La mensa scolastica è un salvavita per tante famiglie: garantisce l’orario della pausa pranzo “libero” dall’accudimento e, allo stesso tempo, un pasto caldo e completo per il proprio figlio. Per alcuni genitori invece può essere fonte di grande stress, a causa dal rifiuto categorico del bimbo nei confronti del pasto. Questo può avvenire per diversi motivi, come spuntini a ricreazione più sazianti del dovuto, difficoltà di gusto con determinati alimenti o semplicemente una marcata differenza tra il cibo della mensa e ciò che viene comunemente proposto in famiglia. Perché questo accade e come poter provare a correggere questi comportamenti? Dei consigli utili sono educare il figlio a una corretta alimentazione dandogli il buon esempio a tavola, riproporre a casa gli alimenti meno apprezzati e coinvolgerlo direttamente nella preparazione dei pasti in cucina e abituarlo ai sapori più semplici. Vediamole più nel dettaglio.
Educare dando il buon esempio
I bambini in giovane età non apprendono così facilmente le nozioni tramite spiegazione e ragionamento come gli adulti. Dire ad un bimbo che mangiare la verdura gli farà bene nella maggior parte dei casi non scatenerà nessuno stimolo positivo ad assaggiarla, perché è una motivazione di cui non ha la reale prova. “Bene per cosa? Io sto già bene così”.
Quello che invece ha un grande impatto nel loro apprendimento è l’imitazione e l’emulazione di adulti o coetanei per cui loro provano stima e affetto. Se la mamma consumerà tutti i giorni un bel contorno colorato di verdure, il bimbo sarà più propenso a giudicare quell’alimento positivo e gradevole. Se l’amico del cuore finirà voracemente la pasta alle zucchine del giorno, anche lui si sentirà invogliato ad assaggiarla e fare lo stesso.
Non è naturalmente così semplice: esistono famiglie che quotidianamente portano in tavola ottimi alimenti senza riuscire mai a farli assaggiare ai figli, ma è comunque molto importante continuare con questa pratica, senza scoraggiarsi. Da studi sembrano volerci almeno 15 esposizioni ad un cibo prima che questo venga apprezzato!
Di seguito un esempio di ricetta con alimenti meno comuni, da cucinare e mangiare a tutta insieme a tutta la famiglia.
Polpette di lenticchie, carote e cous cous
Per 4 porzioni medie risciacquare in un colino (facendosi aiutare dai più piccoli!) e poi lessare per assorbimento 160g di lenticchie secche decorticate (quelle arancioni in sacchettino di plastica) in 500ml d’acqua: versare entrambi in un pentolino, all’ebollizione chiudere il coperchio, aggiungere un pugnetto di sale grosso (evitare se bimbi sotto i 2 anni) e lasciare assorbire per 10 minuti circa. Nel frattempo soffriggere dolcemente in poco olio extravergine una cipolla piccola (se gradita) e un paio di carote tagliate a cubetti piccolini, aggiungendo un goccio d’acqua se dovessero rischiare di bruciarsi. Dopo che le lenticchie saranno cotte spegnere il fuoco sotto, aggiungervi (facendosi aiutare dai più piccoli!) 160g di cous cous crudo, mescolare e richiudere il coperchio per lasciare assorbire il tutto 15 minuti (a fuoco spento). Al termine unire i composti di cous cous e lenticchie alle verdure, aggiungere 2 cucchiai di concentrato di pomodoro, erbe aromatiche se gradite e 3 cucchiai di olio. Compattare il tutto in polpette piccole (facendosi aiutare dalle manine inumidite di acqua dai più piccoli!), disporre su una teglia e cuocere in forno ventilato a 200° gradi per circa 25 minuti.
Riproporre a casa gli alimenti meno apprezzati
Naturalmente la refezione scolastica ha il compito di rendere più appetibili possibili i piatti forniti, studiando ricette golose e creando combinazioni furbe, ma sarebbe opportuno provare a proporre gli alimenti più ostici anche nelle cene serali, così da farli diventare familiari e poter farli consumare, o quanto meno assaggiare, anche nel contesto scolastico.
Solitamente gli alimenti più difficilmente apprezzati dai piccoli sono:
- le verdure
- i legumi (ceci, fagioli, lenticchie, piselli)
- i cereali diversi dalla pasta (riso, orzo, farro, grano saraceno, mais per polenta)
- il pesce
Bisogna sapere che la mensa scolastica segue delle linee di indirizzo dell’ASL di competenza, che pone le basi su come organizzare il menù personalizzato del refettorio: non è “colpa” della cuoca o della scuola se ci sono così tanti legumi e così poca carne nella settimana, perché è così che secondo la comunità scientifica di nutrizione dovrebbe essere una sana e regolare alimentazione mediterranea, sia per i bimbi che idealmente per le famiglie a casa.
Coinvolgerlo in cucina per abituarlo a sapori semplici
Partecipare attivamente e toccare con mano le cose è una forma esperenziale di grande importanza per i bambini. Nel tentativo quindi di portare in tavola alimenti riconosciuti come meno graditi sarebbe buona cosa coinvolgerli nella preparazione, anche di piccoli aiuti: sciacquare i legumi, travasare i pomodorini, spuntare i fagiolini, formare con le mani delle polpette, e via dicendo. Il solo contatto fisico e visivo può rendere più familiare l’alimento e quando il bimbo si troverà in mensa il piatto di pasta e lenticchie forse penserà meno “ma cos’è questa roba?” ma di più “ieri ho fatto le polpette di lenticchie con la mamma!”.