Possiamo raggruppare sotto il nome di gioco sensomotorio tutte quelle attività che prevedono l’utilizzo del corpo nelle sue diverse potenzialità e che suscitano nel bambino sensazioni di discontinuità e rotture toniche, con cambi di posizione, equilibrio o peso, stimolando la sfera sensoriale soprattutto a livello propriocettivo e labirintico-vestibolare.
Il bambino, dopo i primi mesi di vita caratterizzati principalmente, parlando di attività, dal dialogo tonico-fusionale, inizia a provare piacere nel percepirsi come essere distinto dalla figura materna. Noto a tutti ad esempio il gioco del “cucù”, nel quale la mamma e poi gli altri adulti, fratelli e persino giochi scompaiono e ricompaiono: una semplice sequenza ludica che accompagna il bambino nella scoperta di essere un individuo autonomo diverso dal mondo esterno. Un contributo fondamentale in questo iniziale processo di separazione è dato dal rapido sviluppo motorio di questi mesi che permette al bambino di esplorare il mondo e agire su esso: può infatti rotolare, strisciare, gattonare, fare i primi passi da solo o aiutandosi appoggiando le mani su un supporto, ma anche afferrare e rilasciare in modo sempre più fine e preciso. Ecco che inizia la fase senso-motoria, che durerà poi anche più avanti, sebbene emergeranno anche nuove tipologie di attività come possiamo schematizzare di seguito.
- 0-6 mesi: gioco tonico-emozionale
- 6-12 mesi: gioco sensoriale e sensomotorio
- 12-18 mesi: gioco funzionale e proto-simbolico
- 18-24 mesi: gioco simbolico
- 24-36 mesi: gioco di finzione
- Dai 3 ai 5 anni: gioco di rappresentazione
Il gioco senso motorio
Il piacere del gioco senso-motorio è sostanzialmente il movimento in sé: ricordiamo che Piaget parla dello stadio senso-motorio riferendosi proprio alla ripetizione di movimenti che offrono sensazioni di soddisfazione e piacere, definendo il piacere senso-motorio come:
“L’evidente espressione dell’unità della personalità del bambino, perché crea la connessione tra le sensazioni corporee e gli stati tonico emozionali… Esso deve essere riconosciuto come punto nodale, via principale di cambiamento nel bambino” (Piaget)
Bernard Aucouturier, pedagogista e educatore, allo stesso modo si riferisce al gioco senso motorio come al piacere che il bambino prova nel muoversi, sia relativamente le attività centrate esclusivamente sul proprio corpo che quelle del corpo in relazione ad ambiente e oggetti. Il bambino sperimenta quindi movimenti senza prefiggersi un preciso risultato da raggiungere, attuandoli per provare le potenzialità del proprio corpo ed il piacere che questo può procurare.
La tappa senso-motoria è quindi fondamentale nello sviluppo perché, attraverso queste attività, il bambino non solo acquisisce sempre più competenze motorie, ma integra sempre più e meglio stimoli sensoriali, raggiunge una buona espressività corporea e mantiene l’indispensabile collegamento costante tra dimensione somatica e psichica, che si stimolano a vicenda e si integrano nella formazione di un Sé forte e competente.
Quali sono i giochi sensomotori?
I giochi sensomotori possono essere dunque raggruppati in due macro categorie: quelli centripeti e quelli centrifughi.
Giochi sensomotori centripeti
Nei giochi a direzione centripeta il bambino utilizza il movimento come contatto con sé stesso, interessandosi alle sensazioni cinestetiche e propriocettive che questo suscita. Ne sono esempi:
- i dondolamenti
- le cadute
- gli scivolamenti
- gli spostamenti con ritmi differenti
- le alternanze di equilibrio e disequilibrio
- i giri su sé stessi
Giochi sensomotori centrifughi
La direzione centrifuga prevede invece una maggiore attenzione verso gli oggetti ed il mondo esterno. Ne fanno parte:
- scavalcare
- arrampicarsi
- entrare\uscire
- scontrarsi
Le possibilità di sperimentazione possono essere infinite, sfruttando molteplici stimoli, occasioni e situazioni; l’adulto può partecipare più o meno attivamente (pensiamo a lanciare il bimbo e riprenderlo, fare l’aeroplano ecc) ma fondamentale è lasciare al bambino la possibilità di sperimentare attività di questo tipo, che spesso sono proprio le più temute per la paura che si possa far male e quindi bloccate dallo spontaneo “attento, fermati, adagio..”. Creare uno spazio casa sicuro così come sfruttare posti all’aperto può essere un’ottima soluzione per non trasmettere le proprie ansie ai bambini.
E dopo i 12 mesi cosa rimane di questi giochi?
Il gioco-sensomotorio, emerso nella seconda metà del primo anno di vita, è destinato è durare per tutta la vita! In che senso? Sicuramente in quest’epoca e fino ai 2 anni si avrà una rapida esplosione, dovuta al veloce susseguirsi dello sviluppo di tappe motorie, cognitive, linguistiche e relazionali.
Il bambino, oltre a sviluppare altre tipologie di gioco, ricercherà stimolazioni motorie sempre più complesse e fini (correre, saltare, fare le capriole, giocare con la palla). Sempre in questa fase possiamo osservare se notiamo anomalie, quali poco interesse per il movimento, movimenti ripetitivi che non sembrano evolversi o altro per cui chiedere una consulenza ad uno specialista.
Nel corso della vita il piacere del movimento non abbandonerà tuttavia il bambino, nemmeno quando sarà adulto: piuttosto, non sarà l’attività dominante, ma se ci pensiamo, non ci divertiamo anche noi adulti a correre, saltare sui tappeti elastici, arrampicarci sulla roccia, abbiamo addirittura inventato i percorsi sugli alberi per provare il disequilibrio della caduta.