La diastasi addominale è una condizione che colpisce i muscoli retti dell'addome. Si manifesta quando avviene una separazione eccessiva delle due parti che compongono il muscolo retto addominale (è lieve sotto i 3 centimetri, di grado moderato da 3 a 5, grave oltre i 5 cm). Colpisce soprattutto le donne in gravidanza: si manifesta dopo il parto nel 30% dei casi e si presenta con la separazione del muscolo retto addominale lungo la “linea alba”. La distensione dell'utero e l'aumento dell'addome in gravidanza portano, infatti, il tessuto connettivo a sfibrarsi e assottigliarsi, causando questo disturbo che si accompagna a gonfiore e dolore addominali, difficoltà a digerire, mal di schiena, incontinenza. Tuttavia, la diastasi non compare solo in gravidanza.
La condizione fatica a risolversi spontaneamente ma può migliorare la sintomatologia entro i 4-5 mesi dal parto configurandosi come una situazione parafisiologica. Tuttavia se dopo 8-9 mesi ancora non si vedono risultati è necessario un altro tipo di approccio. Le conseguenze più visibili sono la comparsa di una rientranza longitudinale lungo l’addome, un ventre mai piatto, la perdita del punto vita, ma ci sono anche risvolti interni al corpo da non sottovalutare. La diagnosi si esegue con un'ecografia.
Cause e fattori di rischio
Quali sono i fattori di rischio della diastasi addominale? Sicuramente la gravidanza è il primo motivo per cui può manifestarsi. A causa del peso e della pressione interna, per accogliere nei nove mesi di gestazione il bambino che cresce, e dei cambiamenti ormonali, si potrebbe verificare uno stiramento della muscolatura retto-addominale e l’assottigliamento dei tessuti connettivi. Ne consegue la separazione dei due muscoli retto addominali.
Tra le altre cause di questa condizione che può manifestarsi con maggiore frequenza in gravidanza e subito dopo il parto sono:
- altre gravidanze precedenti
- un parto gemellare
- una condizione di sovrappeso
- muscoli addominali poco tonici
- età superiore ai 35 anni
- feto con peso elevato
- ereditarietà
La condizione colpisce 3 donne su 10 e, nella maggior parte dei casi, è un problema estetico che può avere conseguenze non indifferenti. Se i due muscoli retti dell'addome si separano per più di 2 centimetri, sono diversi i disturbi e i sintomi che uno specialista deve valutare. Potrebbero, infatti, causare problemi di salute alla neo mamma.
I sintomi della diastasi addominale post parto
Per capire se si soffre di diastasi addominale, bisogna conoscere bene la sintomatologia con cui questa condizione si manifesta. I sintomi più comuni sono:
- gonfiore addominale, soprattutto dopo aver mangiato
- dolore addominale
- difficoltà a digerire
- dolori a livello della schiena e del bacino
- incontinenza
Non dobbiamo dimenticare che anche gli uomini possono ricevere diagnosi di diastasi addominale e, in questo caso, le cause più comuni sono lassità muscolare, obesità, alta percentuale di grasso addominale, dimagrimenti importanti.
Diagnosi
Dopo aver chiesto consiglio al proprio medico curante o al proprio ginecologo, di solito si viene indirizzati verso un professionista esperto di questa condizione, un chirurgo che sappia come intervenire. Per poter confermare la presenza della diastasi addominale, è necessario prenotare una visita specialistica, per un esame obiettivo delle condizioni di salute della donna, ed eseguire un'ecografia per poter valutare al meglio lo stato della parete addominale. È, infatti, fondamentale capire con precisione qual è la reale distanza tra i muscoli, per poter poi decidere quale trattamento terapeutico adottare.
La diastasi addominale, in base alla sua dimensione, viene poi classificata come segue:
- diastasi di grado lieve, inferiore a 3 centimetri
- diastasi di grado moderato, tra i 3 e i 5 centimetri
- diastasi di grado severo, maggiore a 5 centimetri
Trattamento
In buona parte dei casi quando parliamo di trattamento ci riferiamo a quello di tipo chirurgico. In caso di diastasi lieve o moderata, si può intervenire con un’addominoplastica e il conseguente riposizionamento dei muscoli retto-addominali. In caso di diastasi severa o se i muscoli non possono essere riaffiancati, il chirurgo dovrà inserire una rete biocompatibile riassorbibile, per permettere ai muscoli di riprendere la loro funzionalità. Dopo un paio di giorni dall'intervento, di solito, il medico firma le dimissioni. Per un mese dopo l'operazione chirurgica bisogna indossare una pancera contenitiva elastica.
In caso di diastasi addominale post parto, potrebbe rivelarsi utile comunque sottoporsi a sessioni di fisioterapia e rieducazione posturale e, in particolare, praticare la ginnastica ipopressiva, che consiste in una serie di esercizi che favoriscono il miglioramento del tono muscolare della fascia addominale e il mantenimento in salute del pavimento pelvico.
Esistono anche degli esercizi da fare per rinforzare i muscoli addominali, che in alcuni casi, però, possono fare peggio e causare ipertrofia dei muscoli.
Conseguenze e rischi della diastasi addominale
Le conseguenze della diastasi addominale possono essere estetiche e funzionali. I segni più visibili sono:
- una rientranza longitudinale lungo l'addome
- ventre sempre gonfio e mai piatto
- punto vita inesistente
All'interno, infatti, le conseguenze riguardano l'incapacità della fascia di muscoli addominali di contenere e mantenere in sede i visceri addominali, che possono quindi fuoriuscire dalla loro sede naturale. Si possono verificare, così, ernie addominali, ernia ombelicale, ernia epigastrica. Altre conseguenze possono anche essere un'alterazione della postura in iperlordosi e sensazione di pesantezza nella zona pelvica.
Come evitare la diastasi addominale post parto?
Per prevenire questa condizione in gravidanza, gli esperti consigliano di:
- mantenere sotto controllo il proprio peso
- fare attività prima e dopo la gravidanza
- cercare di tenere sempre una postura corretta
- eseguire esercizi per rinforzare non solo la parete addominale, ma anche il pavimento pelvico.