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7 Marzo 2024
18:00

Cos’è il chroming: la pericolosissima challenge online che imitano bambini e adolescenti

Un bimbo britannico di 11 anni ha perso la vita a causa della chroming challenge, una sfida su TikTok che prevede l'inalazione di fumi provenienti da bombolette spray, acetone, vernici o benzina, in grado di provocare euforia ma nel peggiore dei casi anche la morte.

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Cos’è il chroming: la pericolosissima challenge online che imitano bambini e adolescenti
challenge online

Un'altra folle challenge che impazza sui social e miete numerose vittime tra i giovanissimi è la chroming challenge, per la quale, lo scorso 2 marzo, un bimbo britannico di soli 11 anni ha perso la vita.

La challenge che spopola su TikTok, Instagram e YouTube fin da prima del 2018, anno in cui i social hanno bloccato tutti i rimandi all'hashtag #chroming, arriva dall'Australia. Il termine chroming rimanda a una pratica, messa a punto dai tossicodipendenti, che prevede l'inalazione dei fumi derivanti dalla vernice a base cromo.

I ragazzini che decidono di imitare e pubblicare contenuti con l'hashtag #chroming non inalano il cromo ma altri solventi tossici, provenienti da oggetti di uso quotidiano, per provare una sensazione di ebrezza che queste sostanze provocano in loro.

I social non sono purtroppo non sono solo luoghi di svago per bambini e adolescenti, ma nascono diverse insidie, che se non si è adeguatamente pronti a schivare possono essere fatali.

Una di questa sono le challenge, video che diventano virali dove gli utenti di Instagram o TikTok si cimentano in pratiche che all'apparenza non sembrano pericolose ma che in realtà lo sono. Chi guarda questi video tende ad imitarli rischiando di rimetterci in salute.

Nei video che spopolano online con l'hashtag #chromingchallenge si vedono ragazzi, spesso minorenni, che inalano per diversi minuti sostanze tossiche provenienti da bombolette spray, come quelle della panna o dei deodoranti, vernici tossiche, pennarelli indelebili ed evidenziatori, colla, acetone per rimuovere lo smalto e persino la benzina. I piccoli utenti continuano finché non vengono travolti da una strana sensazione di euforia. Le sostanze tossiche provocano nei bambini una sorta di eccitamento, e nel frattempo arrecano danni al loro sistema nervoso e in generale alla loro salute.

L'inalazione, infatti, spiega la pagina ufficiale del Royal Children's Hospital di Melbourne provoca un rallentamento dell'attività dei neuroni del sistema nervoso centrale, la sensazione è la stessa che da al corpo l'etanolo, dunque una sorta di frastornamento tipico di  quando si è sotto effetto di una sostanza alcolica. Questo rallentamento dell'attività cerebrale può però comportare anche:

  • danni a lungo termine al cervello
  • infarto
  • convulsioni
  • coma
  • soffocamento
  • danni agli organi interni
  • morte

Le piattaforme social hanno agito cancellando ogni contenuto che facesse riferimento a questo tipo di challenge, se infatti si digita il nome della challenge su TikTok si apre una pagina che illustra agli utenti il pericolo di imitare questi comportamenti e induce i ragazzi a seguire 4 step prima di copiare le azioni di altri utenti online: fermati, pensa, decidi, agisci.

Il problema è che questa ennesima morte causata dall'imitazione di un comportamento scorretto online ci ricorda l'importanza di un'educazione non giudicante ma presente all'utilizzo dei social da parte dei minori. Perchè come visto non basta che le piattaforme rimuovano un contenuto, dal momento che quando un video è online anche per pochi secondi poi lo sarà per sempre, ma educare i ragazzi ad utilizzare sempre il proprio senso critico e a non farsi prendere dalle dinamiche di gruppo.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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