Dieci giorni di congedo obbligatorio di paternità sono pochi e vanno aumentati. La richiesta di Unicef Italia – che lo scorso anno, in occasione della Festa del Papà 2023, aveva lanciato una petizione per chiedere al Governo l’ampliamento dei congedi per i neopapà – è finalmente arrivata sul tavolo del Ministero del Lavoro. Sono state oltre 48.000 le firme raccolte in un anno e consegnate mercoledì al Ministro Marina Elvira Calderone.
Quella che in Italia è una conquista agognata, sudata e recente (i dieci giorni di congedo obbligatorio di paternità sono stati introdotti solo nel 2022) altrove è stata superata da tempo: in Spagna è già prevista un'uguaglianza dei ruoli dei neogenitori, con ben 16 settimane di congedo per i padri (di cui sei obbligatorie, come per la madre).
L’obiettivo originario dell’iniziativa è infatti quello di adeguare il congedo di paternità in Italia agli standard europei, per tempi e retribuzioni, oltre che garantire un equo bilanciamento dei compiti di cura, accudimento e sostentamento in famiglia, promuovere l’instaurarsi di un legame profondo del padre con il neonato e creare con il suo sostegno un ambiente favorevole all’allattamento.
Peggio dell’Italia, per giorni di congedo di paternità, fa la Grecia, che prevede appena due giorni di astensione retribuita dal lavoro per i neopadri. Per il resto, lo stacco con i grandi Paesi europei è evidente: dai 14 giorni di congedo di paternità di Irlanda e Danimarca, alle due settimane di Svizzera e Polonia, fino ai 25 giorni della Francia (32 in caso di nascita multipla), i 54 della Finlandia, le 16 settimane (di cui sei obbligatorie) in Spagna, le 49 in Norvegia e i 480 giorni (da spartire fra i due genitori) in Svezia.
L’altro nodo, dopo quello della durata del congedo di paternità, è legato alla remunerazione del congedo parentale: l’Italia è uno dei Paesi europei con i livelli di retribuzione più bassi. Il congedo parentale, quindi facoltativo, per i neopapà (fruibile dalla nascita ai 12 anni del figlio) prevede un’indennità pari al 30% della retribuzione, mentre in Bulgaria è al 90% (dopo i sei mesi del piccolo) e in Germania al 100% (per un massimo di 530 euro alla settimana).
La lunga distanza che separa l’Italia dai Paesi europei nel supporto alla genitorialità è emersa pure dai dati Ocse, secondo cui in Italia i congedi retribuiti hanno una durata di 21,7 settimane per le donne e di 1,4 per gli uomini, mentre la media europea è di 22 settimane per le prime e di 2,2 per i secondi.
Tra le proposte di Unicef al Governo sono inclusi l’impegno per una minore discriminazione delle mamme lavoratrici, l’adozione di una politica di welfare di supporto ai genitori nella crescita dei figli attraverso congedi e servizi per l’infanzia, incentivi per i datori di lavoro che favoriscano la parità di genere nella conciliazione famiglia-lavoro, e, appunto, estendere il congedo di paternità e i congedi parentali a qualsiasi categoria di lavoratori.