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21 Settembre 2023
9:00

Gravidanza biochimica: cos’è, quali sono i sintomi e le cause

La gravidanza biochimica è un tipo di aborto molto precoce, che avviene nelle prime 4-5 settimane di gestazione. A volte è asintomatica e passa inosservata, mentre in altri casi viene riconosciuta con un test di gravidanza positivo per la presenza dell’ormone hCG nelle urine. Un risultato ingannevole che viene smentito dall’ecografia transvaginale.

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Gravidanza biochimica: cos’è, quali sono i sintomi e le cause
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La gravidanza biochimica è un aborto precoce che si verifica entro le prime cinque settimane di gravidanza. Si riconosce quando, nonostante il test di gravidanza sia risultato positivo, non viene rilevata la presenza di camera gestazionale ed embrione nel grembo materno attraverso l’ecografia. La gravidanza biochimica non prevede alcun trattamento chirurgico o farmacologico e non preclude la possibilità di avere gravidanze sane e serene in futuro, tuttavia potrebbe avere sulla donna e sul partner un forte impatto emotivo, che richiede un supporto psicologico.

Cos'è la gravidanza biochimica

Per gravidanza biochimica s’intende una gravidanza che s’interrompe entro le prime 4-5 settimane dal concepimento. Si tratta di un aborto estremamente precoce, tanto che a volte non viene riconosciuto dalla donna.

L’embrione, entro le prime cinque settimane, produce l’ormone gonadotropina corionica umana (hCG), comunemente noto come ormone della gravidanza, l’unico vero indizio della gravidanza in questa fase iniziale. I livelli di hCG in una gravidanza normale aumentano progressivamente nelle prime 8-10 settimane di gestazione, prima di diminuire. Ecco perché il test di gravidanza ne rileva la presenza e risulta positivo già nelle prime settimane. In caso di gravidanza biochimica, però, ad un controllo ecografico, si scopre che l’utero è vuoto.

La gravidanza biochimica non è purtroppo una condizione rara

La gravidanza biochimica non è purtroppo una condizione rara. L'incidenza della gravidanza biochimica è compresa tra l'8% e il 33% di tutte le gravidanze, come riporta uno studio pubblicato sulla rivista Obstetrics & Gynecology Science. Tuttavia, si tratta di una valutazione teorica, poiché parecchie donne abortiscono in epoca precoce senza mai ricevere una diagnosi.

Perché si chiama gravidanza biochimica?

Il nome “gravidanza biochimica” si deve alle sostanze chimiche presenti nel corpo, o ormoni, che provocano il risultato positivo quando vengono rilevate dal test di gravidanza.

Cause e fattori di rischio della gravidanza biochimica

Non è chiaro il motivo per cui un embrione smette di svilupparsi durante una gravidanza chimica. A volte l’embrione non s’impianta correttamente nell’utero, e quindi non cresce. Vediamo quali sono le possibili cause e i fattori di rischio, che possono predisporre a una gravidanza biochimica:

  • Anomalie genetiche dell’embrione
  • Problemi di impianto dell'ovulo fecondato nell’utero
  • Alterazioni ormonali o immunitarie della madre
  • Età materna avanzata (35 anni o più)
  • Disturbi della tiroide, diabete, sindrome dell’ovaio policistico
  • Utero di forma atipica
  • Consumo di fumo, alcol e droghe
  • Stress

Sintomi e complicazioni della gravidanza biochimica

La gravidanza biochimica potrebbe presentarsi in forma asintomatica e passare totalmente inosservata. In caso contrario, nella donna potrebbero palesarsi sintomi e segnali di una gravidanza biochimica, quali:

  • Ritardo mestruale
  • Mestruazioni dopo un test di gravidanza positivo
  • Test di gravidanza negativo a poche settimane da un test di gravidanza positivo
  • Mestruazioni abbondanti e dolorose
  • Crampi addominali
  • Sanguinamento vaginale
  • Calo dei livelli di beta-HCG nel sangue o nelle urine

Sebbene questa condizione non comporti nessuna complicazione fisica per la madre, una gravidanza biochimica può avere un forte impatto emotivo e psicologico sulla coppia, tanto da richiedere il supporto di un professionista. Anche se al controllo ecografico non viene riscontrata la presenza dell'embrione, infatti, non significa che la gravidanza biochimica non venga vissuta dalla mamma e dal partner come una vera e propria gravidanza con un finale tragico.

Come capire di aver avuto una gravidanza biochimica

Alcune donne non sapranno mai di aver avuto una gravidanza biochimica, poiché l’aborto precoce è spesso asintomatico e passa inosservato. L’unico modo per scoprirlo è un test di gravidanza positivo per la presenza di beta-HCG nelle urine. In realtà ad un controllo ecografico, il medico constaterà l’assenza di embrione e sacca gestazionale.

Diagnosi e trattamento della gravidanza biochimica

La gravidanza biochimica può essere diagnosticata grazie a un test di gravidanza fai da te o al dosaggio delle beta-HCG nel sangue, in grado di produrre un risultato positivo, che tuttavia non trova riscontro nell’ecografia transvaginale.

La disillusione che ne consegue potrebbe danneggiare la salute mentale della coppia

Per questo tipo di aborto non è previsto alcun trattamento chirurgico (come il raschiamento) o farmacologico, ma solo un controllo medico. Piuttosto, se richiesto dalla donna o dalla coppia, potrebbe rivelarsi utile ricorrere a supporto psicologico. Dopo un test positivo, infatti, si tende a dare per scontato la gravidanza in corso, specie in assenza di precedenti esperienze di aborto. In casi di questo genere, la disillusione che arriva al momento della scoperta della gravidanza biochimica, potrebbe avere ripercussioni negative sulla salute mentale della donna e del partner.

Cosa succede dopo una gravidanza biochimica

Nonostante la gravidanza si sia interrotta, alcuni interpretano la gravidanza biochimica come un segnale positivo, poiché indica la possibilità di rimanere incinta. È probabile, comunque, che il prossimo embrione e quelli successivi s’impiantino e si sviluppino senza problemi, perciò una gravidanza biochimica non preclude la possibilità di rimanere incinta in futuro. Anzi, tante coppie tentano una nuova gravidanza subito dopo l’aborto precoce, dal momento che è potenzialmente possibile tornare a ovulare già 14 giorni dopo una gravidanza biochimica.

Fonti mediche
Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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