Il Carnevale è una grande festa tra tradizione e innovazione e l’atto di travestirsi può assumere valori più o meno importanti per ciascuno. Il travestimento durante il carnevale ha origini nella cultura greco-romana. Durante i riti dionisiaci e nell'antica Roma le persone si mascheravano per camuffare la propria identità. Uno degli aspetti affascinanti di questa festa risiedeva e tutt’ora sta nel fatto che durante queste occasioni “tutti possono essere tutti”. Ovvero, grazie al travestimento le gerarchie sociali, i ruoli e le identità sono rovesciate. Nel corso degli anni, questa usanza si è modificata ed ha assunto valori cristiani. Tutt’oggi bambini e adulti si travestono per divertirsi, trasgredire o per sperimentarsi un po’ “nei panni di un altro”.
Che significato ha travestirsi per i bambini?
La maschera o il travestimento aiutano a favorire il processo di immedesimazione in qualcos’altro o qualcun altro. E quando ci guardiamo allo specchio travestiti da Napoleone possiamo con minore o maggiore intensità calarci nella parte ed interpretare un ruolo.
Mascherarsi assume lo stesso significato per adulti e bambini, con una sola differenza: per i bambini il mondo della fantasia può risultare assai vivace e assumere le sembianze di un altro personaggio può rivelarsi un'esperienza davvero “immersiva”, a 360°.
È bene ricordare però che tale coinvolgimento può essere più o meno intenso a seconda dell’età e delle caratteristiche personali. Inoltre, può risultare più o meno gradito dai bambini: dunque facciamo attenzione a rispettare le loro preferenze.
Costume conformista o creativo?
Ogni bambino ha la sua personalità ed è bene assecondarne il bisogno: sia che denoti originalità, sia che rispecchi il trend del periodo. Alcuni bambini potrebbero preferire un travestimento non troppo originale: per esempio Elsa, Hulk oppure Spiderman. Altri proporranno una loro idea oppure vorranno costruirsi da sé la propria maschera stramba. Altri ancora, un po’ meno coinvolti, accetteranno di buon grado le proposte di travestimento fatte dai genitori.
Assecondare l’inclinazione del bambino è un atto di amore da parte dei genitori. Tra le righe è come se stessimo dicendo al piccolo: «Scegli di essere ciò che più ti piace e noi genitori saremo contenti di darti l’opportunità di farlo con gioia e divertimento».
Scelte inusuali o poco gradite dai genitori
A seconda che siano stati in grado di assecondare le scelte dei piccoli oppure di suggerirne di proprie (nel caso in cui siano i bambini a chiederlo), i genitori potranno vivere con maggior o minor grado di soddisfazione il travestimento del figlio. «Avrei voluto che si vestisse da Pippi Calze Lunghe» ed invece ha scelto di travestirsi da strega. Oppure «avrei voluto che si vestisse da supereroe ed invece ha scelto di vestirsi da dalmata».
L’insoddisfazione per la scelta o il timore che questa o quella possano risultare poco apprezzate dai coetanei è un sentimento che alcuni adulti potrebbero provare. Tuttavia è bene ricordare che assecondandoli abbiamo contribuito a favorire il loro senso di riconoscimento ed autodeterminazione. Inoltre, è anche giusto ricordarsi che si tratta di una festa e che è bene alleggerirsi da aspettative e preconcetti. In fin dei conti è l’occasione per staccare dalla routine e per farsi una risata in compagnia.
Paura delle maschere oppure rifiuto di travestirsi
Ci sono alcuni bambini che per paura o per scelta preferiscono non travestirsi, non partecipare oppure farlo ma in “borghese”. Ancora una volta è bene assecondare questa loro necessità. In base all’età potrebbe essere gradito dai piccoli se, oltre che rispettare le loro scelte, ci mostrassimo interessati a capire quali pensieri ed emozioni lo/la portano a rifiutare di partecipare. In questo modo i bambini si sentiranno accolti e percepiranno l’interesse curioso e rispettoso dei genitori.