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31 Agosto 2023
15:00

Cosa fare se il bambino grida sempre

Le urla coincidono con una fase tipica dello sviluppo dei bimbi destinata a scomparire con l’età. I più piccoli provano grandi emozioni e hanno poche parole per esprimerle, perciò per comunicare ricorrono a grida e strilli. A volte, tuttavia, le urla celano disturbi o disagi più profondi. Ecco delle strategie per gestire le urla fuori e dentro casa.

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Cosa fare se il bambino grida sempre
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Strilli, grida, strepiti sono comuni nei più piccoli, che iniziano ad urlare dai 1-2 anni di età per esprimere un messaggio di gioia, dissenso, rabbia, noia, a volte in concomitanza con i capricci. Le urla, oltre che fastidiose, sono dannose. Se sono forti e durature, le grida rischiano, infatti, di influire sulla salute delle corde vocali dei bambini, provocando irritazioni o addirittura calli e noduli e causando un tono rauco della voce. Grida e schiamazzi, poi, hanno un impatto negativo sull’ambiente familiare, creando stress e frustrazioni in genitori e fratelli, infastiditi e disturbati dalle grida del baby ’“urlatore”.

Perché un bambino potrebbe urlare sempre?

Premesso che è del tutto normale che durante l’infanzia i bimbi urlino, è opportuno tenere a mente che le grida sono un mezzo di comunicazione. Perciò ascoltare e capire ciò che i piccoli ci vogliono trasmettere attraverso strilli e schiamazzi è essenziale per comprendere la loro esigenza e capire se si tratti di una tipica fase dello sviluppo (come è nel più dei casi), o se dietro alle urla si celino disagi o disturbi. Ecco quali sono le principali cause psicologiche, emotive e comportamentali che possono spingere i bambini a gridare:

  • Urla durante i capricci per convincerci ad assecondare la sua volontà o il suo desiderio, come l’acquisto di un giocattolo o il non voler andare a scuola
  • Urla per attirare l’attenzione dei genitori o di chi gli sta intorno, che magari per distrazione o disinteresse non lo stanno ascoltando
  • Urla per esprimere i suoi sentimenti, di gioia, di dissenso, di rabbia, di dolore, di frustrazione. L’urlo diventa così un mezzo per tradurre in un suono rumoroso un’emozione o una sensazione fisica
  • Urla per divertimento: a volte, urlare e vedere la reazione del genitore provoca il riso nel piccolo, che si diverte nello scorgere l’espressione contrariata o buffa dell’adulto
  • Urla per noia
  • Urla per imitazione, se per esempio i genitori o coloro che lo circondano sono soliti gridare e comunicare a voce alta tra loro
  • Urla perché è abituato al rumore e al caos. È il caso, ad esempio, di un bimbo che trascorre la giornata in un ambiente rumoroso, come un asilo o il campo estivo, e al rientro alza la voce e grida per farsi sentire

Se il bimbo urla in continuazione, può esserci all’origine anche un disagio psicologico o una condizione particolare, come un disturbo sensoriale. L’urlo persistente in sé non è un indicatore di autismo, tuttavia, se combinato con altri sintomi, può portare a una diagnosi di quel tipo. In caso di sospetti di un problema più profondo è raccomandabile confrontarsi con il pediatra, nello specifico se il bimbo:

  • Presenta segni di ritardo dello sviluppo (non utilizza i gesti, non afferra gli oggetti, perde capacità precedentemente acquisite)
  • Si ferisce mentre urla. Se si tira i capelli o si morde quando è arrabbiato, generalmente non è sintomo di un problema più ampio, tuttavia è una buona idea chiedere consigli su come gestire situazioni simili
  • Manifesta un ritardo nel linguaggio e a 2 anni comunica solo attraverso le urla
  • Si sveglia urlando di notte. Non si tratta in genere di un disturbo dettato da un disagio preoccupante, tuttavia è importante che il sonno del piccolo non sia disturbato.

Come gestire le urla dei bambini

Gestire le urla dei bimbi non è semplice, specie in pubblico. Al ristorante, al supermercato o in strada, al fastidio si aggiunge la frustrazione dovuta al contesto sociale: gli strilli del figlio rischiano di arrecare fastidio alla gente intorno e diventare motivo di ulteriore tensione, di ansia e di imbarazzo per il genitore.

Anche in casa è faticoso a volte calmare le urla del piccolo, che, se persistenti, tendono a mettere a repentaglio l’equilibrio domestico. In caso di famiglia numerosa, poi, le grida di un figlio ostacolano il sonno del fratellino più piccolo o disturbano il fratello maggiore mentre sta svolgendo i compiti.

Ecco qualche strategia per gestire le urla dei bambini:

  • Mantenere la calma, portare pazienza e non alterarsi: se l’adulto s’infuria, il piccolo tende a spaventarsi e/o a urlare ancor più forte
  • Abbassare il tono di voce: se per primi i familiari danno il buon esempio, abbassando il tono di voce quando parlano, il piccolo imparerà di conseguenza a comunicare con un tono di voce più pacato
  • Creare un ambiente silenzioso e ridurre i rumori in casa, spegnendo la televisione, abbassando la radio, evitando di urlare da una stanza all’altra
  • Chiedergli di usare una voce più bassa e spiegargli in modo dolce e tranquillo che urlare rischia di disturbare familiari, vicini di casa e passanti, nonché avere effetti negativi sulla salute delle sue corde vocali
  • Riconoscere i loro sentimenti: il piccolo deve capire che non serve urlare per essere ascoltato o attirare l’attenzione dei genitori. Perché ciò accada, il genitore deve essere in grado di dimostrargli attenzioni e interesse
  • Tenerlo occupato e distrarlo con un gioco, con una canzone o con il racconto di un aneddoto o una storia
Fonti mediche
NHS
Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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