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Per la prima volta in Italia i tribunali di Torino hanno accolto una clausola di consenso che permette ai genitori in via di separazione di regolare i termini di pubblicazione delle foto online dei figli.
La novità è stata introdotta dalla magistratura torinese in due diversi casi di separazione consensuale e consentirà alle parti coinvolte di esprimere il proprio consenso alla pubblicazione sui social delle immagini dei figli a patto però che simili contenuti non risultino lesivi degli interessi e della dignità dei minori.
Il primo caso riguardava un accordo tra una madre inflencer e l'ex marito per le gestione dell'immagine sui social della figlia di cinque anni, mentre il secondo vedeva una negoziazione assistita tra un papà poliziotto e una mamma medico per la regolamentazione dei contenuti online nei quali sarebbe potuto comparire il figlio undicenne.
In entrambi le situazioni, i giudici torinesi hanno accettato l'introduzione di queste clausole per favorire la risoluzione pacifica delle separazioni e, al contempo, tutelare pienamente i diritti dei minori in questione.
Al momento infatti la legge prevede che per diffondere le immagini di bambini e ragazzi minorenni serva l'approvazione di entrambi i genitori. Tale concordanza d'intenti non è però sempre facile e scontata quando i due adulti decidono di lasciarsi.
Da qui l'esigenza di sedersi ad un tavolo e mettere nero su bianco le modalità e gli eventuali limiti da applicare per poter postare foto dei figli sui rispettivi profili social.
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Tale accoglimento è stato salutato da molti come una soluzione ideale per evitare nuovi litigi e responsabilizzare i genitori di fronte ad una pratica – il cosiddetto sharenting – della quale molto spesso si sottovalutano gli effetti a breve e lungo termine (ne abbiamo parlato in questo articolo).
Nella realtà dei fatti però, questa novità non comporta un impatto così innovativo dal punto di vista giurisprudenziale.
«La notizia assumerebbe contorni molto più rilevanti se ci fosse stata una sentenza all'interno di una separazione giudiziaria conflittuale – spiega a Wamily Gioia Saitta, giurista e mediatrice. famigliare – In questo caso però i giudici hanno semplicemente omologato un accordo esterno precedentemente raggiunto».
Sicuramente però si tratta di uno scenario che tenderà a riproporsi sempre più spesso, dato che dopo le separazioni conflittuali è molto frequente osservare come le foto dei figli scompaiano dai profili social di uno dei due genitori.
«Anche l'immagine online è motivo di conflitto – continua Saitta – a maggior ragione se il contenuto ritraente il minore è parte integrante del lavoro di uno dei due genitori, come nel caso della mamma influencer».
L'auspicio dunque è che prima o poi si possa concretizzare un intervento legislativo per regolare o impedire lo sharenting sui social, come ad esempio sta avvenendo in Francia.
«Il giorno in cui un giudice si esprimerà sull'argomento – conclude Saitta – sarà effettivamente una sentenza rivoluzionaria».
