Nonno Mario è nato a Monza nel 1933 e ha spento a maggio di quest'anno 90 candeline sulla sua torta. Il sole, dopo la sua nascita, ha girato intorno alla Terra ben 65 volte, prima che vedesse la luce Elisa, quella bambina piccola, il cui sguardo vispo e deciso spuntava sotto una coltre di ricciolini neri già 25 anni fa.
I due sono inseparabili, uniti da un amore che Elisa esterna con baci, abbracci e complimenti e nonno Mario un po' più a fatica, con gesti, sguardi e presenza.
I loro ricordi felici profumano di caramelle alla menta, le preferite di Elisa, le cui cartacce finivano puntualmente nelle tasche della giacca del nonno. Una marachella che lei ha sempre fatto per ricordargli che tutte le volte che non ci sarebbe stata, lui avrebbe potuto trovarla lì, affondando le mani nelle tasche della sua giacca. Spesso casa di nonno Mario profuma anche di patate arrostite, quelle che Elisa ha imparato a fare in padella, e nonno Mario fa in una frittata, la pietanza che meglio riusciva a sua moglie e che lui tenta di emulare, nella speranza che una pancia piena possa alleviare il vuoto che ha lasciato la sua assenza.
Hanno vissuto tempi diversi, affrontano la vita in maniera diversa, Elisa vorrebbe tutto e subito, il nonno le insegna la pazienza e la calma, lezioni che lei ha ormai imparato bene, attendendo il suo turno per parlare, tutte le volte che nonno Mario si perde sognante nel racconto dei suoi ricordi.
Il denominatore comune del loro rapporto è sicuramente il tempo, quello che, nonno Mario ci dice, Elisa gli hai donato nel momento più buio della sua vita, quando è mancata sua moglie. Tutti i pomeriggi da quel giorno Elisa ha suonato al suo campanello, senza che lui prima la chiamasse per dirle che aveva bisogno di lei. Elisa dalla sua, dietro quella porta ha sempre aspettato impaziente di rivedere il volto del nonno, consapevole ora più che mai, che il tempo con i nonni è prezioso e che le lancette con loro corrono troppo in fretta.
In occasione della festa dei nonni Elisa ha deciso di tornare alle origini, abbandonando il suo cellulare, con il quale insieme al nonno mostra la sua quotidianità a più di 260.000 persone, per mettere nero su bianco l’amore che prova per lui. Una lunga lettera che avrebbe sciolto anche i cuori più duri ma che non ha scomposto nonno Mario. Si è aggiustato la cravatta, ha riposto gli occhiali nella custodia e le ha detto: «Tutto quello che dovevamo dirci è qui, senza che io abbia dovuto neanche aprire bocca, grazie Eli». Ha ragione nonno Mario, forse non serve altro per dimostrare l'amore.
La lettera di Elisa per nonno Mario
Ciao nonno, di cose belle te ne ho dette tante, ma questa volta vorrei farlo in modo diverso. So che non sei uno a cui piace farsi vedere emozionato o commosso, ma spero che questa lettera nel suo piccolo ti possa strappare un sorriso. D'altronde quale momento migliore se non in onore della festa dei nonni?
Mi piacerebbe che tu questo foglio lo conservassi nel cassetto del comodino per poterlo tirare fuori e leggere ogni volta che vorrai. Come quando ti senti amareggiato perché si rompe l'armadio o la lavastoviglie. Dunque iniziamo.
Per me non sei un semplice nonno, sei la mia ancora di salvezza e rifugio sicuro quando ho bisogno di scappare da una giornata buia o triste. Sei l’amico con cui scherzare e il compagno fedele con cui parlare di tutto e che sa sempre cosa consigliarmi. Colui che mi cucina la frittata di patate, come faceva la nonna, o con cui vedere una partita di calcio. Potrei elencare infinite cose che mi ricordano te, come le partite a carte che finiscono sempre con me che dico non gioco più dopo aver perso, le passeggiate al mare o le ore passate a sfogliare le fotografie del matrimonio con la nonna e quelle di quando ero piccola. Se dovessi scrivere tutto ciò che mi viene in mente se pensano ai due non finirei più.
È vero, sai essere molto testardo a volte e spesso è difficile farti capire qualcosa se ti sei impuntato sulla tua idea. Ma d'altronde la mela non cade tanto lontano dall'albero, difatti anche io a volte sono veramente una testona e chi ci ferma più se iniziamo a discutere? In ogni caso i rapporti migliori devono essere così, non si può essere perfetti ed è bello bisticciare con te perché saranno anche quelli ricordi che mi porterò per sempre dentro.
La nonna mi ha sempre insegnato tre cose ringraziare, ricordare sempre agli altri quanto bene gli vogliamo e abbracciare più che possiamo. Quindi grazie Nonno, ti voglio bene e adesso ti abbraccio.
La tua bella gioia, Elisa