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30 Gennaio 2024
12:30

Congedi parentali negati ai genitori dello stesso sesso: condannata l’Inps per discriminazione dal Tribunale di Bergamo

Il portale online dell’Inps con cui si inviano le domande per ottenere i congedi parentali, di maternità e paternità deve essere modificato. A stabilirlo è il Tribunale di Bergamo, che ha condannato l’Istituto perché non consente alle coppie di genitori dello stesso sesso di procedere con la richiesta.

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Congedi parentali negati ai genitori dello stesso sesso: condannata l’Inps per discriminazione dal Tribunale di Bergamo
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L’Inps è stato condannato dal Tribunale di Bergamo perché, sul portale online dedicato alla richiesta di congedo genitoriale, non consente di inserire i dati di due genitori dello stesso sesso. Di conseguenza, le famiglie omogenitoriali vengono tagliate fuori, senza la possibilità di godere, alle medesime condizioni previste per le coppie di genitori eterosessuali, dei congedi parentali, di maternità e di paternità e dei riposi destinati ai lavoratori con figli. Con la decisione del Tribunale, l’Istituto è tenuto a modificare entro due mesi il sistema informatico risolvendo il limite tecnico, pena una multa di 100 euro al giorno. La sentenza è arrivata al termine dell’azione collettiva proposta a maggio 2023 dall’associazione Rete Lenford, associazione di legali bergamasca che si occupa dei diritti Lgbtq+, insieme alla Cgil di Brescia e al patronato Inca.

Il portale online dell’Inps con cui si inviano le domande per ottenere i congedi genitoriali, non prevede l’inserimento delle generalità da parte di due mamme o due papà. In sostanza, una volta compilati i dati di uno dei due genitori, non è possibile procedere con quelli del secondo, se dello stesso sesso del primo (neppure in caso di coppie regolarmente inserite nei registri civili italiani). Un intoppo del sistema informatico che il Giudice di Bergamo ha definito una «ingiustificata discriminazione a danno dei genitori dello stesso sesso».

Con il ricorso è stato chiesto di dichiarare che:

  • il congedo di paternità obbligatorio (art. 27-bis d.lgs. 151/2001) spetta anche a una lavoratrice quando è genitrice in una coppia composta da due donne
  • il congedo di paternità alternativo (art. 28 ss. D.lgs. 151/2001) spetta al padre anche quando è genitore in una coppia di due uomini
  • il congedo parentale (art. 32 d.lgs. 151/2001) spetta a ciascuno dei due genitori indipendentemente dal genere dell’altro genitore
  • i periodi di riposo (artt. 39 e 40 d.lgs. 151/2001) spettano anche al padre quando è genitore in una coppia di due uomini
  • le indennità di maternità per iscritte alla gestione separata e lavoratrici autonome (artt. 64 e ss. e 66 e ss. d.lgs. 151/2001) spettano al padre anche quando è genitore in una coppia di due uomini.

Dal giorno della sentenza (il 25 gennaio 2024), l’Inps ha due mesi per ovviare al problema e rendere l’invio delle richieste accessibile alle coppie omogenitoriali, modificando il portale. Se l’Istituto non rispetterà la scadenza, scatterà una multa di 100 euro per ogni giorno di ritardo.

«Il tribunale di Bergamo – commenta Sandro Gallittu, responsabile Ufficio Nuovi Diritti e delle Politiche per le famiglie e l’infanzia di CGIL – pone fine a un’odiosa discriminazione e accerta il diritto delle coppie formate da genitori dello stesso sesso a godere, alle medesime condizioni previste per le coppie di genitori eterosessuali, di alcuni istituti volti a sostenere le responsabilità di cura nei confronti dei figli».

Il sito dell’Inps «rispecchia la normativa nazionale, pensata a suo tempo – e mai aggiornata – per due genitori di sesso diverso. Ma trattandosi di istituti a cui si applica il divieto di discriminazione per orientamento sessuale imposto dal diritto dell’Unione Europea, tutti i congedi devono essere accessibili anche alle coppie di genitori dello stesso sesso, che devono potersi suddividere i compiti di cura e assistenza, come avviene per tutti i genitori eterosessuali» ha spiegato l’avv. Francesco Rizzi, socio di Rete Lenford che ha patrocinato la causa insieme all’avv. Alberto Guariso.

«Il nostro prossimo obiettivo – ha aggiunto Rizzi – è quello di tutelare la posizione anche dei genitori che non hanno potuto ottenere il riconoscimento alla nascita e stanno attendendo i lunghi tempi dell’adozione in casi particolari, perché la condizione di coloro che stanno attendendo il riconoscimento e si fanno già carico dei compiti di cura genitoriale non è così diversa da coloro che sono riconosciuti come genitori già alla nascita» ha aggiunto Rizzi.

Fonti
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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