuta dannosi e fonte di stress per ragazzi e famiglie.
I compiti estivi vengono considerati anche discriminatori poiché non tutti i genitori possono seguire i propri figli durante l'estate e, a farne le spese, sono soprattutto gli studenti che provengono da contesti familiari problematici o con difficoltà di apprendimento.
I detrattori dei compiti delle vacanze sostengono, poi, che non è possibile delegare alle famiglie l’attività che dovrebbe essere il compito principale dell'insegnante: ossia insegnare. Infatti, senza la presenza fisica e un feedback adeguato e immediato da parte dell’insegnante i compiti per le vacanze non ottengono i risultati per i quali sono stati istituiti, ovvero consolidare e rinforzare competenze.
Le posizioni a favore
Coloro che sono a favore dei compiti affermano che dal momento che le vacanze estive degli studenti italiani durano, a differenza di molti altri stati europei, circa tre mesi, senza il supporto dei compiti estivi, le competenze acquisite, con tanto sacrificio durante l'inverno, rischiano di indebolirsi o scomparire.
Per questo motivo, gli esercizi, le attività e le letture assegnate sono fondamentali per aiutare i ragazzi a consolidare gli argomenti trattati, a sperimentare le competenze necessarie in modo autonomo, a mantenersi allenati, a rinfrescare quanto fatto in modo da arrivare preparati al nuovo anno scolastico; tutto questo a patto che non diventi un carico troppo pesante e non comprometta il periodo di riposo anche dei genitori, che fanno i salti mortali per trovare il tempo per seguire i propri figli nei compiti.
Inoltre, i sostenitori dei compiti delle vacanze affermano che durante l’estate, molti studenti, soprattutto i più piccoli, non sempre hanno la fortuna di avere genitori costantemente presenti, capaci di offrire esperienze significative ed emotive che permettano loro di applicare le competenze acquisite durante l'anno in situazioni quotidiane come, ad esempio, visite ai musei, gite o escursioni.
Di conseguenza, i compiti delle vacanze diventano un sostegno per coloro che non hanno altre opportunità e rischiano di trascorrere le vacanze estive reclusi in casa senza alcuna proposta significativa.
Mantenere l’allenamento con un po’ di impegno
Sicuramente è importante rimanere in allenamento. Infatti, molte indagini confermano che nel corso dei tre mesi estivi si verifica il fenomeno del summer learning loss, ossia il calo dell’apprendimento legato alla pausa estiva.
Esso riguarda tutti ma purtroppo, a "disapprendere", sono soprattutto le studentesse e gli studenti con un retroterra socioculturale più debole. E quindi sì, ai compiti ma in modo mirato e senza mai esagerare; è fondamentale prevedere una sorta di sana alimentazione culturale che aiuti i ragazzi a nutrire e rinforzare in modo adeguato gli obiettivi raggiunti durante l’inverno.
I compiti migliori sono quelli sfidanti, aperti, in grado di creare situazioni di apprendimento significative. Ad esempio, sarebbe meglio assegnare la lettura di tre libri senza specificare quali libri leggere, o invitare a svolgere esperimenti scientifici sugli argomenti dell'anno invece di assegnare degli esercizi specifici.
Otto suggerimenti per affrontare i compiti per le vacanze senza paura
Ecco alcuni suggerimenti per svolgere i compiti senza sentirne troppo il peso, preservando i momenti di divertimento e relax.
- Stabilire, innanzitutto, una routine di studio che sia gestibile e che non sovraccarichi gli studenti. Preparare, quindi, un piano di lavoro, concordato, che lasci tempo sufficiente per il relax e le attività ricreative.
- Creare uno spazio di studio tranquillo e ben organizzato per favorire la concentrazione e l'efficacia nello svolgimento dei compiti. Individuare un luogo silenzioso, privo di distrazioni, come ad esempio un angolo in casa o all'aperto dove i ragazzi possano dedicarsi completamente sullo studio.
- Coinvolgere amici o compagni di classe in modo da rendere l'esperienza più piacevole e stimolante. Infatti, organizzare sessioni di studio in gruppo favorisce la motivazione e permette di chiarire eventuali dubbi.
- Prevedere giorni di riposo settimanali e limitare la durata dei compiti a non più di un'ora al giorno.
- Trovare un equilibrio tra attività impegnative e attività creative e più rilassanti. Aiutare a trovare, nell'esperienza quotidiana, l'applicazione pratica di ciò che si sta ripassando.
- Evitare di svolgere le parti del libro delle vacanze che non sono mai state spiegate. È possibile che ci siano attività nel libro delle vacanze, soprattutto per gli alunni della scuola primaria, che non sono state oggetto di spiegazione; queste parti non devono essere affrontate, poiché gli insegnanti non lo richiedono.
- Evitare di svolgere tutti i compiti in una sola volta e seguire la ripartizione fornita dal sussidio delle vacanze, se disponibile.