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14 Marzo 2024
9:00

Cos’è la pet therapy e come può aiutare i bambini

Con "pet-therapy" si indicano interventi "dolci" volti a curare disturbi di varia natura attraverso l'interazione con gli animali da compagnia, principalmente cani. Oltre che a scopo terapeutico, viene utilizzata con un obiettivo educativo e ludico-ricreativo per aiutare i bambini a socializzare, a ridurre lo stress e ad affrontare difficoltà relazionali ed emotive.

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Cos’è la pet therapy e come può aiutare i bambini
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Gli animali da compagnia, oltre a diventare amici fedeli dell’uomo, hanno un “potere” terapeutico. Accarezzare i pelosi e trascorrere del tempo con loro è una medicina riconosciuta dalla scienza. Ne è una dimostrazione la pet therapy (letteralmente, «terapia con un animale domestico»), o Terapia Assistita con gli Animali (TAA), cioè un intervento “dolce” con cui, attraverso l’impiego di animali da compagnia e in combinazione con i trattamenti tradizionali, si curano disturbi infantili di ambito fisico, neuro e psicomotorio, cognitivo, emotivo e relazionale.

Il concetto alla base della “pet therapy” fu portato alla luce nel 1961 dallo psichiatra infantile Boris M. Levinson, il quale si accorse che uno dei suoi pazienti – un bambino autistico – aveva iniziato a manifestare dei progressi dopo l’incontro con il suo cane, Jingles, che lo psichiatra teneva nel suo studio. In seguito gli animali – principalmente cani, gatti, cavalli, asini e conigli – cominciarono ad essere affiancati ai più piccoli anche a scopo non terapeutico, ma educativo (Educazione Assistita con gli Animali, EAA) e ludico-ricreativo (Attività Assistita con gli Animali, AAA).

Come riporta l’Istituto Superiore di Sanità, diversi interventi di pet therapy si sono rivelati efficaci nel contrastare disturbi dell’apprendimento, come i DSA, e pure disturbi d’ansia, del linguaggio, ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività), comuni nei bambini. Sul piano terapeutico, gli animali funzionano come dei “catalizzatori sociali” per i piccoli pazienti che soffrono di autismo, favorendone l’interazione e la comunicazione con l’altro.

Cos’è la pet therapy

La pet therapy è una co-terapia utilizzata per curare disturbi di diversa natura nei bambini tramite l’impiego di animali come cani, gatti, cavalli, asini e conigli. Trattandosi di una «co-terapia», è un intervento “dolce”, quindi di supporto, che aiuta, e non sostituisce, le cure tradizionali.

Siccome gli animali vengono utilizzati pure in attività educative e ludico-ricreative, oggi si preferisce utilizzare il termine più ampio “Interventi Assistiti con gli Animali” (IAA), un’etichetta-ombrello che racchiude:

  • Terapia Assistita con gli Animali (TAA), cioè la vera e propria “pet therapy”, con un obiettivo terapeutico e per la quale è richiesta la prescrizione medica
  • Educazione Assistita con gli Animali (EAA), con un obiettivo educativo
  • Attività Assistita con gli Animali (AAA), con un obiettivo ludico-ricreativo

A gestirli sono delle équipe multidisciplinari, costituite da diversi professionisti (di ambito sanitario, pedagogico, tecnico, a seconda delle esigenze), come:

  • medici veterinari
  • pedagogisti
  • educatori professionali
  • psicologici o psicologi-psicoterapeuti
  • educatori cinofili
  • etologi

Un accordo siglato nel 2003 dal Ministero della Salute sulla pet therapy attribuisce alle Regioni e alle Province autonome il compito di favorire «una più ampia diffusione dei nuovi orientamenti clinico-terapeutici con i cani per disabili e con le tecniche della pet-therapy» attraverso iniziative volte ad «agevolare il mantenimento del contatto delle persone, anziani e bambini in particolare, siano esse residenti presso strutture residenziali, quali case di riposo e strutture protette o ricoverate presso Istituti di cura, con animali da compagnia di loro proprietà o con animali comunque utilizzabili per la pet-therapy».

A cosa serve la pet therapy per i bambini

I pelosi rappresentano una fonte di affetto per i piccoli, nonché un ponte comunicativo fra i due mondi, quello umano e quello animale, con notevoli benefici sul piano terapeutico ed educativo. La pet therapy ad esempio può aiutare i bambini che soffrono di autismo nell'apprendimento dell'empatia, nella comunicazione (a gesti e a parole) e nello sviluppo di competenze sociali. Ma è utile pure per contrastare disturbi dell'apprendimento, da deficit dell'attenzione e iperattività, riducendo ansia e stress nei piccoli, disinnescandone gli atteggiamenti aggressivi e facilitandone l'integrazione nell'ambiente scolastico. Giocare con gli animali, poi, è un'occasione di svago, arricchimento, esplorazione e sviluppo di nuove abilità per i più piccoli.

Terapia Assistita con gli Animali

La pet therapy nasce come supporto ai bambini affetti da disturbi dello spettro autistico. A teorizzarne per la prima volta i benefici fu lo psichiatra infantile Boris M. Levinson nell’articolo The dog as a “co-therapist” presentato nel 1961 all’incontro annuale dell’American Psychological Association a New York. Levinson in quell’occasione raccontò che otto anni prima un suo giovane paziente, accompagnato dai genitori, arrivò un’ora in anticipo nel suo studio e incontrò il cane dello psichiatra. Da allora, il piccolo – che fino a quel momento rifiutava le cure – chiedeva di tornare dallo specialista per giocare con l’animale a quattro zampe. In presenza del cane il paziente riusciva meglio ad esprimere le sue difficoltà e le sue inquietudini.

Da allora continuarono ad essere approfonditi i benefici, a livello terapeutico, del supporto degli animali nella cura di soggetti, specialmente bambini, affetti da disturbi di stampo fisico, neuro e psicomotorio, cognitivo, emotivo e relazionale.

Nel caso di bambini che soffrono di autismo, ad esempio, la pet therapy li aiuta a comunicare (sia a livello verbale che gestuale) e interagire con gli altri, ad alzare il livello di attenzione, a ridurre le stereotipie comportamentali (battere le mani, agitare gli oggetti, muovere il corpo a ripetizione).

I pelosi oggi vengono utilizzati sia nelle scuole e negli ospedali pediatrici che nelle case di riposo.

’Educazione Assistita con gli Animali

Gli animali vengono impiegati pure in interventi a scopo educativo per:

  • Affrontare difficoltà comportamentali come Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA), disturbi del linguaggio, ADHD ed atteggiamenti aggressivi
  • Favorire l’integrazione sociale del piccolo a scuola
  • Aumentare l’autostima e la fiducia in se stessi
  • Migliorare l’empatia e il senso di responsabilità
  • Ridurre l’ansia e lo stress
  • Migliorare le interazione sociali
  • Migliorare l’umore, grazie alla stimolazione dell’ossitocina, ribattezzato l’ormone “dell’amore e della felicità”

Attività Assistita con gli Animali

Trascorrere del tempo con gli animali da compagnia è innanzitutto un’occasione di gioco, e il gioco per i più piccoli è un momento di apprendimento, scoperta e arricchimento. Gli interventi con i pelosi a scopo ludico-ricreativo e di socializzazione – che non vanno confusi con gli sport e le attività agonistiche con gli animali – aiutano a:

  • Migliorare la qualità della vita
  • Migliorare la corretta interazione uomo-animale
  • Sviluppare competenze
  • Aumentare la disponibilità relazionale e comunicativa
  • Stimolare la partecipazione e la motivazione

Come funzionano le sessioni di pet therapy

In Italia gli interventi di pet therapy con i bambini hanno luogo in Centri specializzati, strutture pubbliche (come le scuole e gli ospedali pediatrici) e private che rispettano i requisiti previsti dalle Linee Guida Nazionali. Gli animali più utilizzati per i trattamenti sono i fedeli cani, anche se sono ottimi “aiutanti” pure i cavalli, i gatti, gli asini e i conigli.

Durante le sessioni di pet therapy (di gruppo o individuali) i piccoli interagiscono con gli animali attraverso attività di vario tipo.

Dal 2015 esistono delle indicazioni ufficiali, le Linee Guida Nazionali per gli IAA, che chiariscono l’operatività degli interventi terapeutici ed educativi con gli animali.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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