Culle mai così vuote dai tempi dell'Unità d'Italia. È questo il dato più allarmante presentato dagli indicatori demografici ISTAT per il 2022 che, pur basandosi su dati ancora provvisori, hanno registrato un tasso di natalità al minimo storico, com meno di sette nati ogni 1.000 abitanti.
Numeri che fanno riflettere, soprattutto se rapportati ad una mortalità che risulta ancora piuttosto elevata e dunque per il 2023 ha comportato un ulteriore calo di popolazione residente (circa il 3%) rispetto all'anno precedente.
Conferme di trend negativi
Nel 2022 i nuovi nati sono stati meno di 400.000 per la prima volta nella storia repubblicana, confermando una tendenza negativa che sta proseguendo ormai da più di un decennio.
«Dal 2008, ultimo anno in cui si registrò un aumento delle nascite, il calo è di circa 184mila nati, di cui circa 27mila concentrate dal 2019 in avanti».
Indicatori Demografici ISTAT, 7 aprile 2023
Secondo il report, le cause di questo costante calo sono varie e non ascrivibili solamente alla scelta degli italiani di non avere figli. Oltre alla pur diffusa rinuncia alla genitorialità, motivata sia da ragioni personali che da oggettive difficoltà socio-economiche, ad affossare la natalità del nostro Paese contribuirebbero anche fattori come l'invecchiamento progressivo della popolazione, che da anni sta lentamente erodendo il numero di donne considerabili in "età fertile" (tra i 15 e i 49 anni).
Se nel 2022 si fosse procreato con la stessa intensità e lo stesso calendario del 2019, afferma infatti l'ISTAR, «il calo dei nati sarebbe stato pari a circa 22mila unità», il che dunque porta ad attribuire la riduzione all’invecchiamento della popolazione femminile in età feconda. Le restanti 5.000 nascite in meno, invece, verrebbe giustificata dalla «reale diminuzione dei livelli riproduttivi».
Osservano la situazione regione per regione, il Trentino Alto Adige si conferma l'ultimo baluardo della natalità, con un tasso di 1,51 figli per donna, mentre la Sardegna resta ancora il fanalino di coda del Paese, con appena 0,95 figli per donna.
In Italia siamo sempre meno
Come già accennato, un simile tracollo delle nascite si accompagna anche ad un tasso di mortalità – 12 decessi su 1000 abitanti – che rimane comunque piuttosto elevato.
Nel 2022 i decessi in Italia sono stati infatti circa 713mila, con un tasso di mortalità pari al 12,1‰ Oltre 12mila decessi in più rispetto al 2021, con picchi nei mesi più freddi (gennaio e dicembre) e più caldi (luglio e agosto), il che la dice lunga sull'ampia fetta di popolazione composta da cittadini anziani e fragili (soprattutto donne).
Gli stranieri sono in aumento (+3,9 %), ma nemmeno loro riescono più a colmare il deficit di popolazione che ogni anno sembra allargarsi. Al primo gennaio 2023 i residenti in Italia erano 58 milioni e 851mila, 179mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2022.
C'è qualche nota positiva?
Benché rappresenti un'ulteriore conferma del trend d'invecchiamento generale del Belpaese, gli uomini italiani hanno recuperato in media due anni e mezzo in più nell'aspettativa di vita, che ora si attesta intorno agli 80,5 anni. Invariato invece il dato riguardante le donne, la cui aspettativa di vita rimane di 84,8 anni.
Aumentano anche gli ultracentenari, sfondando il tetto dei 22mila, 2.000 in più del 2022.