"Ma me lo avevi promesso!" quante volte il nostro bambino ha ripetuto questa frase, che un po’ ci devasta, perché sappiamo che le promesse devono essere mantenute. Ce lo hanno insegnato i nostri nonni e i nostri genitori, per i quali ogni promessa era un debito. Loro, però, vivevano in un’epoca che sembra così diversa dalla nostra, meno impedimenti, meno distrazioni, più tempo.
Oggi per far smettere di piangere il piccolo, farlo tuffare in acqua al corso di nuoto o farlo mangiare, gli promettiamo l’impossibile. Giochi che non avrà, uscite al parco o con gli amici che non farà. Così il bambino, però, non impara il valore della parola data, tanto meno cos’è veramente una promessa.
Dobbiamo impegnarci a fare promesse realizzabili e dobbiamo spiegare ai bambini il perché di ogni esperienza che fanno o che gli facciamo fare. Non amerà mai la scuola un bambino che fa i compiti per ottenere un giocattolo, e non si sentirà mai sicuro ad accarezzare un cane un bimbo a cui promettiamo che l’animale non gli farà nulla, senza spiegargli che il cane abbaia o è irrequieto perché è felice e vuole giocare.
Cosa vuol dire fare una promessa
Fare una promessa, secondo il dizionario, significa impegnarsi a fare qualcosa. Come per tutte le parole italiane, però, il suo significato più profondo lo si ritrova nell’etimologia. Pro-mitto, è una parola latina composta che significa mettere prima, dunque dare la nostra parola prima del tempo, come se potessimo già conoscere il futuro e sapere che la manterremo.
Per i greci, invece, la parola promettere derivava dal nome del più forte dei Titani, Prometeo, un dio capace di prevedere il futuro, a differenza di tutti gli altri dei dell’Olimpo.
Il rimando all’ignoto e al futuro è costante, perché infatti fare promesse significa addentrarsi in un mondo che ci è sconosciuto. Se ci pensiamo anche la promessa che facciamo con maggior sicurezza, potrebbe rivelarsi irrealizzabile.
Le promesse sono una costante nelle nostre vite. Promettiamo di amarci davanti alle autorità religiose o civili il giorno del nostro matrimonio, molte professioni hanno un giuramento da rispettare, ogni volta che firmiamo un documento promettiamo di dire il vero. Poi promettiamo ai nostri figli che li porteremo al parco, che compreremo loro il giocattolo che tanto desiderano, e forse pensiamo che queste promesse abbiano un valore diverso rispetto alle prime, ma non è così.
Le promesse sono importantissime, creano un legame di fiducia tra chi le fa e chi le ascolta, affidandosi. Se le promesse non vengono mantenute, con costanza magari, creano in chi le ascolta sfiducia e un senso di delusione, lo stesso che il nostro piccolo prova tra i singhiozzi quando, dopo aver fatto il bravo dal dentista, non gli compriamo davvero le figurine che gli avevamo promesso.
Non siamo solo noi genitori a fare promesse ai bimbi, sono anche loro a farle a noi, generalmente per ottenere qualcosa, come quando nella letterina a Babbo Natale o a Santa Lucia scrivono “Sono stato un po’ monello, ma prometto che farò il buono se mi porti tanti regali”.
Perché facciamo le promesse
Le promesse che facciamo ai nostri bimbi sono importantissime, perché loro imparano ogni cosa grazie al nostro esempio, e se le manterremo con costanza, insegneremo loro il valore della parola data. Al contrario, se non lo faremo, le promesse per il bambino avranno sempre meno importanza e lui stesso le farà con superficialità.
Sono svariate le situazioni in cui facciamo promesse al piccolo, per esempio gli promettiamo qualcosa per calmarlo. Immaginiamo di dover andare dal dottore e che il bimbo ne sia spaventato, il terrore che faccia una scenata e non voglia entrare ci pervade allora, spinti dalla fretta e dal senso di praticità che ci contraddistingue, gli diciamo “Se fai il bravo dal medico, quando usciamo ti compro tutto quello che vuoi”.
Senza rendercene conto, stiamo chiedendo al bimbo di prometterci qualcosa che è impossibile da mantenere. E’ impossibile promettere le emozioni: è come se chiedessero a noi di promettere di non avere paura, di non litigare con nessuno ed essere sempre prestanti sul lavoro, sono tutte promesse che non possiamo in alcun modo mantenere con certezza.
Meglio spiegare al piccolo che non gli accadrà nulla, che il medico è lì per aiutarlo a stare bene, non certo per fargli del male. Se sappiamo che la visita sarà solo di controllo, cerchiamo di spiegargli in serenità a cosa andrà in contro. In generale, promettere per calmare una crisi isterica, non fa sentire il bambino compreso. Al contrario, lo convince che ad ogni capriccio avrà un premio.
Le promesse, infatti, possono instaurare anche un meccanismo ricattatorio, non ha senso chiedere al bambino di fare tutti i compiti in cambio di una ricompensa. Deve capire, per quanto difficile all’inizio, che i compiti servono a esercitare e accrescere le sue capacità.
Possiamo anche promettere per incoraggiare e per contenere le paure dei nostri bambini: “Ti prometto che andrà tutto bene”, “Ti prometto che ti terrò la manina tutta la notte”. Questo genere di promesse, invece, vogliono dire che abbiamo compreso la paura del bimbo, che diamo un valore a ciò che sente e che siamo lì per aiutarlo. Poi magari non rimarremo tutta la notte mano nella mano con lui, ma lo faremo sentire tranquillo e calmandosi continuerà a dormire. Questo genere di promesse, rafforza il rapporto tra il bimbo e i suoi genitori.
Cosa succede se non manteniamo le promesse
Ogni volta facciamo una promessa e non la manteniamo, perdiamo la fiducia di chi stava credendo nelle nostre parole, in questo caso del nostro bambino.
Dire per esempio, “ti prometto che non ci sono meduse in mare”, per far fare il bagno al bambino in una giornata di sole cocente, non è l’ideale. Come “ti prometto che non ti fa niente”, se il bambino è spaventato da un animale. Sono promesse di cui non possiamo conoscere la veridicità e nel malaugurato caso in cui qualcosa dovesse andare storto, il piccolo vedrà le sue paure confermate e crederà di essere solo e che nessuno possa davvero aiutarlo.
Il piccolo perde la fiducia in noi anche se gli promettiamo di portarlo al parco e poi, presi da mille incombenze, non lo facciamo. Non ha alcun valore per il bimbo, dirgli che lo porteremo l’indomani, perché i piccoli non conoscono ancora la durata effettiva del tempo. Meglio non promettere nulla, se sappiamo in partenza di non poter mantenere fede alla parola data.
Può capitare di dimenticarsi di alcune promesse o, per stanchezza, per un impegno improvviso, non riuscire a mantenere qualcosa che eravamo sicuri di poter fare. In questo caso la cosa migliore da fare è raccontare la verità al bambino, chiedergli scusa. Certo magari non è allettante pensare di non rappresentare più un supereroe per nostro figlio, ma sarà una lezione molto importante per lui, di sincerità e umanità.
Quali promesse chiediamo ai bambini
Capita a volte che siamo proprio noi a chiedere al piccolo di prometterci qualcosa, o di ricordarsi una promessa fatta. “Promettimi però che se ti compro il gelato non lo dici alla mamma”, lo sgarro che il nonno, lo zio, la tata concede al bambino, crea una sorta di complicità tra i due che deve rimanere piacevole e leggera. Evitiamo di obbligare il piccolo a schierarsi in dinamiche familiari, dalle quali dovrebbe rimanere estraneo o a dover mentire per non tradire la nostra fiducia, non è sicuramente l’ideale.
Oppure ci capita di dire al nostro bimbo “Ma ti ricordi cosa mi avevi promesso?” Se il piccolo non ha mantenuto una promessa che gli abbiamo chiesto di farci o che ci ha fatto. In realtà dobbiamo guardare all’entità della promessa, capendo se effettivamente era alla sua portata o se invece gli stavamo chiedendo troppo.
I piccoli fanno a volte, per non deluderci, promesse più grandi di loro e sentono di aver fallito se effettivamente non riescono a mantenerle.
Ciò che possiamo fare noi, come genitori, è farci vedere per quello che siamo, quindi umani e corruttibili. Possiamo poi cercare di premiare l’impegno dei nostri bambini, riconoscere per esempio che ce l’hanno messa tutta per cercare di non fare i capricci mentre eravamo al supermercato, poi però ci siamo fermati più del previsto in cassa e stanchi hanno ceduto. Come forse avremmo fatto anche noi, presi dalla stanchezza, senza più mantenere fede ad alcuna promessa. Perché un conto è promettere qualcosa di irrealizzabile, un conto è comprendere il nostro bimbo e fargli promesse realizzabili e emotivamente adeguate a lui e alla situazione. Solo così gli insegneremo qual è la vera entità delle promesse e qual è il loro peso nelle relazioni. Il bimbo farà quindi promesse che riuscirà a mantenere perché calibrate e consapevoli, rispettando sé stesso, le sue capacità ma soprattutto gli altri, promettendo loro il vero.