Uno dei principali pericoli del bagno in mare sono le meduse. Alcune sembrano delle bolle chiare, altre dei cipollotti bronzati, altre ancora sono grandi e colorate. Una cosa però è sicura: le loro punture sono molto dolorose e assomigliano a delle ustioni. Cosa fare se il bambino ne tocca una? Prima di tutto, niente panico e niente rimedi della nonna. Dobbiamo mostrarci sereni, perché, il piccolo sarà già giustamente agitato per il dolore che prova. Non deve preoccuparsi perché vede la mamma e il papà spaventati.
Come pungono le meduse
Le meduse pungono le loro prede con i loro tentacoli, rilasciando un veleno che paralizza i loro bersagli. Non inseguono le persone o i bambini mentre nuotano, quindi non è intenzionale. Ci si può far male toccandone una, magari trasportata dalla corrente o addirittura calpestandola sugli scogli. C’è, infatti, la bruttissima usanza di pescarle e abbandonarle a riva, affinché secchino. Come se questo limitasse i rischi in mare.
I sintomi della puntura della medusa
Le meduse possono lasciare dei segni molto evidenti sulla pelle. È probabile, oltre a sentire dolore, avvertire:
- Segni rossi
- Prurito
- Intorpidimento
- Formicolio con una tipica puntura
Le punture di alcuni tipi di meduse, come la medusa scatola (chiamata anche vespa marina), sono molto pericolose e possono persino essere mortali. Queste meduse si trovano più spesso in Australia, Filippine, Oceano Indiano e Oceano Pacifico centrale. Nel nostro Mar Mediterraneo non dovrebbero essercene, ma si possono trovare Pelagia noctiluca o la Chrysaora hysoscella, altamente urticante e presente quest’ultima nel mare adriatico.
Che cosa fare se il bambino viene punto?
Le punture di medusa lasciano migliaia di minuscoli pungiglioni chiamati nematocisti nella pelle. Questi pungiglioni possono continuare a rilasciare veleno di medusa nel corpo.
La prima cosa che i genitori devono fare è risciacquare la “ferita”. Usiamo dell’acqua di mare o dell’aceto perché è un acido debole che può impedire ai pungiglioni di rilasciare altro veleno. Non usiamo acqua dolce (come quella del rubinetto o l'acqua in bottiglia) perché può attivare i pungiglioni.
Non strofiniamo l'area, perché può peggiorare le cose, soprattutto non raschiamo la pelle con carte di credito o tesserine. Usiamo, invece, delle pinzette per strappare eventuali tentacoli ancora sulla pelle. Appena arrivati a casa, proponiamo al bambino una doccia o un bagno tiepido per ridurre il dolore e chiediamo al pediatra se possiamo somministrare degli antidolorifici, come paracetamolo o ibuprofene. Inoltre, esistono pomate da banco, adatte ai piccoli. La soluzione migliore, se disponibile, è un gel astringente al cloruro d’alluminio.
Infine, dobbiamo ricordare che la pelle colpita dalla medusa resta sensibile alla luce del sole, ovvero diviene fotosensibile. Per evitare che si formi una macchia, non esporla al sole. Applicate una protezione solare o fate indossare al piccolo degli indumenti protettivi.
Quando preoccuparsi
Chiamiamo subito un'ambulanza o recarsi in Pronto Soccorso se:
- ha difficoltà a respirare o deglutire
- ha la lingua o le labbra gonfie o un cambiamento di voce
- ha un forte dolore o si sente generalmente male
- ha nausea o vomito
- ha le vertigini o ha mal di testa
- ha spasmi muscolari
- ha punture su gran parte del corpo
- la puntura è nell'occhio o nella bocca
- potrebbe essere stato punto da una medusa molto pericolosa
La pipì aiuta in caso di puntura?
Assolutamente no! Il mito secondo cui l'urina contrasta e lenisce le punture di medusa esiste da molto tempo, ma nessuno studio scientifico ha confermato questa teoria. Di contro, l’urina può aumentare il dolore.
Si possono prevenire le punture di medusa?
Le meduse sono un fenomeno naturale ed essendo trasportate dalle correnti non ci si può fare nulla. Le spiagge con i bagnini hanno maggiori probabilità di avvertire i visitatori di questa “simpatica” presenza in mare. In linea di massima, non lasciamo mai che il bimbo faccia il bagno da solo e controlliamo sempre per evitare che si immerga in zone aperte. Inoltre, portiamo con noi un piccolo kit di emergenza: una pinzetta, un gel astringente al cloruro d’alluminio e un piccolo contenitore con aceto.