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3 Marzo 2024
14:00

Cosa si intende per primi mille giorni e perché sono importanti

Con "primi mille giorni di vita" si indica il periodo che va dall'inizio della gravidanza ai due anni del bambino. È una fase cruciale durante la quale cresce e si sviluppa il cervello del piccolo. Occorre quindi prestare attenzione all'alimentazione, alle relazioni e all'ambiente in cui vivono mamma e figlio per evitare danni a breve e lungo termine sulla salute.

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Cosa si intende per primi mille giorni e perché sono importanti
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Con “primi mille giorni di vita” convenzionalmente si indica il periodo che intercorre fra il concepimento e i primi due anni di vita del bambino. Si tratta di un lasso di tempo ritenuto essenziale dalla comunità scientifica per la salute futura del piccolo. È l’arco temporale durante il quale il cervello, il corpo, il metabolismo e il sistema immunitario del bambino crescono e si sviluppano, perciò è fondamentale garantirgli una buona alimentazione, un senso di sicurezza e protezione e un ambiente sano. Purtroppo nei Paesi in via di sviluppo la povertà, il degrado, la malnutrizione (sia delle mamme che dei figli) rischiano di compromettere o influire negativamente sui primi mille giorni di vita dei piccoli. Da anni infatti organizzazioni internazionali come OMS e Unicef ed economisti chiedono più investimenti nel benessere di madri e figli, specialmente nelle zone del mondo più in difficoltà.

Cosa si intende per i primi mille giorni

I “primi mille giorni” vanno dal concepimento fino al secondo compleanno del bambino. È ovviamente un’etichetta convenzionale che racchiude fra due limiti temporali (l’inizio della gravidanza e il secondo compleanno) un periodo di tempo cruciale in cui l’organismo del piccolo è ritenuto “plastico” e quindi malleabile a seconda del nutrimento che riceve e degli stimoli a cui è esposto.

Sono giorni determinati quindi per la crescita e lo sviluppo del piccolo in ottica futura: quello che il feto prima e il bambino poi mangia e l’ambiente in cui cresce nei primi mille giorni sono fondamentali per la sua salute e il suo benessere futuri. Anche quando la dieta e la salute fisica e mentale della madre sono compromesse, la salute del figlio ne risente.

Quanti sono mille giorni di vita

Mille giorni equivalgono a poco meno di tre anni, il lasso di tempo che intercorre fra il concepimento del piccolo e i suoi 2 anni di età. L’espressione quindi nasce da un’operazione sommaria:

  • Gravidanza: circa 270 giorni (nove mesi per trenta giorni l’uno)
  • Il primo anno di vita del piccolo: 365 giorni, pari a un anno
  • Il secondo anno di vita del piccolo: 365 giorni, pari a un anno

Sommando le tre cifre si ottiene il risultato a tre zeri: 1000.

Perché sono importanti i primi mille giorni?

I primi mille giorni sono importanti perché è il periodo in cui vengono gettate le basi per lo sviluppo fisico, sociale, emotivo e cognitivo del bambino a lungo termine. La sua capacità di svilupparsi adeguatamente, crescere e apprendere è infatti significativamente influenzata dal benessere della madre e da come lui è nutrito e curato.

Ad esempio, una madre denutrita, tossicodipendente o in cattiva salute difficilmente può avere una gravidanza “tranquilla”, e il feto rischia di risentire in negativo della pessima salute della madre.

Secondo la ricerca più recente, comunque, la salute del piccolo è influenzata dalla condizione dei genitori (della madre come del padre) già prima del concepimento. Fumo, abuso di alcol, uso di droghe, obesità, infezioni sessualmente trasmesse, esposizione professionale a sostanze tossiche prima della gravidanza rischiano di ridurre la fertilità della coppia e/o di esporre il nascituro a malattie congenite del cuore o del sistema nervoso.

Nello specifico, i tre fattori che incidono di più sulla salute del pargolo nei primi mille giorni sono:

  • Alimentazione
  • Ambiente fisico
  • Relazioni

Alimentazione

È essenziale garantire un ottimo nutrimento sia alla mamma che al piccolo durante i primi mille giorni. La malnutrizione o comunque un’alimentazione insufficiente prima e dopo la gravidanza rischiano di causare problemi di diverso genere al pargolo, come la nascita sottopeso o sovrappeso, una minore altezza da adulti, lo sviluppo di malattie e disturbi come l’obesità e il diabete di tipo 2.

Nei primi sei mesi di vita si raccomanda di optare per l’allattamento esclusivo al seno, che garantisce al neonato il corretto apporto di nutrienti per il suo sviluppo neurologico e fisico. A sei mesi si consiglia l’inizio dello svezzamento, introducendo alimenti semisolidi nella dieta del lattante.

Ambiente fisico

Il bambino viene plasmato dagli ambienti interni ed esterni sia quando è ancora un feto sia quando è neonato. È importante quindi rendere i primi mille giorni il più sicuri, protetti e sani possibili, quando il piccolo si sviluppa nel grembo materno come quando cresce nello spazio domestico.

L’esposizione a sostanze tossiche o inquinanti ambientali, ad esempio, incidono sul benessere del pargolo.

È essenziale che il bambino abbia a sua disposizione uno spazio in cui sia libero di muoversi. Dopo il primo anno, si consigliano almeno tre ore al giorno di movimento fisico.

Relazioni

Durante i primi mille giorni è fondamentale garantire al piccolo attaccamenti emotivi e relazionali sicuri. In questa fase il piccolo risente fortemente di un clima familiare favorevole, sia quando è nel grembo materno che dopo la nascita. Il contatto fisico, l’attenzione e la risposta adeguata e immediata ai bisogni del bambino aiutano a instaurare con lui una relazione affettiva positiva e un attaccamento sicuro, essenziali per una buona salute fisica e mentale.

Per tutti questi motivi, le organizzazioni internazionali e nazionali sottolineano l’importanza di implementare interventi di prevenzione e promozione della salute nei primi mille giorni di salute del bambino.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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