La permalosità dei bambini è un tratto piuttosto comune che riguarda la sfera del comportamento e dell'emotività, ma è bene mitigarla fin da piccoli. Dato che avviene quando qualcosa non va come dovrebbe andare – ovvero quando i bambini si rendono conto di non avere il controllo sulla situazione – sarebbe opportuno insegnargli sin da subito che non tutto è dovuto, che non si ha il dominio sulle situazioni della vita e che potrà capitare di doversi adeguare, senza offendersi e senza straziarsi.
È un comportamento naturale, quindi, che però talvolta – quando quotidiano o eccessivamente frequente – desta preoccupazione.
Perché un bambino si offende?
I bambini si possono offendere per una serie infinita di ragioni: per esempio quando qualcosa non va come dovrebbe andare secondo la loro visione oppure quando gli altri non agiscono come loro vorrebbero agissero. Questo può scatenare in loro l'offesa e la permalosità, che se non vengono affrontate possono diventare permanenti.
La permalosità è anche una delle caratteristiche del Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) che si manifesta nei bambini e negli adolescenti. In questo caso, però, si associa a collera frequente e risentimento, con l'atteggiamento che si ripete quotidianamente nel tempo per almeno 6 mesi. In questo caso oltre a prendere provvedimenti in casa è opportuno rivolgersi ad uno specialista.
Le cause più profonde
L'atteggiamento permaloso può essere influenzato da diverse cause, tra cui l'indole personale, ma anche da alcuni fattori ambientali.
Oltre al carattere del singolo bambino, infatti, a renderlo permaloso possono contribuire le regole e l'educazione imparate in casa. Bimbi a cui tutto è concesso e a cui tutto è dovuto faticano maggiormente ad adeguarsi quando qualcosa va storto o quando gli si nega qualcosa, perché di fatto non hanno gli strumenti emotivi per affrontare il rifiuto o il cambiamento di prospettiva. Ciò, infatti, provoca dolore (è umano), ma quando non si sa come vivere questo dolore, perché non lo si è vissuto abbastanza, l'atteggiamento più naturale che viene da adottare è proprio la permalosità. La chiusura. Anche bambini che fanno fatica a sopportare un' immagine di se non adeguata tendono a reagire con permalosità dal momento che la persona permalosa non è in grado di integrare anche la parte "non perfetta" e "non buona" di sè che il mondo esterno può talvolta mettere in luce.
Qualche consiglio pratico
Gestire la permalosità dei bambini richiede approcci pratici e saggi, ponderati e soprattutto pazienti.
In primo luogo, è opportuno comprendere e affrontare le emozioni del bambino dando voce ai suoi sentimenti. Gli adulti danno per scontate le emozioni, ma per i bambini è tutto nuovo e sconosciuto. Articolando il riconoscimento delle sensazioni come rabbia, delusione o senso di ingiustizia, e chiedendo al bambino se prova proprio queste, si cominciano a mettere basi importanti per la gestione di queste stesse emozioni.
Nel caso dell'offesa, importante è far comprendere al bambino che il rifiuto o la frase che hanno generato la rabbia sono legati alla richiesta specifica o al momento specifico, non al suo valore come persona. Non sempre le richieste possono essere soddisfatte: c'è momento e momento, luogo e luogo. Manca il succo alla pera al bar? Non è colpa sua, ma nemmeno della mamma o del papà. Si potrà fare una scelta diversa. Idem quando non si può stare insieme in quel momento perché c'è una call di lavoro, o quando è il momento del cambio pannolino della sorellina e quindi non si può giocare con il trattore.
Sarebbe bene anche concedere lo spazio per esprimere il risentimento, permettendo al bambino di sfogarsi autonomamente, magari in un luogo separato. Il confronto diretto non è mai consigliato, soprattutto nel momento della crisi. Spesso, con il tempo, il bambino stesso cerca di ristabilire la connessione, spostando l'attenzione su argomenti più leggeri.
Infine, un metodo coinvolgente è – a freddo – provare a simulare insieme la situazione che ha causato il risentimento. Raccontando il fatto, sviscerando le emozioni e cercando insieme soluzioni pratiche il bimbo può esercitarsi mentalmente, sviluppando anche più autonomia emotiva.