Ferro in gravidanza: perché è importante e come assumerlo

Il corretto apporto di ferro in gravidanza è fondamentale sia per la salute della futura mamma sia del piccolo che porta in grembo. Durante la dolce attesa le donne devono prestare molta attenzione a ciò che mangiano. Seguire un regime alimentare sano ed equilibrato è infatti il modo migliore per permettere alla piccola vita che sta crescendo nel pancione di ricevere tutto il sostentamento necessario ad un corretto sviluppo fetale e una gravidanza serena e tra tali elementi, il ferro è sicuramente una delle sostanze nutritive uno dei più importanti.

A cosa serve il ferro nel corpo umano?

Grazie al ferro il midollo osseo riesce a sintetizzare sia l’emoglobina, la proteina che” colora” il sangue di rosso e consente ai globuli rossi di trasportare l’ossigeno necessario alle principali funzioni dell’organismo, sia la mioglobina, che invece serve ai tessuti per immagazzinare tale ossigeno (fonte: ISS).

Ferro in gravidanza: quanto ne serve?

Proprio grazie alle sue proprietà, il giusto apporto di ferro risulta un elemento assolutamente indispensabile nella vita di una donna incinta, poiché il minerale è coinvolto nella formazione della placenta e nella trasmissione di ossigeno al feto.

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di Niccolò De Rosa

Tale cruciale compito comporta dunque un certo aumento del fabbisogno giornaliero di ferro. Una donna all’inizio della gravidanza consuma 0.2/0.3 mg di ferro al giorno, aumentando progressivamente la quantità fino ai circa 2.5 mg degli ultimi mesi.

La Società Italiana di Nutrizione Umana (SINU) ha dunque calcolato che per garantire un livello di salute ottimale sia per la futura mamma che per il piccolo, una donna incinta dovrebbe arrivare ad assumere 2.7 mg di ferro al giorno.

Alimenti ricchi di ferro

Per il corpo umano l’alimentazione rappresenta la principale fonte di approvvigionamento del ferro che aiuta le nostre cellule a sostentarsi. Sono molti infatti gli alimenti ricchi di ferro – sia di origine vegetale, che animale. Tra questi ci sono:

• Carciofi
• Legumi
• Biete e spinaci
• Carni rosse (soprattutto il fegato bovino)
• Pesce e molluschi
• Frutta secca
• Uova
• Funghi

Il ferro infatti si presenta principalmente in due diverse forme, distinguibili proprio dal diverso modo in cui il corpo umano riesce ad assimilarle.

• Ferro EME: è la forma di ferro più facilmente assimilabile dall’organismo, poiché il suo assorbimento non viene influenzato dalla presenza (o assenza) di altre sostanze. È presente soprattutto nelle carni animali (ma non assente nei vegetali).
• Ferro non EME: si tratta del ferro inorganico, reperibile specialmente in frutta e verdura. Per essere metabolizzata con maggiore efficacia, questa forma richiede però l’assunzione anche di altri elementi promotori (come vitamine o acido folico) in grado di facilitarne l’assimilazione.

Durante la gravidanza è importante dunque consumare alimenti che contengono entrambe le tipologie di ferro, ma anche integrare cibi che contengono vitamine in grado di “attivare” il ferro non EME (agrumi, peperoni, broccoli, pomodori ecc..).

Esistono cibi che ostacolano l’assimilazione del ferro?

Così come l’assunzione di determinate sostanze aiuta il nostro corpo a sfruttare al meglio l’apporto di ferro proveniente dal cibo, esistono anche alcuni alimenti la cui composizione chimica non solo non favorisce l’assorbimento del minerale, ma anzi lo ostacola.

In questa categoria rientrano sicuramente le bevande con un’alta concentrazione di tannini, composti organici particolarmente presenti in tè, caffè e alcune tipologie di vino. Anche l’acido fitico, contenuto in cereali e frutta secca come mandorle o noci, può rendere più difficoltoso il processo d’integrazione del ferro esattamente come calcio e fosforo.

Cause e rischi della carenza di ferro in gravidanza

Quando il corpo umano soffre una carenza di ferro si parla di anemia sideropenica. Questa condizione è caratterizzata da una quantità insufficiente di emoglobina nel sangue che, dunque, rallenta il trasporto dell’ossigeno all’interno dell’organismo.

Le cause dell’anemia sideropenica possono essere:

• Dieta poco variegata o povera di alimenti contenenti il minerale.
• Presenza di patologie che ostacolano l’assimilazione del ferro, come alcune malattie intestinali.
• Emorragie che riducono i livelli di ferro nel corpo. In questa categoria rientrano naturalmente anche le mestruazioni.

In un soggetto adulto, gli effetti più immediati dell’anemia comprendono un vistoso colorito pallido, respiro affannoso e debolezza cronica. Durante la gravidanza, se pur vi è una anemizzazione fisiologica, gli effetti di uno scompenso severo possono coinvolgere anche lo stato di salute del feto, al quale vengono a mancare importanti sostanze nutritive.

Se non adeguatamente trattata (tramite una correzione della dieta o il ricorso ad integratori) questa condizione può comportare non solo una una gravidanza difficoltosa ( maggior tasso di infezioni, riduzione delle riserve di sangue al parto, sovraccarico cardiovascolare) ma, nei casi più gravi, problemi fetali come una maggiore frequenza di parti pretermine, ritardo di sviluppo intrauterino, influenza sfavorevole dello sviluppo placentare e riduzione delle riserve di ferro neonatali.

Attenzione però: anche l’eccesso di ferro può danneggiare sia madre che nascituro. Dosi squilibrate del minerale possono costituire, ad esempio, una predisposizione alle intolleranze glucidiche.