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9 Luglio 2023
18:00

Cosa rappresenta il gioco per il bambino: divertimento, crescita e scoperta del mondo

Giocare per i bambini è un'azione essenziale per il loro sviluppo cognitivo, fisico, comportamentale. Il gioco è un'attività sì di svago ma anche molto seria, infatti è un diritto dei piccoli avere le condizioni per poter giocare. Noi genitori possiamo accompagnarli nel gioco per stringere un forte rapporto oppure lasciarli giocare da soli, così che stimolino la loro fantasia.

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Cosa rappresenta il gioco per il bambino: divertimento, crescita e scoperta del mondo
giocare

Il lavoro dei bambini è quello di giocare, sembra una frase fatta ma spiega perfettamente quale valore abbiano le attività ludiche e ricreative per i più piccoli. Osservando un bambino che gioca lo vedremo concentrato, intento a spiegare a chi si aggiunge le regole dell'attività che ha appena inventato, questo perché il gioco è ben più che semplice divertimento. Giocando il bambino sperimenta, tocca, si muove, viaggia con la fantasia. Insomma il gioco è una cosa seria per i più piccoli che possono comprendere i loro limiti, inventare, litigare, riappacificarsi ed essere molto appassionati, come un adulto sul lavoro. Inoltre, come sancito dalla Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia all'articolo 31, il gioco per i più piccoli è proprio un diritto necessario alla loro crescita:

Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo ed al tempo libero, di dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e di partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica. (Art. 31 comma 1, Convenzione Onu sui diritti del bambino)

Le funzioni del gioco nel contesto evolutivo

Il bimbo attraverso il gioco apprende moltissimo, innanzitutto scopre, confrontandosi con gli altri partecipanti, l'importanza del rispetto delle regole, senza le quali nessuno si diverte. Impara a comunicare con gli altri, a relazionarsi, a rispettare i suoi spazi e quelli di chi gioca con lui.

bimbo che gioca

I bimbi giocando tra loro senza accorgersene si trasmettono l'un l'altro le proprie conoscenze e sviluppano la propria creatività. Infine i piccoli imparano a conoscere ciò che li circonda, tastano, chiedono, alcune volte si fanno male e riconoscono così i propri limiti.

Ad avvalorare la tesi che il gioco è un'attività essenziale allo sviluppo dei bambini, negli anni molti studiosi hanno elaborato teorie per spiegarne il vero significato:

  • Teoria Spencer: per l’evoluzionista Herbert Spencer il gioco altro non era che la necessità del bambino di esternare l'energia in eccesso. Questo surplus energetico, il rimanente dalla lotta che il piccolo combatte ogni giorno come essere umano per la sua sopravvivenza, poteva essere scaricato in maniera del tutto istintiva, semplicemente giocando.
  • Teoria Lazarus: per Lazarus, invece, il gioco è puro rilassamento, alla quale il bambino decide di partecipare in totale libertà, a prescindere dalle sue propensioni e capacità.
  • Il fine didattico di Groos: per Karl Groos invece il gioco diventa un esercizio necessario al bambino per sviluppare le abilità che una volta adulto gli permetteranno di rimanere in vita, sostentarsi e crescere.
  • La prospettiva di Piaget: è proprio questo studioso a focalizzarsi maggiormente sull'aspetto didattico del gioco. Secondo Piaget giocare permetteva al bambino di esercitarsi interagendo con l'ambiente per apprendere tutte quelle competenze necessarie al loro sviluppo neurobiologico e cognitivo.

I bambini grazie al gioco esplorano il mondo che li circonda, ma anche nuove emozioni e sensazioni, capendo ciò che piace loro e ciò che invece preferiscono evitare. Tramite il gioco i bambini riproducono, grazie alla fantasia, spazi, luoghi, situazioni, simili a quelli che vedono tutti i giorni nella realtà. Giocano a fare gli adulti, in questo modo conoscono meglio la realtà in cui vivono.

matematica

Il gioco è fondamentale ai bambini anche per apprendere, non a caso spesso le insegnanti delle scuole primarie o della scuola dell'infanzia, permettono ai bambini di giocare per imparare concetti e materie scolastiche.

Infine un'altra funzione del gioco per il bambino, forse la più importante è che giocando sviluppa il suo corpo, la sua emotività e le sue capacità cognitive.

Le tappe dello sviluppo secondo Piaget

Secondo Piaget il gioco è essenziale per lo sviluppo cognitivo che il bambino raggiunge attraverso una serie di tappe, a seconda della sua età. A ogni stadio il bimbo farà giochi diversi e apprenderà qualcosa di diverso.

0-2 anni fase senso-motoria

In questa fase il bambino scopre il mondo grazie ai suoi sensi. I giocattoli dunque sono per lui interessanti da osservare, da toccare per scoprirne le consistenze ma anche da mettere in bocca per riconoscerne sapori e odori. In questa fase il bimbo impara a spostarsi, a muovere gli oggetti a camminare e anche a risolvere piccoli problemi, immaginiamo che stia giocando con una pallina che gli cade sotto al letto, il fatto che lui utilizzi per esempio una ciabatta o un altro gioco cilindrico per riprendere il gioco dimostra che ha molto sviluppato la sua cognitività.

2-6 anni fase pre-operatoria

Se prima il bambino riconosceva gli oggetti solo tramite i sensi, ora è in grado di rappresentarli nella sua mente. Il bimbo in questa fase riesce ad utilizzare dei simboli per rappresentarsi mentalmente, rappresenta anche gli oggetti, li riconosce e li classifica. Proprio in questa fase dell'età il bambino mette in pratica il gioco simbolico, quindi osserva i comportamenti di chi lo circonda e li imita facendo finta di essere un maestro, un cassiere, un medico, un genitore.

7-11 anni fase operatoria concreta

Il bimbo in questa fase impara le operazioni matematiche, addizioni, sottrazioni e divisioni in classi, per quanto i suoi processi cognitivi siano ancora fortemente legati all'esperienza, dunque a ciò che fa e vede, la logica ha fatto dei grossissimi passi avanti.

12- 14 anni fase delle operazioni formali

Il ragazzo sa manipolare sia gli oggetti che le idee dunque è in grado di creare degli scenari che sono frutto della sua immaginazione e che non ha mai vissuto. In questa fase sviluppa una forte capacità di giudizio, il suo punto di vista e operazioni sui simboli, organizzando idee e oggetti.

Che significato assume il gioco per il bambino

Il bambino trascorre la maggior parte del suo tempo giocando inventandosi scenari fantastici o utilizzando i giocattoli in commercio.

giocare insieme

Ma il gioco non è solo divertimento, anzi è un'azione molto seria che può avere diversi significati:

  • divertimento e socializzazione: il gioco è anche leggerezza, più il bimbo cresce e vive momenti che lo obbligano a stare seduto al banco o concentrato, giocare è divertente, ancora di più in gruppo. Il piccolo si misura con le sue capacità e con quelle degli altri.
  • liberazione: il bambino si libera da ansie e preoccupazioni, durante il gioco può essere chi vuole, certo deve rispettare delle regole, ma può infrangerle e scoprirne le conseguenze, lasciando andare libera la fantasia
  • apprendimento: attraverso il gioco i bimbi imparano a relazionarsi, ad associare le idee agli oggetti, a inventare storie, crescono e si confrontano continuamente.
  • rispetto delle regole: durante i giochi i bambini sperimentano le prime regole, sulle quali si confrontano e che a volte stabiliscono. Imparano anche che rispettarle è fondamentale per la buona riuscita del gioco.
  • collaborazione: i piccoli giocando imparano che hanno un ruolo, possono collaborare con gli altri per arrivare tutti allo stesso obiettivo, che può essere la vittoria se il gioco si fa competitivo.

Ma giocare non è solo per i bambini, infatti possiamo e dobbiamo intervenire anche noi adulti se il piccolo ce lo chiede, infatti giocando con lui stringeremo un rapporto più forte, basato sulla fiducia e il rispetto, potremo insegnargli dei giochi che facevamo da piccoli, complimentarci con lui e diventare suoi complici. Inoltre, a carponi per giocare con i nostri bambini avremo modo di tornare a guardare il mondo dalla loro prospettiva, che male non fa.

Benefici del gioco nella vita del bambino

Tantissimi sono i benefici del gioco per i bambini, sia a livello sociale, fisico ed emotivo comportamentale:

A livello sociale

  • i bimbi giocando diventano più empatici
  • imparano a condividere, giocando insieme devono per forza spartirsi i giocattoli
  • includono
  • condividono opinioni diverse
  • imparano il gioco di squadra

A livello fisico

  • giocare è un'attività gioiosa e a beneficiarne è il corpo del piccolo, il suo sistema immunitario, quello endocrino e cardiovascolare
  • il bimbo è libero e quindi non prova stress o ansia
  • il piccolo coordina i suoi movimenti, impara a muoversi, correre, saltare e stare in equilibrio

A livello emotivo e comportamentale

  • Giocando a fare finta e a scambiarsi i ruoli i bimbi, anche quelli più timidi aumentano la fiducia nelle proprie capacità
  • Sono meno irritabili
  • Accrescono l'autostima
  • Trovano conforto se sono tristi
  • Aumentano la loro determinazione
  • Si calmano
  • Si adattano a situazioni e cambiamenti

Fattori che favoriscono il gioco del bambino

Il bimbo deve giocare, perché questo è un suo diritto ma è bene che sia attorniato da situazioni e condizioni che glielo permettano.

mamma e bimba

Tra i fattori indispensabili al gioco abbiamo:

  • Aiutare il piccolo a sviluppare la fantasia: piccolo giocherà con la fantasia se noi genitori saremo presenti fin dalla nascita, raccontandogli storie, fiabe e invitandolo a raccontarcene a sua volta.
  • Ritagliare al bambino del tempo libero: spesso cerchiamo di riempire ogni singolo momento della loro giornata, così che stanchi, una volta a casa possono solo addormentarsi nel letto, ritagliare loro dei momenti per svagarsi e giocare è fondamentale.
  • Stare con gli amici: un altro fattore che influisce il gioco nel bambino è permettergli di trascorrere del tempo con i suoi coetanei, al parco, nel giardino fuori casa o invitandoli per giocare insieme.
  •  Costruire degli spazi sicuri e su misura per i nostri piccoli così che si sentano felici e sereni all'idea di poter giocare, è ciò che dobbiamo impegnarci a fare noi genitori.
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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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