Freebirth è un termine inglese che letteralmente significa "nascita libera". Indica un parto in cui la futura mamma sceglie deliberatamente di non ricevere assistenza medica e/o ostetrica. A differenza del parto in casa o a domicilio assistito da personale sanitario qualificato, il freebirth non prevede la presenza di ostetriche, medici o altro personale sanitario pronto ad aiutare la donna nel momento in cui dà alla luce il suo bebé. Si tratta, quindi, di una pratica molto rischiosa, perché durante un parto sono parecchie le complicanze che potrebbero insorgere richiedendo l'intervento tempestivo di un operatore sanitario per salvaguardare la salute della donna e del bambino che porta in grembo. Per questo si raccomanda caldamente di non partorire senza prendere tutte le precauzioni del caso, come un'ostetrica qualificata al proprio fianco e un ospedale vicino pronto ad aiutare la gestante.
Cos'è il freebirth
Alcune madri scelgono di far nascere il proprio bambino senza ricevere alcuna assistenza ostetrica. Decidono di partorire da sole, a casa o in un luogo ritenuto speciale per loro, senza il supporto di ostetriche, medici o altro personale sanitario.
La maggior parte delle nascite in Italia e nei paesi occidentali avviene in ospedale. Ci sono alcuni casi, però, in cui la donna non riesce ad arrivare nel reparto di maternità e partorisce dove si trova e altri in cui si sceglie un parto a casa con l'ostetrica. Sono poche, invece, le donne che optano per il parto "libero", senza alcuna assistenza da parte di operatori sanitari.
Le differenze tra freebirth e parto in casa
Freebirth e parto assistito in casa non sono due sinonimi. Nel secondo caso, infatti, la donna sceglie di non partorire in ospedale, preferendo far nascere il proprio bambino tra le mura domestiche, ma in presenza di operatori sanitari qualificati.
Di solito la futura mamma viene assistita da due ostetriche, che non solo preparano l'ambiente in modo che sia il più possibile accogliente per una nuova vita, ma si assicurano che tutto proceda bene dal travaglio al momento della nascita. Se qualcosa dovesse non andare come previsto, sono le ostetriche stesse a chiamare il più vicino ospedale per soccorrere mamma e bebè.
Il freebirth, invece, prevede di partorire dove si vuole (a casa o in un altro luogo, ma non ovviamente in ospedale), senza nessuno accanto. C'è solo la partoriente e, se lei lo desidera, l'altro genitore o altri membri della famiglia, come fratellini o sorelline maggiori o nonni, ad esempio.
Chi opta per questo tipo di nascita vuole essere indipendente al momento del parto, scegliere come far nascere il bebè, permettergli di venire al mondo in un luogo speciale, includere tutta la famiglia. Spesso sono donne che rifiutano l'assistenza ospedaliera, per traumi ed esperienze negative del passato o perché convinte che la nascita sia un evento del tutto naturale e le partorienti non hanno bisogno di aiuto.
Quali sono i rischi del freebirth
La nascita cosiddetta "libera" ha, però, dei rischi che la futura mamma non può sottovalutare. Le conseguenze negative per la donna e il bambino potrebbero aumentare, perché non si dispone immediatamente di personale medico formato a intervenire in caso di complicanze. Se è vero che il parto è un evento del tutto fisiologico e naturale, è altrettanto vero che non sempre le cose procedono come dovrebbero. E se non c'è qualcuno che possa diagnosticare eventuali problemi in tempo, si mette a rischio la salute e la vita stessa della mamma e del bebè.
Anche in caso di gravidanza a basso rischio, ci sono infatti dei problemi che potrebbero comunque verificarsi durante il travaglio e il parto. Avere accanto del personale qualificato è quindi essenziale per la partoriente al fine di diagnosticare o trattare varie problematiche, come ad esempio:
- sanguinamento anomalo o eccessivo, prima, durante e dopo la nascita
- difficoltà/distocie in fase di travaglio
- mancata espulsione della placenta
- danni o lacerazioni al perineo
- infezioni
- malposizioni del feto
- prolasso del funicolo (discesa anticipata del cordone ombelicale)
- anomalie nella frequenza cardiaca
Avere accanto un'ostetrica o un'altra figura sanitaria qualificata permette di affrontare il parto con più tranquillità, nel rispetto delle volontà dei futuri genitori, sia nel caso di parto in casa sia nel caso di parto in ospedale.
Il consiglio dell'ostetrico
Cercare di demedicalizzare la gravidanza e il parto garantendo il rispetto della fisiologia è un diritto di ogni donna e un dovere delle istituzioni. Il tutto deve essere fatto, però, in modo preparato e cosciente: è quindi estremamente rischiosa la scelta di rinunciare in toto ad una assistenza qualificata durante l'evento nascita.
Buona parte dei problemi che si possono verificare durante il travaglio e il parto sono infatti eventi ad insorgenza acuta che, come tali, richiedono una rapida diagnosi e un altrettanto veloce intervento. Anche dopo la nascita il bambino potrebbe necessitare di aiuto per riprendersi dalle fatiche del travaglio e i primi minuti post partum sono di gran lunga i più significativi per riuscire a garantire dei buoni outcome neonatali.
Scegliere quindi la presenza di personale preparato non significa abbandonare l'idea di una assistenza rispettosa. Anzi: rinunciare all'interventismo è sempre più una scelta raccomandata dalle linee guida internazionali. Al contrario, pensare al "fai da te" durante un momento così delicato espone ad altissimi rischi di mortalità e morbilità materno-fetale.