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30 Marzo 2024
15:00

Cos’è la crioconservazione di tessuto ovarico e quando farla

La crioconservazione del tessuto ovarico è una tecnica per la conservazione della fertilità in giovani donne colpite da gravi patologie, come tumori maligni, o da altre patologie che possono ostacolare il concepimento, come l’endometriosi. Permette il prelievo del tessuto ovarico in qualsiasi momento e la crioconservazion in azoto liquido.

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Cos’è la crioconservazione di tessuto ovarico e quando farla
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La crioconservazione di tessuto ovarico è una procedura alternativa al congelamento degli ovociti e degli embrioni in grado di preservare sia la funzione gametogenica sia steroidogenica in bambine e in giovani donne affette da neoplasie. In parole più semplici, permette alle donne di curarsi e preservare la loro fertilità, che potrà essere ristabilita al termine delle cure. Può essere effettuata in qualsiasi momento del ciclo mestruale, evitando ritardi nell’inizio della terapia antitumorale, in quanto non richiede stimolazione ormonale.

Cos'è la crioconservazione del tessuto ovarico

La crioconservazione del tessuto ovarico è una procedura per rimuovere, congelare e conservare il tessuto ovarico, per preservare la funzione ovarica e la funzione riproduttiva di bambini e giovani donne affette da patologie oncologiche. In questo modo, una volta completata la terapia, il tessuto ovarico potrà essere trapiantato nuovamente nel corpo permettendo di riacquistare la piena funzionalità ovarica, compresa la fertilità.

Quando farla

E’ indicata in donne con età inferiore a 38 anni con riserva ovarica adeguata. È  consigliata per preservare la fertilità non solo per le donne o le ragazze in età prepuberale che devono affrontare un trattamento gonadotossico (dannoso per la fertilità), ma per chiunque che desideri preservare più di pochi ovuli. Può anche aiutare le donne a ritrovare la salute riproduttiva e la funzione endocrina. Può quindi essere effettuata anche in caso di:

  • Neoplasie ginecologiche
  • Malattie extra-pelviche: osteosarcoma, sarcoma di Ewing, carcinoma tiroideo, renale e mammario, neuroblastoma, tumore dell’intestino.
  • Malattie pelviche: neoplasie non ginecologiche come il sarcoma pelvico, sarcoblastoma, rabdomiosarcoma, tumore sacrale, neoplasie retto-sigmoidali.
  • Malattie infiammatorie: morbo di Chron, lupus eritematoso, artrite reumatoide.
  • Anomalie cromosomiche
  • Endometriosi 
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Come funziona

La crioconservazione può essere effettuata in qualsiasi momento del ciclo mestruale, permettendo quindi di evitare il ritardo nell’inizio del trattamento chemioterapico ma necessita di un intervento chirurgico laparoscopico per il prelievo di frammenti di corticale ovarica.  Attraverso biopsia viene asportato il tessuto, di una o di entrambe le ovaia, per essere crioconservato in azoto liquido. Quando arriverà il momento opportuno, il tessuto verrà scongelato e reimpiantato nell’ovaia dove è stato effettuato il prelievo (reimpianto ortotopico) o in siti corporei molto vascolarizzati, come ad esempio il sottocute dell’addome (reimpianto eterotipico).

Quanto costa

Il costo della crioconservazione è variabile da struttura a struttura. In caso di neoplasia, è un servizio gratuito se effettuato con servizio sanitario nazionale e nella maggior parte delle Regioni è possibile sottoporsi a questo intervento.  In alcune Regioni, pur in assenza di una legge nazionale, possono accedere al servizio anche le donne con altre patologie (come endometriosi, cisti ovariche recidivanti, malattie autoimmuni, ematologiche, rischio di menopausa precoce) che condizionano la fertilità. Nelle strutture private il costo è intorno ai 3 mila euro.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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