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28 Novembre 2023
9:00

Cosa sono le placche in gola e come riconoscerle nei bambini

Le placche in gola sono un problema frequente nei bambini e benché spesso siano associate infezione da streptococco, possono dipendere da diversi fattori. Le terapie possono variare da una semplice osservazione vigile alla cura antibiotica, tuttavia è importante che sia sempre il pediatra a valutare il da farsi, escludendo soluzioni fai da te.

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Cosa sono le placche in gola e come riconoscerle nei bambini
Pediatra
Cosa sono le placche in gola e come riconoscerle

Il mal di gola è uno dei disturbi più frequentemente riferiti dai bambini ed è spia di una infiammazione che coinvolge la faringe (faringite) oppure faringe e tonsille (faringotonsillite). In caso di mal di gola, le tonsille possono essere aumentate di volume, arrossate e ricoperte da un materiale biancastro.  Si tratta di essudato tonsillare, noto anche con il termine di “placca”. Le placche in gola sono di solito biancastre, più o meno estese, ben aderenti alle tonsille.

Tra i sintomi che possono essere presenti vi sono, oltre il mal di gola, anche la febbre, la difficoltà alla deglutizione e un senso di malessere generalizzato.

All’esame obiettivo, si può spesso notare la presenza di linfonodi di dimensioni aumentate bilateralmente nella regione del collo: vederli (e sentirli) ingrossati spesso fa spaventare mamma e papà ma è bene sapere che nel corso delle infezioni i linfonodi svolgono un ruolo importante comportandosi da filtri in grado di intercettare e distruggere eventuali germi.

Quali sono le cause delle placche in gola

A dispetto di quanto spesso si dice, avere le placche in gola non significa automaticamente avere una infezione da streptococco.

Le placche in gola possono comparire anche in caso di altre patologie, come ad esempio nelle faringotonsilliti di origine virale (per esempio nella mononucleosi, o nelle infezioni da adenovirus).

Purtroppo nemmeno il pediatra più esperto, con la sola visita è in grado di affermare con certezza se la faringotonsillite è causata o meno dallo streptococco. Per la diagnosi, occorre dimostrare la presenza dello streptococco beta emolitico di gruppo A (SBEGA) con il tampone.

mal di gola

Le placche in gola spesso si possono riconoscere anche a occhio nudo, semplicemente chiedendo al bambino di aprire la bocca e con una luce illuminare la gola. Negli altri casi, il pediatra riesce ad evidenziarle durante la visita del bambino.

In ogni caso, se vediamo placche sulle tonsille del nostro bambino, non bisogna iniziare l'antibiotico autonomamente a domicilio, senza l’indicazione del medico.

C'è connessione tra placche in gola e COVID?

Il mal di gola è uno dei sintomi che si può riscontrare in caso di infezione da Sars-CoV2. Il riscontro di placche è possibile, anche se attualmente non vi è una elevata incidenza di riscontro di placche tonsillari in caso di COVID-19.

Le placche in gola sono contagiose?

Le placche di per sé non sono contagiose. Il rischio di contagio è invece legato all’agente eziologico, virus o batterio, che determina l’infezione.

In caso di infezione da streptococco Beta emolitico di gruppo A il bambino è contagioso per le prime 24 ore dall’inizio della terapia antibiotica.

Come curare le placche in gola

In base alla visita e alla luce degli eventuali esami eseguiti, viene stabilito dal medico se è opportuna o meno una terapia specifica.

In caso di infezione batterica da SBEGA, il pediatra prescriverà un antibiotico specifico che consentano l’organismo di combattere l’infezione, ridurre la sintomatologia e prevenire le complicanze. È importante seguire scrupolosamente le indicazioni del pediatra, senza ridurre la durata della terapia perché “il bambino sembra stare meglio”.

Tra le terapie sintomatiche, mirate ad alleviare il dolore, vi è il ricorso al paracetamolo e l’assunzione di liquidi chiari e tiepidi.

In caso di faringotonsilliti ricorrenti, valutare con il pediatra la opportunità di una valutazione specialistica otorinolaringoiatrica per capire se è il caso di ricorrere alla chirurgia ( adenotonsillectomia).

Quanto tempo durano

La ripresa scolastica in caso di placche da faringotonsillite streptococcica può avvenire già a distanza di almeno 24 ore dall’inizio della terapia antibiotica e non richiede né il certificato medico né la documentazione del tampone negativo. Non bisogna cioè aspettare che le placche spariscono: ci potrebbero volere diversi giorni.

L’importante è che il bambino stia meglio, per cui non concordiamo con il pediatra i tempi più opportuni per la ripresa scolastica alla luce di come il nostro bambino si sente.

Cosa non fare se il bambino ha le placche in gola

Alcuni bambini con placche in gola possono essere dei portatori di Streptococco Beta emolitico di gruppo A. Dai dati della letteratura il problema riguarda il 10- 25% di essi.

Lo stato di portatore può perdurare da settimane a mesi, ma è associato a un rischio minimo di complicanze e a basso rischio di trasmissione. Non è raccomandato il trattamento antibiotico nei soggetti portatori. Per questo motivo, se mamma e papà notano delle placche in gola è importante che consultino il pediatra prima di eseguire un tampone faringeo: in assenza di sintomi acuti non deve essere eseguito il test rapido per l’identificazione della presenza di streptococco nella faringe.

Così pure, se alla fine della terapia antibiotica si notano ancora le placche, non vi è indicazione a ripetere il tampone: potrebbe solo volerci più tempo perché scompaiono.

Infine, togliere a casa le placche alla gola dei bambini servendosi ad esempio di cotton fioc è assolutamente da evitare: non serve a farli guarire prima perché non rimuove la causa che li ha provocate (il germe). Il rischio è poi di dolore e sanguinamento legato alla frizione.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Elena Bozzola
Pediatra
Laureata in Medicina e Chirurgia nel 2001, poi Specializzata in Pediatria Generale e Specialistica presso l’Università degli Studi di Pavia. Ho lavorato presso UO Neonatologia S Giuseppe a Milano, poi UO Pediatria Ospedale Universitario S Paolo a Milano. Dal 2009 lavoro quale dirigente medico in pediatria presso Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, occupandomi prevalentemente di pediatria generale e malattie infettive.  Ho effettuato una fellowship presso Ospedale Nicklaus, Miami, USA nel 2018. Sono stata eletta Segretario e Consigliere  Nazionale della Società Italiana di Pediatria nel 2016, ruolo che tuttora ricopro.  Inoltre, sono Vicedirettore di “Pediatria Magazine”, rivista ufficiale della Società Italiana di Pediatria,  e Coordinatore della Commissione Comunicazione Scientifica della Società Italiana di Pediatria.
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