Spavaldi e sicuri, tengono il palco come se fossero nati con un microfono in mano, mentre il pubblico già canta le loro canzoni. Sono i cantanti più giovani ad essersi esibiti sul palco dell'Ariston, che nei loro testi hanno raccontato tutti i drammi della Generazione Z.
Sono lontani i tempi in cui una tremante Gigliola Cinguetti a soli 16 anni si mostrava spaventata a Sanremo cantando "non ho l'età"; i ragazzi che ieri sera hanno portato le loro canzoni sul palco più seguito d'Italia sembrano impeccabili e sicuri di loro. I loro testi, però, lasciano trapelare tutte le sofferenze di una generazione forte e fragile, spesso priva punti di riferimento solidi.
Questi ragazzi, consapevoli della potenzialità della loro musica, cercano con i loro brani di portare messaggi universali e di parlare di quelle tematiche che purtroppo nel mondo degli adulti sono ancora un tabù, come il bullismo, le manie di perfezionismo, la salute mentale e il suicidio.
Da Clara a La Sad, passando per Sangiovanni e Big Mama, ecco come stanno i giovani di oggi.
Clara e il peso delle aspettative
Ad aprire la prima serata della 74esima edizione del Festival di Sanremo è stata Clara, la vincitrice di Sanremo Giovani, conosciuta dal grande pubblico come Crazy J, una delle protagoniste della serie tv "Mare fuori". Classe 1999, la cantante ventiquattrenne è stata la prima rappresentante della Gen Z a calcare il palco dell’Ariston.
Sguardo sicuro, ottima padronanza del palco, si è lasciata andare a qualche sospiro solo una volta finita la sua performance, sussurrando discreta «Sai Amadeus il cuore mi batteva fortissimo», lasciando tutti con una domanda: «ma allora non sono fragili come li descrivono i giovani di oggi?».
Clara però ha portato sul palco un pezzo dal titolo “Diamanti Grezzi”, per raccontare di come la ricerca della perfezione l’abbia sempre portata ad essere crudele con se stessa. Il suo testo è un inno alle imperfezioni di tutti, non solo alle sue, per una società che spesso si aspetta troppo da ciascuno e finisce per far sentire sbagliati tutti, soprattutto i giovani.
Clara, nel suo abito scintillante e con un sorriso stampato in faccia ha voluto dire che sì si può sembrare brillanti, come diamanti, ma dentro si può, o forse si deve, rimanere grezzi, alla continua scoperta di sé, pronti ad accogliere le proprie contraddizioni.
«Avevo la necessità di raccontare che è sbagliato puntare alla perfezione, meglio rimanere un diamante grezzo in continua scoperta di sé, con tutte le fragilità che ci portiamo dietro» ha detto alle pagine di Vanity Fair.
Te lo ricordi
Cosa siamo noi
Solo diamanti grezzi
Cadono in mille pezzi
Non saremo mai
Quello che poi ti aspetti
Oro nei fallimenti
Solo diamanti grezzi
(Clara_ Diamanti Grezzi, Sanremo 2024)
La Sad e la salute mentale “non parlarne è un suicidio”
«La Sad vuol dire triste, ma da quella tristezza è nata una famiglia» hanno scritto, all’indomani della loro esibizione sul Palco dell’Ariston, i 3 ragazzi dai vestiti borchiati, gli accessori metallici e i capelli coloratissimi che fanno parte del gruppo musicale La Sad.
Il più giovane ha 24 anni e si chiama Francesco Emanuele Clemente, il più grande Theø (Matteo Botticini) ne ha 37, in mezzo il 34enne Enrico Fonte (Fiks). Si sono uniti nel 2020, proprio grazie ad un’esperienza di forte dolore. Hanno portato sul palco dell’Ariston il tema della salute mentale, in particolare di come non curarsi del proprio benessere, decidendo di non parlarne possa indurre al suicidio. «Se non ne avessimo parlato sarebbe stato un suicidio» hanno scritto i 3 ragazzi online.
Intervistati prima della serata hanno spiegato all'Ansa: «C’è un disagio giovanile forte, si è sviluppato con l’arrivo dei social che hanno distorto la realtà.Siamo parte di una generazione bruciata e abbandonata e ne parliamo sul palco».
“Autodistruttivo”, il loro brano per la 74esima edizione del Festival, parla del rischio di autodistruzione a cui i tabù che riguardano la salute mentale della Gen Z possono dare origine.
I tre giovani hanno condiviso il palco con 3 esponenti dell’Associazione Telefono amico, numero di telefono da poter chiamare per trovare dall'altra parte della cornetta un volontario pronto ad ascoltare il proprio grido di dolore e a cui chiedere aiuto.
"Autodistruttivo" è un inno a chiedere aiuto in un mondo spesso troppo individualista, che preferisce tacere davanti al dolore. Un incitamento a salvarsi la vita, anche quando il peggior nemico è nella propria testa, per evitare di autodistruggersi.
Questa è la storia di un’altra vita sprecata
Di un figlio triste appena scappato di casa
Lui è cresciuto in fretta dopo un’infanzia bruciata
Con sua madre che urlava, il padre che lo picchiava
(…)
E vomito anche l’anima per sentirmi vivo dentro ‘sto casino
Affogo in una lacrima perché il mio destino è autodistruttivo
E prendo a pugni lo specchio io non ci riesco a cambiare chi vedo riflesso
Il tuo cuore è di plastica e starti vicino è autodistruttivo
Questa è la storia di un mare di delusioni
E affoghi fino a quando non provi emozioni
Lui ha imparato come si sopravvive là fuori
Molto più dagli errori che dai suoi professori
(La Sad_Autodistruttivo_Sanremo 2024)
BigMama e la piaga del bullismo
Classe 2000, BigMama canta sul palco sicura di sé, ma la tensione è tantissima e lei ha solo 24 anni, anche se dalle sue parole si evince che ha già vissuto mille vite, scoppia in pianto e dedica la canzone alla sua mamma e al suo papà.
Vittima dei bulli da sempre, aveva solo 13 anni quando ha trasformato in musica per la prima volta la sua rabbia e il suo dolore. Le lanciavano le pietre per il suo aspetto, le dicevano che non sarebbe diventata nessuno perché proveniva da un paesino, la criticavano per il suo orientamento sessuale e lei ha sopportato a stento quell'odio iniziando ad avere pensieri suicidi e praticando l'autolesionismo.
BigMama, oggi si sente diversa e cresciuta ma non dimentica la piaga sociale con cui la sua generazione, più delle altre, deve fare i conti: il bullismo e le molestie, online o dal vivo.
Spalle larghe, la testa sopra ma i sogni ancora più in alto
Parole tante, ma poi strappate da ciò che diceva un altro
Pochi anni ma tanti sbagli che manco facevi tu
Li nascondevi tra lacrime d’odio che riempiva i tuoi occhi blu
(…)Adesso sono un’altra
La rabbia non ti basta,
Hai cose da dire
Se ti perdi segui me(Big Mama_ La rabbia non ti basta_ Sanremo 2024)
Sangiovanni e l'incapacità di comprendere le proprie emozioni
Sangiovanni, nome d'arte di Giovanni Pietro Damian, classe 2003, ha iniziato a calcare i palchi più famosi d'Italia grazie alla trasmissione di Canale 5 Amici di Maria De Filippi. Proprio tra i banchi della scuola era anche iniziata la sua relazione d'amore con la ballerina Giulia Stabile. I due si sono conosciuti e amati sotto i riflettori, poi la loro relazione è finita e Sangiovanni ha deciso di portare sul palco dell'Ariston i motivi di questa separazione. Sangio, come lo chiamano i fan, non si è mai tirato in dietro in materia di salute mentale, parlando delle sue ansie, del panico e delle preoccupazioni che raggiungere la fama in giovane età comportano.
La mente a volte può rendere aridi, non permettere più di provare emozioni e dunque portare a commettere errori o a trattare male anche chi si ama. Quella scontrosità della per la quale a volte si colpevolizzano gli adolescenti è solo sinonimo di una forte incapacità a comprendere e mostrare le proprie emozioni.
Sangiovanni lo ha voluto dire in un pezzo, cercando così di far capire ai suoi coetanei che non sono soli.
Finiscimi
Fammi sentire quanto sono pessimo
Quanto ti ho mancato di rispetto di rispetto
Non dicendoti la verità
Capiscimi
A mia discolpa dico che ero perso
Ho dato comunque tutto me stesso tutto me stesso ancora adesso ancora adesso
(…)
Io non so come si controllano le emozioni.(Sangiovanni_Finiscimi_ Sanremo 2024)