Imparare a leggere e a scrivere non è una passeggiata, per i primi tempi i bimbi avranno una scrittura tremolante e leggeranno le sillabe allungandole di molto, ed è del tutto normale. Se i bimbi però manifesteranno forti difficoltà a imparare l'alfabeto, tendenza a confondere i grafemi nella lettura, confusione anche nello scrivere le lettere, sarà allora il caso di capire, con un gruppo di specialisti se è il caso di sottoporre il bambino a un test per la dislessia.
Che cos'è la dislessia
La dislessia fa parte dei disturbi specifici dell'apprendimento, meglio conosciuti con la sigla DSA.
La dislessia, in particolare, si manifesta clinicamente con la difficoltà, da parte del bambino, a leggere. La lettura non risulta lineare, è infatti molto lenta, fatta di continue interruzioni e difficile da interpretare, dovute alla difficoltà del bambino a riconoscere immediatamente i diversi segni grafici.
La dislessia tende a palesarsi con la scolarizzazione dei bambini, fin dal primo anno di scuola elementare, ed è importantissimo riconoscere in fretta se il piccolo è dislessico per poter subito intervenire, con specifici esercizi e metodi di insegnamento adeguati.
Tipologie di dislessia
Esistono diverse tipologie di dislessia, a seconda di quando il disturbo si manifesta possiamo parlare di:
- Dislessia acquisita: si presenta in età avanzata ed è dovuta a eventi traumatici o patologici come ictus, trauma cranico o invecchiamento delle cellule celebrali
- Dislessia evolutiva: si manifesta al primo approccio del bimbo con scrittura o lettura ed è dovuta a uno sviluppo neurologico atipico
Come funziona il cervello di un dislessico
Il cervello di un bambino dislessico è organizzato diversamente, rispetto a quello dei coetanei, sembrerebbe infatti esserci dunque una neurodiversità, ossia in alcuni punti del cervello le reti neuronali sono disposte in maniera atipica.
Durante lo sviluppo fetale i neuroni risultano tutti al centro del cervello, man mano che il piccolo cresce, migrano verso la superficie per formare materia grigia. Proprio in questa fase nel cervello dei bimbi dislessici, sembrerebbero crearsi delle aree in cui lo sviluppo e l'organizzazione neurale subisce delle modificazioni.
Da cosa è causata la dislessia
Le cause della dislessia ad oggi rimangono sconosciute, nonostante ciò le ricerche sembrano evidenziare una componente genetica del disturbo.
Sembrerebbe esserci una certa familiarità per la dislessia, se vi è una diagnosi in famiglia, i bimbi sono più a rischio. Gli esperti ritengono che la dislessia derivi da una anomalia nello sviluppo delle connessioni a livello corticale. Le conseguenze di queste anomalie coinvolgono le aree del cervello che si occupano del linguaggio, del suono o della formulazione di un discorso.
Sintomi della dislessia
La cosa importante è conoscere i sintomi associati alla dislessia così da individuarla presto e intervenire, aiutando anche il bimbo a non rimanere indietro con l'apprendimento. Anche se generalmente si diagnostica in età scolare, alcuni sintomi possono essere individuabili prima dell'inizio della scuola:
- Ritardo nell'imparare a parlare
- Confusione nel riconoscere il significato di alcune parole
- Difficoltà ad imparare nuove parole
- Difficoltà a pronunciare parole complesse
- Difficoltà a ricordare sequenze di oggetti
- Poca coordinazione nel movimento
- Difficoltà ad apprendere ad allacciarsi le scarpe
Sintomi in età scolare
Tra i bachi di scuola, dove il bimbo passerà la maggior parte delle sue giornate e nel suo primo approccio ai compiti sarà più semplice individuare il disturbo:
- Il bambino fatica a memorizzare le lettere dell'alfabeto e confonde quelle dalla grafia simile (come la p, la b, la q)
- Il bimbo fatica ad imparare a leggere e lo fa in maniera molto lenta
- Si vergogna a leggere ad alta voce
- Fatica a comprendere il testo
- Non distingue parole che hanno suoni simili
- Non distingue i sostantivi dalle preposizioni
Diagnosi della dislessia
È importante nel caso in cui gli insegnanti ce lo facessero presente, o noi ci accorgessimo del persistere di qualcuno di questi sintomi, rivolgersi a un team di esperti.
Innanzitutto rechiamoci dal pediatra per comprendere se le difficoltà di lettura non dipendano invece da disturbi della vista o dell'udito. Se il piccolo risponde in maniera ottimale ai test acustici e visivi l'ipotesi della dislessia si fa più plausibile.
A questo punto occorre recarsi in un centro specializzato dove un team di esperti, neuropsichiatra infantile, psicologo e pedagogista sottoporranno il bambino a diversi test per indagarne le capacità di lettura, scrittura, comprensione del testo e calcolo. Dall'esito del test si capirà se il piccolo è dislessico.
Una volta stabilito ciò si valuterà la tipologia di dislessia e si stabilirà un programma di supporto adatto al bimbo.
Il trattamento della dislessia
La dislessia è un difficoltà permanente, dunque non si può parlare di cura quanto più di un trattamento volto al miglioramento della condizione.
L'obiettivo degli esperti oggi è permettere ai bambini, con i giusti supporti di acquisire delle strategie che permettano loro di studiare e apprendere.
- Il bambino potrà utilizzare strumenti compensativi a scuola e nei compiti, come software e pc. Grazie alla sintesi vocale sarà più facile apprendere ciò che è scritto sui libri
- Grazie a un intervento educativo, viene studiato un piano didattico personalizzato per il bimbo, che raggiungerà i medesimi obiettivi dei compagni ma con i giusti strumenti e tempi
- È importante gratificare il bambino quando riesce per esempio nella lettura, spiegargli bene in cosa consiste questo disturbo e farlo sentire supportato
- Trattamento logopedico: incontri bisettimanali con il logopedista sono estremamente importanti, l'esperto proporrà degli esercizi per stimolare il bimbo nella lettura e nella memorizzazione
Come insegnare a un bambino dislessico a studiare
Ecco alcuni pratici consigli per insegnare ad un bimbo dislessico a studiare e memorizzare i concetti:
- Creiamo un ambiente adatto: no alle distrazioni come cellulari, televisori o gente che chiacchiera. Per un bimbo dislessico è molto difficile rimanere concentrato ma se ci cureremo che abbia tutto a portata di mano in un luogo silenzioso, sarà più semplice.
- Programmiamo insieme i compiti: col bimbo studiamo un piano d'azione specifico, quante ore lo impegneremo e quante materie faremo.
- Aiutiamolo nella lettura: leggere per un bimbo dislessico è particolarmente complesso, quindi possiamo farlo noi per lui, o aiutarlo con dei programmi appositi
- Incuriosirlo: può essere complesso ma se noi genitori riuscissimo a prepararci sull'argomento dei compiti del giorno prima del bambino, potremmo stuzzicare la sua memoria con qualche curiosità.
- Valorizziamo i successi: quando il bimbo riesce a memorizzare un concetto, legge bene una frase, prende un voto che lo soddisfa, cerchiamo di fargli capire che siamo felici per lui e valorizziamo soprattutto il suo impegno.
Impatto della dislessia
Ottenere una diagnosi di dislessia è fondamentale per spiegare al bambino cosa gli sta accadendo. A scuola, grazie alla diagnosi riceverà strumenti e un piano didattico personalizzato, fondamentali per raggiungere gli stessi obiettivi degli altri bambini. A volte non sentirsi "come gli altri" potrebbe portare i bambini ad isolarsi o a sentirsi meno, è per questo che serve spiegare al bimbo che semplicemente necessita delle giuste "lenti" per poter guardare il mondo come fanno gli altri.
Molto importante è anche spiegare ai compagni il perché dell'utilizzo di certi strumenti, così che nessuno additi il piccolo dicendo che viene "facilitato". Controproducente è obbligare il bambino a leggere in classe davanti a tutti. La cosa migliore è complimentarsi per i successi, stare lui vicino e ascoltarlo sempre, spiegandogli anche l'importanza degli incontri con gli esperti per esercitarsi e migliorare.
È importantissimo agire prima che il bimbo, stufo dell'estrema fatica fatta nello studio, nella comprensione o nella memorizzazione, abbandoni lo studio. Anche perchè, una volta dati a lui i giusti strumenti, potrà raggiungere tutto ciò che desidera.