Entro l'estate in Italia la maternità surrogata diventerà illegale anche se compiuta all'estero. Ad annunciarlo è Carolina Varchi, firmataria della proposta per modificare l'articolo 12 della Legge 40 in modo da rendere la Gravidanza per Altri (GPA) un reato universale.
«L'arrivo in Aula alla Camera sarà calendarizzato per giugno, sto lavorando per questo» ha commentato la deputata di Fratelli d'Italia annunciando per mercoledì 24 maggio sulla ventina di emendamenti al testo discusso in commissione Giustizia alla Camera.
Cosa cambierebbe?
Al momento la Legge 40 del 2004 prevede sanzioni e provvedimenti penali per chiunque pratichi o promuova la GPA su suolo italiano. Chi però decide di recarsi nei Paesi dove la tecnica di PMA è legale – come Canada o Stati Uniti – al ritorno in patria non può essere perseguito in alcun modo, dal momento che il reato non sussiste.
Qualora il procedimento si concretizzasse, invece, i cittadini italiani che rientreranno nel Paese dopo essere ricorsi alla maternità surrogata potranno essere puniti con multe salatissime e pene detentive (l'entità è ancora oggetto di dibattimento).
Tanti esperti in materia vedono in tale prospettiva una forzatura giuridica piuttosto evidente e sono molti coloro che si aspettano una bocciatura da parte della Corte Costituzionale. Nel frattempo però, a preoccupare i critici non sono solo le conseguenze che, nell'immediato, metterebbero in seria difficoltà i genitori coinvolti, ma anche le numerose implicazioni politiche e sociali.
Fecondazione eterologa a rischio?
Dopo lo stop alle trascrizioni all'anagrafe per i figli delle famiglie arcobaleno, la durezza con la quale l"esecutivo si propone di perseguire la GPA appare come un chiaro messaggio nei confronti di tutte le tipologie di famiglia che si discostano dal modello uomo-donna.
Sorge spontaneo dunque chiedersi se la proposta Varchi non sia che il preludio ad altre restrizioni nei confronti della genitorialità non tradizionale.
Come sottolineato dall'associazione Luca Coscioni che da anni in prima linea nella lotta per i diritti civili, le modalità con le quali s'intende definire l'universalità del reato legato alla maternità surrogata potrebbero infatti far presagire guai in vista anche per alcune tecniche di PMA.
La fecondazione eterologa ad esempio è una pratica di procreazione assistita che in Italia è diventata legale solo nel 2014, tra le proteste di chi – come l'attuale Ministro della Famiglia Eugenia Roccella – opponeva presunte questioni etiche dietro la possibilità di ottenere un figlio grazie a gameti provenienti da individui estranei alla coppia.
Nel nostro Paese, questa particolare tecnica è accessibile solo alle coppie eterosessuali e dipende quasi esclusivamente dall'importazione di gameti dall'estero. Poiché le normative italiane (ed europee) vietano espressamente la compravendita di tutto ciò che ha a che fare con il corpo umano però, questi gameti possono arrivare solo tramite donazione, senza alcun esborso da parte dei beneficiari che non sia un rimborso per i costi di trasporto.
E proprio qui risiederebbe il problema, poiché la modifica proposta dall'On. Varchi secondo un'interpretazione molto restrittiva potrebbe andare a punire non solo chiunque ricorra alla maternità surrogata, ma anche chi si avvalga di pratiche che coinvolgono "la commercializzazione di gameti o di embrioni".
«In Italia la compravendita di gameti è illegale» ci spiega la giurista Gioia Saitta, la quale sottolinea come le normative europee siano generalmente molto restrittive in tutte quelle situazioni che comportano questioni di natura bioetica. Pensiamo a Paesi come gli Stati Uniti, dove è perfettamente lecito vendere il proprio sangue o sottoporsi ad esperimenti per denaro. Da noi questo non può succedere.
«Il pericolo è che in questo frangente si possa far passare come commercializzazione l’importo di gameti dall’estero che normalmente viene coperto con un rimborso spese per il trasferimento. – aggiunge Saitta – Una coppia che paga per scegliersi l'ovulo però è molto diversa da chi copre solamente le spese logistiche per l'importazione di gameti donati».
Il rischio paventato quindi è che, come nel caso delle trascrizioni anagrafiche, prefetture e questure possano richiedere un'applicazione più pedante delle leggi già in vigore, andando a contestare un flusso di gameti che di fatto impedirebbe la fecondazione eterologa.