La maternità è un’esperienza spartiacque che, inevitabilmente, segna un prima e un dopo nella vita di una donna. Chi diventa madre sperimenta un cambiamento sia nel corpo che nella mente, nell’emotività e nella scala dei valori e delle priorità. Mutamenti visibili e tangibili, come quelli estetici, e mutamenti interiori, sfuggenti all’occhio nudo, come quelli psicologici e nella sensibilità. Una fotografa lituana, Vaida Markeviciute-Razmislavice, ha voluto catturarli in scatti fotografici, ritraendo il prima e il dopo di trentatré donne che hanno avuto un figlio. Il progetto fotografico si chiama, non a caso, Becoming mother, cioè "diventare madre". L’intento della professionista, che è pure mamma, era quello di immortalare le trasformazioni emotive e invisibili legate alla maternità, puntando su qualcosa di diverso e meno scontato del ventre gonfio o delle smagliature post parto: gli occhi delle donne in gravidanza e dopo aver partorito.
La fotografa si è concentrata sugli guardi delle modelle e ha fotografato i loro volti prima e dopo la nascita dei figli. Nel primo servizio le future madri erano incinte, mentre la seconda sessione di scatti è stata realizzata qualche settimana dopo il parto. Dopodiché, Markeviciute-Razmislavice ha accostato i due ritratti per ciascuna delle trentatré donne: a sinistra quello scattato in gravidanza, a destra quello realizzato dopo la nascita del primogenito. Per mettere in risalto i loro occhi Markeviciute-Razmislavice ha scelto uno sfondo chiaro e neutro, come quello di una fototessera, e ha immortalato le mamme dalle spalle in su. «Ho notato che il nostro sguardo cambia dopo ogni esperienza forte nel corso della nostra vita – ha spiegato la fotografa in un’intervista a My Modern Met –. Ho trovato molto interessante esplorare la maternità sotto questa luce».
I trentatré soggetti femminili che hanno posato per Markeviciute-Razmislavice sono donne comuni, che la fotografa ha ingaggiato con un post su Facebook in cui illustrava il suo progetto e cercava donne in dolce attesa interessate a partecipare. I requisiti per la selezione erano tre: essere incinte del primogenito, partecipare al secondo servizio fotografico entro i primi tre mesi dalla nascita del figlio (o dei figli, in caso di gemelli) e consentire la pubblicazione illimitata dei due ritratti.
«Ho voluto mettere in risalto lo sguardo delle donne, togliendo tutto ciò che lo disturbava, come la pancia – ha continuato Markeviciute-Razmislavice –. Per il secondo servizio abbiamo cercato appositamente uno studio accessibile con i passeggini per permettere alle donne di venire con i bambini. Sfortunatamente, uno studio diverso implicava un'illuminazione diversa, come si può vedere nei ritratti successivi».
Durante entrambe le sessioni di scatti la fotografa ha posto alle modelle la medesima domanda: cosa significava per loro la maternità. La cosa curiosa è che le risposte delle donne sono cambiate tra il primo e il secondo servizio fotografico. «Durante le prime riprese, per tutte le future mamme, la maternità era tutta teoria, immaginando come sarebbe stata in base a ciò che avrebbero letto e sentito da altre donne, internet, libri e media – ha raccontato Markeviciute-Razmislavice a My Modern Met –. Durante il secondo servizio fotografico, invece, la maggior parte di loro non ha potuto fare a meno di sorridere: hanno condiviso apertamente la nuova esperienza che stavano vivendo, che non avrebbero potuto immaginare. […] C’erano così tante emozioni diverse che scorrevano durante le riprese. Alcune donne scoppiano in lacrime quando viene loro chiesto cosa significasse per loro la maternità, e io ho lasciato che tutto accadesse e scorresse così com'è, aspettando pazientemente che queste lacrime si asciugassero».
Gli occhi siano lo specchio dell’anima, dicono. È un concetto che trova piena espressione nel progetto fotografico della professionista lituana. «L’intero team, me compreso, non ha potuto fare a meno di chiedersi quanto fossero diverse queste donne quando sono entrate nello studio per il secondo ritratto – ha continuato –. C’era qualcosa di intangibile, molto sottile e allo stesso tempo profondo ed evidente. […] Ci sono cose che a occhio nudo non si vedono, la forma più semplice può nascondere il contenuto complesso. Dietro ogni ritratto c'è la storia di una donna, il suo viaggio unico, la sua trasformazione».