Un tempo iniziare lo svezzamento con la frutta era un grande classico e spesso gli stessi pediatri suggerivano di cominciare a proporre piccoli pezzettini di polpa succosa già dopo i primi 4/5 mesi di vita del bebè. Oggi invece si tende ad aspettare un po' di più prima d'introdurre il cibo solido nella dieta del bambino, anche perché le linee guida indicate da OMS e Ministero della Salute raccomandano chiaramente l'allattamento al seno (o se ciò non risulta possibile, il latte in formula) come forma d'alimentazione esclusiva per i bambini fino al sesto mese di vita.
Solo dopo questo periodo, dunque, è consigliabile iniziare a pensare allo svezzamento del piccolo e all'inserimento graduale di alcuni frutti nella sua dieta. In questa delicata tappa di crescita è però importante non forzare i tempi e lasciare che sia il bambino a scandire i ritmi del passaggio dal cibo liquido a quello "dei grandi".
Quando dare la frutta in svezzamento?
Per iniziare lo svezzamento bisogna essere sicuri che il bambino sia pronto ad un passo del genere.
Iniziare troppo preso – oltre alle conseguenze legate alla mancanza di nutrienti presenti nel latte materno e che sono essenziali per la corretta maturazione, tra le altre cose, del sistema immunitario – potrebbe non solo provocare un rifiuto del cibo da parte del lattante, ma anche comportare rischi per la sua salute, specie se non ancora predisposto all'ingestione di sostanze più consistenti.
Appare dunque necessario attendere che nel bambino si manifestino chiari segnali come la scomparsa del riflesso di estrusione (che porta il bebè a spingere via qualsiasi corpo estraneo venga inserito nella bocca) o la capacità di rimanere seduto con il tronco eretto.
Si può iniziare lo svezzamento con la frutta?
Grazie all'abbondanza di vitamine, al sapore dolce a alle molteplici proprietà, in passato la frutta era il cibo più gettonato per iniziare lo svezzamento.
In realtà, la scelta d'iniziare la dieta solida con piccoli pezzetti di frutta non sembra comportare particolari benefici rispetto ad altre opzioni. L'importante è infatti che fin dall'inizio la dieta preveda un bilanciamento tra i nutrienti (carboidrati, proteine, grassi ecc…) e nel tempo vada a comprendere sempre più alternative.
Dunque iniziare lo svezzamento con la frutta è possibile, ma non deve essere un dogma. In caso di dubbi, un consulto con il pediatra per approntare la giusta strategia potrebbe essere la scelta migliore.
Come dare la frutta ai neonati
Non esistono tipologie di frutta più consigliate di altre. Certo, è meglio ricordarsi sempre che il gusto di un bimbo è ancora tutto da "costruire", dunque meglio non iniziare con sapori forti come l'acido di un limone, anche perché in questa fase è sconsigliato aggiungere ulteriori zuccheri per addolcire il boccone, vietato il miele.
Le scelte più frequenti di solito ricadono dunque su mele, pere, prugne o banane, anche se quando si parla di frutta la stagionalità rimane un fattore da tenere sempre in grande considerazione.
Frutta fresca o omogeneizzati?
Anche la forma con la quale sottoporre l'assaggio al piccolo è spesso causa di dubbi e incertezze. Meglio optare per gli omogenizzati o sminuzzare della frutta fresca?
Come specifica la Fondazione Veronesi, anche in regime di svezzamento (e non di autosvezzamento) è preferibile ricorrere agli omogeneizzati di frutta solo qualche giorno alla settimana e quando non è possibile reperire frutti di stagione.
Il motivo? Non tanto l'omogeneizzato in sé, quanto il rischio che alcuni produttori arricchiscano i loro vasetti con zuccheri aggiunti che sarebbe meglio evitare.
Scegliendo la frutta fresca però è assolutamente fondamentale assicurarsi che il cibo sia ridotto in porzioni minime o grattuggiato, senza rischio alcuno per la deglutizione da parte del bambino. Si può pensare anche di omogeneizzarlo a casa.
Tabella della frutta in svezzamento: è affidabile?
Fino a qualche anno fa circolavano molte tabelle che servivano a suggerire la graduale introduzione ora di questo, ora di quel frutto nella dieta dei piccoli. Oggi però pediatri e nutrizionisti tendono a non fare più molto affidamento su simili strumenti, anche perché – come già anticipato – non è detto che ciò che potrebbe andare bene a otto mesi per un bebè sia accettabile anche per un altro coetaneo.
Senza parlare poi della già citata stagionalità degli ingredienti per le pappe, che rendere estremamente variabile l'applicazione di ogni schema in base al differente periodo dell'anno.
Quanta frutta dare in svezzamento?
La frutta è un alimento sano, ma come tutti i cibi deve esser consumata secondo porzioni adeguate all'età e alla fame del bambino.
Non serve dunque fare molti calcoli: è sufficiente osservare il comportamento dei bimbi e bilanciare la quantità di cibo di conseguenza.
Frutta in svezzamento: prima o dopo il latte?
Durante l'alimentazione complementare, quando cioè il cibo solido viene alternato alle poppate, la sequenza tra le due forme di alimentazioni è assolutamente discrezionale e non segue regole precise. In genere, si propone subito dopo il latte.
Occorre procedere per tentativi in modo da capire le preferenze del bimbo e iniziare a stabilire una piccola routine. D'altronde quando s'impara qualcosa di nuovo serve sempre un po' di tempo per prendere confidenza con la novità.