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21 Gennaio 2024
9:00

Educazione affettiva e sentimentale a scuola: cosa si intende e perché è importante

L'educazione affettiva e sentimentale a scuola è una materia scolastica che può aiutare i giovani ad interrogarsi sulla loro consapevolezza emotiva e sul potere delle relazioni. Non è tuttavia mai stata introdotta nelle scuole, anche se recentemente il ministro Valditaria ha presentato un piano per introdurre l'educazione alle relazioni sui banchi.

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Educazione affettiva e sentimentale a scuola: cosa si intende e perché è importante
Psicologa
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Per educazione sentimentale e affettiva nelle scuole si intende un insegnamento mirato alla conoscenza di sé stessi, dell'amore, delle relazioni e degli altri. Introdurre nelle scuole d'Italia un piano serio di educazione affettiva e sentimentale nelle scuole sarebbe una grande opportunità per aiutare gli studenti ad interrogarsi sulle grandi questioni esistenziali e non per offrire soluzioni stereotipate come il ricorso alla contraccezione ed il terrorismo alla promiscuità sessuale. Eppure nel nostro Paese l'educazione affettiva non è mai stata inserita tra gli insegnamenti.

In seguito agli stupri di Palermo e Caivano e alla tragica vicenda del femminicidio di Giulia Cecchettin, tuttavia, lo scorso novembre è stata emanata una direttiva del ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, per implementare un piano di «educazione alle relazioni», che non va confusa con l'educazione sessuale. Ma di che cosa si tratta? L’iniziativa è sperimentale e lasciata all'autonomia delle singole scuole. Il progetto, che presenta dei limiti, ha suscitato ampi dibattiti, offrendo però all'opinione pubblica l'occasione di affrontare questo argomento all'interno dei contesti educativi e istituzionali, come le scuole.

Cosa si intende per educazione affettiva e sentimentale

È necessario chiarire prima di tutto che cosa si intende per educazione affettiva e sentimentale. Partendo dal significato delle parole possiamo provare ad orientarci. In psicologia, con il termine affettività (che deriva dal latino affectus, a sua volta da afficere "impressionare, influenzare") si intende l'insieme dei fenomeni affettivi (sentimenti, emozioni, passioni, eccetera) che caratterizzano le reazioni psichiche di un individuo.

Con il termine sentimento si intende ogni forma di affetto, impulso dell'animo, movimento psichico, emozione, che rimane chiuso dentro l'animo della persona stessa o che si proietta verso gli altri o verso il mondo esterno.

Dunque, con l'espressione “educazione sentimentale e affettiva” si intende ciò che ha a che vedere con le emozioni dentro o fuori le relazioni tra esseri umani (amicali, familiari, lavorative, sentimentali, eccetera).

Come si traduce questa definizione teorica nel concreto?

Lo psicologo e psicoterapeuta Fabrizio Fantoni, spiega che spesso i genitori sono incapaci di affrontare apertamente con i figli argomenti quali l'amore, il sesso, il corpo e i sentimenti. Tendono a ricorrere a banalità comuni e barzellette oppure a concedere ai figli permessi o a imporre divieti, senza giustificarne il motivo o la rilevanza emotiva. Questo perché per la maggior parte degli adulti è difficile imparare a parlare apertamente della sessualità e delle relazioni, che non significa condividere con i figli le proprie vite sessuali. Ma l'educazione all’affettività e ai sentimenti (non alla sessualità) non dovrebbe basarsi su lezioni, indicazioni o prescrizioni, ma su esempi concreti nella vita di coppia e nella quotidianità.

Lo psicologo ricorda inoltre i doveri dei genitori stabiliti dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’Infanzia ovvero: "La responsabilità di allevare e favorire lo sviluppo del bambino spetta prima di tutto ai genitori o, se del caso, ai tutori" (articolo 18, paragrafo 1, della Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia). I genitori, tuttavia, per loro caratteristiche e fragilità non sempre riescono ad assolvere a questo compito ed è qui che le scuole potrebbero venire in aiuto.

La principale preoccupazione per i genitori è che le figlie adolescenti rimangano incinte. Con l’educazione affettiva e sentimentale invece si potrebbe dedicare più spazio all'ascolto e alla comprensione e consapevolezza di sé, delle proprie emozioni, sensazioni e relazioni. I ragazzi potrebbero iniziare a porsi domande complesse guidati dai professionisti della salute e dell’educazione, del tipo "Chi sono?", "Cosa provo quando succede questo o quello?", "Che emozioni sento quando mi incontro con l’amico o l’amica?", "Cosa voglio veramente?", "Sono degno di essere amato?".

L’educazione affettiva e sentimentale a scuola servirebbe dunque anche per interrogarsi sulle grandi questioni esistenziali e non per offrire soluzioni stereotipate come il ricorso alla contraccezione ed il terrorismo alla promiscuità sessuale.

L'educazione affettiva e sentimentale deve essere un'educazione alla conoscenza di sé stessi, dell'amore, delle relazioni e degli altri.

I progetti di educazione affettiva e sentimentale nelle scuole 

In Italia l'introduzione dell'educazione affettiva e sentimentale a scuola è un argomento molto dibattuto sia a livello educativo che politico e, di fatto, negli anni non è mai stata attuata. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara lo scorso novembre ha presentato in conferenza stampa il progetto “Educazione alle relazioni”, tuttavia si tratta di un’iniziativa sperimentale e opzionale, non resa obbligatoria da una legge.

Diverso è il caso di altri Paesi. Sessantasei anni fa, in Svezia, venne introdotta l'obbligatorietà dell'educazione sessuale nelle scuole. Attualmente nell’Unione Europea l’educazione affettiva e sessuale è obbligatoria in 19 Paesi su 27.  Si registrano effetti positivi nei giovani i quali dichiarano di aver conseguito una maggiore capacità di costruire relazioni “sane”.

L’educazione affettiva e sentimentale come prevenzione della violenza

Può l’educazione affettiva e sentimentale essere un aiuto alle iniziative di prevenzione della violenza? La risposta è si, assolutamente. Favorire nei ragazzi la comprensione ed il riconoscimento delle proprie e altrui emozioni, pensieri e comportamenti costituisce la base della auto-consapevolezza e di come ci relazioniamo con gli altri.

In particolare, queste lezioni potranno aiutare a favorire un processo di crescita e sviluppo emotivo e relazionale se durante le lezioni ci sarà la possibilità di far mettere in gioco i ragazzi, di stimolare le riflessioni su:

  • ciò che vogliono e cercano (desideri, aspettative)
  • ciò che sentono (emozioni)
  • ciò che dicono (pensiero e linguaggio)
  • come reagiscono (comportamento)

Un ragazzo che ha questa opportunità potrà un giorno diventare un uomo consapevole delle proprie emozioni ed istinti? Sicuramente non basta solo qualche lezione all’anno ma è comunque un ottimo strumento per aiutare i giovani ad interrogarsi sulla loro consapevolezza emotiva e sul potere delle relazioni.

Il piano del ministero dell'Istruzione

In Italia è stata emanata la direttiva per introdurre l'educazione alle relazioni nelle scuole superiori, un progetto presentato dal ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara lo scorso 22 novembre. Il programma, destinato alle scuole secondarie di secondo grado prevede percorsi educativi extra-curriculari, con un impegno di 30 ore annue. La partecipazione sarà facoltativa e ogni istituto aderirà su base volontaria, previo consenso dei genitori.

L'obiettivo è promuovere il rispetto reciproco e sviluppare una maggiore consapevolezza sulle conseguenze degli abusi, come risposta ai drammatici eventi della scorsa estate, lo stupro di Palermo e di Caivano, e alla tragica vicenda di Giulia Cecchettin, un altro tragico caso di femminicidio in Italia.

Tuttavia, ad oggi in tante scuole non è partito il progetto e non si hanno aggiornamenti sullo sviluppo dell'iniziativa.

Pare che si stia sottovalutando la gravità del problema dell'analfabetismo emotivo, che non può essere considerato come un'emergenza ma come un problema sistemico. Trenta ore facoltative in un anno non sono sufficienti. Questa situazione suggerisce che l'educazione affettiva e sentimentale sia considerata come una priorità inferiore rispetto ad altri obiettivi educativi-scolastici.

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Elisabetta Lupi
Psicologa
Sono una Psicologa Specializzanda in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ho conseguito la Laurea Magistrale presso Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell’Area Critica dell'Università di Pisa nel 2016. Ho lavorato presso il Servizio di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell’Adolescenza dell'IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Ho svolto, in qualità di docente, corsi di formazione per il personale sanitario inerenti la diagnosi, la valutazione e il trattamento dei Disturbi dello Spettro Autistico. Ho collaborato alla scrittura di articoli scientifici pubblicati su riviste internazionali. Mi occupo di valutazione, diagnosi e trattamento dei Disturbi del Neurosviluppo, in particolare del Disturbo dello Spettro Autistico. Effettuo incontri di Parent Training per i genitori di bambini con difficoltà nello sviluppo.
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