«La scuola è aperta a tutti». Così recita l’articolo n.34 della Costituzione Italiana, “anche ai bambini che si trovano in ospedale” aggiungiamo noi. Proprio in quest’ottica, attorno agli anni Cinquanta è nata la scuola in ospedale.
Tra i tanti cambiamenti e disagi che un’ospedalizzazione prolungata comporta nella vita di un bambino c’è anche l’impossibilità da parte del piccolo a frequentare le normali lezioni scolastiche. Proprio per sanare questo problema molte strutture ospedaliere sono dotate della scuola in ospedale, in cui degli insegnanti forniscono al bambino delle lezioni individuali o con dei compagni coetanei per permettergli di non rimanere indietro con il programma scolastico.
Quando è nata la scuola in ospedale?
I primi esempi di scuola in ospedale in Italia risalgono agli anni Cinquanta, quando in maniera del tutto autonoma alcuni reparti di pediatria, grazie all’opera di volontariato di alcuni insegnanti, decisero di permettere ai ragazzi ospedalizzati di poter seguire le lezioni anche dal letto della camera in cui erano ricoverati. Prima che la scuola in ospedale diventasse una realtà riconosciuta e di pari valore rispetto a qualsiasi altro istituto scolastico, però, ci sono voluti degli anni. É infatti la Circolare Ministeriale n.345 del 1986 a sancire l’esistenza e la necessità delle scuole elementari negli ospedali. Nel testo si legge:
L'attività didattica rivolta ai bambini ricoverati nelle strutture ospedaliere riveste un ruolo estremamente rilevante in quanto garantisce ai bambini malati il diritto all'istruzione e contribuisce al mantenimento o al recupero del loro equilibrio psico-fisico.
All’interno del testo si parla anche dell'idea del Ministero di valutazione le attività scolastiche già in atto negli ospedali e alla necessità di istituire sempre di più, con personale scolastico e ospedaliero qualificato.
Nel 1998 poi, una seconda circolare ministeriale spiegò, con più chiarezza come la scuola in ospedale dovesse essere organizzata, basandosi dunque sulle esigenze dei singoli alunni, riuscendo in maniera flessibile a evitare due fenomeni che spesso, dopo lunghe ospedalizzazioni colpiscono i piccoli degenti e le loro famiglie: “dell'abbandono e della dispersione scolastica”.
Nel 2020 la scuola in ospedale è stata dotata anche di registro elettronico, e di un sito ministeriale dal quale accedere al servizio.
Come ci si iscrive alla scuola in ospedale?
Non serve un’iscrizione formale alla scuola in ospedale, sta ai docenti, consultare l’elenco dei ragazzi in età scolare ricoverati in pediatria e proporre loro di partecipare alle lezioni. Il bimbo specificherà l’anno accademico al quale è iscritto e riceverà così una formazione adatta al suo stato di salute e alla sua età.
Il piccolo, secondo le linee guida nazionali, già iscritto alla scuola di qualsiasi ordine e grado, può accedere al servizio di scuola in ospedale o scuola a domicilio se riceve cure in day hospital, che lo tengono lontano da scuola per un periodo anche non continuativo di almeno 30 giorni.
Cosa si fa durante le lezioni della scuola in ospedale?
Le lezioni durante il periodo di ospedalizzazione dell’alunno devono essere flessibili e assecondare sempre orari e tempi delle terapie a cui il ragazzo è sottoposto. La classe, se si viene a comporre, non risponde ovviamente del minimo di alunni necessario nelle altre istituzioni scolastiche.
Gli alunni all'interno dell'ospedale ricevono lezioni da docenti in continuo contatto con i loro insegnanti di riferimento, così da rimanere in pari con il programma che i loro compagni di classe stanno seguendo.
Gli insegnanti della scuola in ospedale, ovviamente, però, tendono ad aiutare e supportare l'alunno anche dal punto di vista psicologico, consapevoli della situazione difficile che sta vivendo, molto più importante di giudizi e voti sul loro rendimento.
Come funzionano i voti e gli esami?
Secondo le normative nazionali, gli alunni che seguono le lezioni in ospedale per un periodo rilevante dell’anno scolastico ricevono dei giudizi sul loro livello di apprendimento di ciascuna materia che gli insegnanti dell’ospedale riferiscono ai loro docenti di riferimento nella scuola. Così al rientro sui banchi avranno nel loro portfolio anche questo giudizio che contribuirà a quello di fine anno.
Se la permanenza dell’alunno nell’ospedale dura per l’intero anno scolastico, invece, saranno i docenti dell’ospedale a partecipare allo scrutinio che si tiene nella scuola di riferimento dell’alunno. Come specifica l'articolo 22 comma 1 del decreto legislativo n. 62 del 2017. Se l’alunno è ricoverato in ospedale nel periodo in cui dovrebbe fare, insieme alla sua classe, gli esami di terza media o di quinta liceo la legge gli garantisce il parziale o completo svolgimento degli esami in ospedale.