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5 Aprile 2024
16:00

Figli nati da maternità surrogata raccontano le loro storie: “Vogliamo essere ascoltati”

Nella stessa città che oggi e domani ospita la Conferenza internazionale per l’abolizione della maternità surrogata, Roma, stamattina ha avuto luogo il convegno “Siamo famiglie, non reati” dei figli nati da GPA. Al centro dell’incontro, le storie di chi è venuto al mondo grazie a una pratica che il Governo vuole rendere “reato universale”.

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Figli nati da maternità surrogata raccontano le loro storie: “Vogliamo essere ascoltati”
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Oggi e domani è in corso a Roma la Conferenza internazionale per l’abolizione della maternità surrogata. Uno degli ospiti, Olivia Maurel, un’attivista nata da madre surrogata che oggi combatte contro la Gestazione Per Altri, è stata ricevuta ieri da Papa Francesco, che in più occasioni si è dichiarato contrario alla pratica di procreazione assistita. Accanto alla storia drammatica di Maurel, tuttavia, che dipinge la GPA come una «fabbrica» di bambini «creati, venduti, comprati», esistono testimonianze opposte, positive, di figli nati da GPA che, invece, rivendicano con orgoglio le loro origini e chiedono di essere ascoltati. Alcuni di loro, spinti dalle dichiarazioni lapidarie del Papa, che ha definito «deprecabile» la maternità surrogata, hanno inviato una lettera a Bergoglio per far sentire la loro voce: «Con quante gestanti e quanti nati ha parlato?». Stamattina hanno portato la loro testimonianza alla Camera dei Deputati.

La Gestazione Per Altri (o GPA) continua ad essere un tema caldo, al centro della politica nazionale e internazionale. Si tratta di una pratica di procreazione assistita mediante la quale una donna – chiamata “madre surrogata” o, preferibilmente, “gestante per altri” – porta avanti la gravidanza per conto di terzi. Nonostante nell’ideologia comune si tenda ad associare l’etichetta alle coppie omosessuali, è praticata principalmente da coppie eterosessuali, oltre che da single e gay, e in diversi Paesi del mondo è legale da anni. In Paesi come il Belgio è ammessa esclusivamente quella gratuita, solidale o altruistica, mentre in California, ad esempio, è legale pure la GPA commerciale, che prevede un compenso per la gestante.

In Italia la pratica è vietata dalla Legge 40, e i partiti di maggioranza sono contrari. A febbraio 2023 Fratelli d’Italia ha addirittura proposto di rendere la maternità surrogata un “reato universale”, perseguibile anche se commesso al di fuori dei confini nazionali, una mossa che ha suscitato perplessità tra i giuristi.

Lo scorso gennaio Papa Francesco è intervenuto sul tema etico, bollandola come una pratica «deprecabile» che «offende gravemente la dignità della donna». Parole che hanno amareggiato le famiglie cattoliche nate grazie a quella tecnica che viene dispregiativamente definita “utero in affitto”. Tanto che un gruppo di figli nati da GPA, su iniziativa dell’Associazione basca Gure umeen ametsak, hanno firmato una lettera indirizzata a Bergoglio, sottoscritta dall’Associazione italiana Luca Coscioni.

La posizione di Papa Francesco «chiude le porte a modelli familiari meno tradizionali – si legge nella lettera –, provocando l’apostasia (il ripudio del proprio credo) di persone credenti che hanno scelto questo modello di famiglia sentendosi giudicate e stigmatizzate».

«Con quante donne che hanno portato in grembo attraverso la surrogazione di maternità ha realmente parlato il Papa per fare questa affermazione? – continua la lettera – In quali Paesi? In quali circostanze? Ha indagato oltre determinati casi specifici? Le parole di Papa Bergoglio hanno provocato dolore in molte famiglie cattoliche il cui modello deriva dalla gestazione surrogata».

Tra i figli nati da Gestazione Per Altri che hanno siglato la lettera al Papa ci sono Fiorella e Valentina Mennesson, classe 2000, nate tramite GPA e figlie di Sylvie e Dominique Mennesson. Le madri sono riuscite a riconoscerle solo dopo 19 anni di lotta e grazie a una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. Valentina ha raccontato la sua storia in un libro: la sua vita, si legge nella trama, è «quella di una ragazzina come le altre, che non si è mai sentita diversa».

Le due sorelle gemelle stamattina hanno condiviso la loro esperienza al convegno organizzato alla Camera dei Deputati dall’Associazione Luca Coscioni e da Famiglie Arcobaleno, dal titolo "Siamo famiglie, non reati", a cui è seguito un flash mob di protesta.

Ma quella di Fiorella e Valentina non è un caso isolato. Al convegno, durante il quale si è discusso della proposta di legge avanzata dall’Associazione Coscioni per la legalizzazione della GPA solidale in Italia, è intervenuta anche la 18enne Lia, figlia di due papà, insieme alla sua madre surrogata, Nancy, che vive in Alaska. Entrambe hanno raccontato il prima e il dopo del viaggio che ha portato alla nascita di Lia.

«Le storie che abbiamo ascoltato oggi – ha commentato Alessia Crocini, Presidente di Famiglie Arcobaleno – dimostrano quanto la realtà delle famiglie sia lontana dalle logiche ideologiche e opportunistiche di chi, in Italia, vuole dichiarare la gestazione per altri reato universale».

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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