Nascere e crescere in una famiglia omogenitoriale (in cui quindi i genitori appartengono allo stesso sesso) può danneggiare il bambino o alterare l’equilibrio psicologico? Benché qualcuno continui a nutrire dei dubbi, la scienza si è già espressa piuttosto chiaramente: i figli delle coppie omogenitoriali crescono esattamente come tutti gli altri, anche se giudizi e ostilità di contesti sociali non sempre preparati a simili realtà possono influire negativamente sulla serenità dei giovani.
40 anni di studi per abbattere il pregiudizio
Le prime ricerche sulle coppie omosessuali che decidono di avere dei figli risalgono agli anni ’70/’80, quando psicologi e la sociologi (soprattutto americani) iniziarono ad occuparsi delle dinamiche e trasformazioni relative alla cosiddetta “famiglia moderna”. Tra i progetti più importanti, impossibile non citare il tutt’ora attivo National Longitudinal Lesbian Family Study (NLLFS), fondato negli anni Ottanta proprio per seguire le corso del tempo la crescita – dall’infanzia all’età adulta – dei bambini nati da mamme omosessuali grazie all’inseminazione artificiale.
Agli inizi però, la gran parte delle ricerche presentava grossi limiti metodologici e si concentravano perlopiù su famiglie di seconda formazione, ossia madri lesbiche che, dopo aver messo al mondo uno o più figli all’interno di una relazione eterosessuale, avevano interrotto il proprio rapporto con il precedente partner maschile per crescere i figli insieme ad una nuova compagna. Le conclusioni emerse dagli studi non potevano dunque rappresentare un risultato valido, poiché i piccoli avevano trascorso i primi anni di vita con un padre o, comunque, all’interno di un contesto familiare non riconducibile ad una famiglia completamente omogenitoriale.
La vera svolta arrivò tra gli anni ’90 e gli inizi del 2000, quando la crescente apertura della società occidentale nei confronti della comunità LGBTQ e l’introduzione di valide tecniche di PMA e GPA (“gestazione per altri” o maternità surrogata) permise l’adozione e la procreazione anche alle coppie omosessuali, allargando di molto gli orizzonti di ricerca.
Cosa dice la scienza oggi?
Per indagare il rapporto tra omogenitorialità e benessere dei figli i vari studi hanno cercato di valutare non solo la felicità generica dei ragazzi e della ragazze cresciuti con due mamme o due papà, ma anche la loro salute mentale, i loro comportamenti sociali, lo sviluppo della loro identità (non solo sessuale o di genere), nonché il tipo di cure, stimoli e approcci educativi forniti dagli stessi genitori.
Sulla base di questi aspetti sono stati prodotti tantissimi studi e ricerche internazionali – anche italiane, come Growing up in a same-sex family (2015) di Anna Maria Speranza, Professore di Psicopatologia dello sviluppo all’Università “Sapienza” di Roma, o Lesbian Mother Families and Gay Father Families in Italy: Family Functioning, Dyadic Satisfaction, and Child Well-Being (2013) – le quali hanno più volte dimostrato come i bambini cresciuti da coppie gay crescano con cure, atteggiamenti, inclinazioni ed equilibri emotivi del tutto simili a quelle riscontrate nei figli delle famiglie tradizionali, senza scompensi causati da assenze di figuri maschili o femminili (a seconda del tipo di famiglia). Nell’ultimo decennio soltanto pochi studi sono giunti a conclusioni differenti, ma la stessa comunità scientifica è intervenuta a criticarne metodi e criteri di raccolta dei dati.
Perfino per quanto riguarda i problemi legati alla conflittualità e ai litigi tipici del rapporto genitori-figli, le situazioni sono apparse pressoché identiche (Children raised in mother-headed families from infancy: a follow-up of children of lesbian and single heterosexual mothers, at early adulthood, di Susan Golombok e Shirlene Badger, 2010), confermando una volta di più la “normalità” dei rapporti interpersonali di questi nuovi nuclei famigliari. Non è rassicurante sapere che anche nelle famiglie arcobaleno si discute e ci si incazza quando si tratta di orari per le uscite o bizze adolescenziali?
I figli delle coppie gay diventano gay?
Ok, ma per quanto riguarda il tema dell’identità sessuale e di genere? I figli di genitori omosessuali hanno maggiori possibilità di diventare gay a loro volta? Anche in questo caso, nonostante il pregiudizio sia duro a morire, il dubbio non trova riscontro nell’evidenza scientifica.
Infatti, benché alcune ricerche mostrino come le ragazze cresciute con madri omosessuali siano mediamente più inclini ad esperienze omoerotiche (Sexual attraction, sexual identity, and same-sex sexual experiences of adult offspring in the U.S. NLLFS, 2019), è stato ormai dimostrato come la presenza di genitori gay non vada a influenzare – o, come dicono alcuni, “confondere” – in modo rilevante l’identità sessuali dei figli, la maggioranza dei quali si dichiara, o si è dichiarata, convintamente eterosessuale.
I problemi ci sono, ma arrivano "da fuori"
Il quadro relativo alle famiglie omogenitoriale non è però idilliaco e libero da complicazioni. Le stesse ricerche in grado di abbattere pregiudizi e perplessità sui genitori omosessuali hanno infatti evidenziato alcuni punti di fragilità comuni a molti bambini arcobaleno, dovuti però non a mancanze familiari, ma alle dinamiche sociali del mondo circostante.
La stigmatizzazione dell’omosessualità, la narrazione eteronormata che permea media e quotidianità, le microaggressioni, gli sguardi dubbiosi di compagni di scuola e vicini di casa, le domande indiscrete degli sconosciuti, sono tutti elementi che concorrono a turbare la serenità dei ragazzi, i quali spesso percepiscono un senso di diversità che se in alcuni contribuisce a rafforzarne l’autostima, in altri influisce negativamente sul proprio equilibrio psicologico ed emozionale.
Un altro punto critico poi può riguardare il rapporto con il genitore biologico esterno alla coppia (il donatore di gameti o la madre che ha donato gli ovuli o ha portato avanti la gravidanza per la GPA), ma in casi simili conta molto l’approccio imposto dai genitori. Infatti, se la natura del concepimento viene nascosta e rivelata solo quando i ragazzi sono già grandicelli, può capitare che si fomentino sentimenti di rabbia e frustrazione per la menzogna svelata.
Diversi da chi?
In conclusione, la scienza non solo non ha mostrato difetti “congeniti” nella formazioni di famiglie con due mamme o due papà, ma anzi ha sottolineato alcuni punti di forza per nulla marginali, come il fatto che la genitorialità da parte di coppie gay è al 99% dei casi è desiderata al punto di smuovere mari e monti per ottenerla. Di contro, alcuni aspetti legati alla società circostante potrebbero rendere la vita dei ragazzi e delle ragazze arcobaleno un po’ più difficoltosa rispetto a quella dei loro coetanei.
E quindi? Cosa ricaviamo tutto ciò? Nulla, se non una confortante, banale e per nulla retorica normalità, una normalità in cui i genitori gay hanno pregi, hanno difetti e possono crescere bene o male un figlio in base all’amore e alle cure che sapranno regalargli. Esattamente come qualsiasi altra famiglia di questo strano e pazzo mondo.