Conosciamo tutti persone entusiaste davanti a un'agenda ben organizzata. Ho sposato una di queste persone, lavoro con un'altra. Guardano i loro impegni ed è tutto un "No, torno da qui, ho giusto i minuti necessari per arrivare lì, poi di ritorno passo da quell'altra parte". Ma hanno un lampo, negli occhi. Il guizzo della persona arrivata. Io guardo il calendario pieno di roba scritta e penso: "La mia vita è un fallimento".
Noi non vogliamo correre, non siamo fatti per correre e per girare sempre con gli appuntamenti sotto mano, perché lo facciamo? Come siamo finiti così?
Siamo a settembre, sono ripartite le attività extrascolastiche, e vogliamo già svenire. Porta i figli a scuola, vai a lavorare, prendi i figli a scuola, vai a lavorare, portali al corso di coreano o danze celtiche, riprendili, cucina, muori.
Il laboratorio di analisi fa mammografie solo il mercoledì e il venerdì, ma il mercoledì e il venerdì abbiamo tre minuti per arrivare dove dobbiamo e, possibilmente, buttare l'immondizia che ci invade casa, quindi pazienza se rimandiamo a giugno. Il lunedì potremmo fare la spesa, ma solo nella finestra temporale che va dalle 13:27 alle 14:53, ma che ce frega, visto che a quell'ora il supermercato è chiuso.
In fondo, la porcellina d'India può mangiare le erbacce che strappiamo in giardino. Tanto, ci odia già. E, in più, ottimizziamo i tempi raccogliendole mentre usciamo per andare all'Agenzia delle entrate che, a differenza del supermercato, è sempre aperta.
È comprensibile che tra casa, ufficio, scuola, lezione di nuoto, partita di calcio, corso di inglese e ora di danza ci giri un po' la testa…
Da giovani non immaginavamo una vita così. Non noi, genitori pessimi con un amore smodato per il divano. Non pensavamo che un giorno avremmo avuto figli così attivi e desiderosi di fare cose. La genetica è una presa in giro. Ma siamo a settembre. Nove mesi. Mancano solo nove mesi alle vacanze.
