Porte sbattute, silenzi improvvisi, la cameretta sempre in disordine e sigillata da un cartello che dice "fuori da qui", risposte nervose, aggressive, tristezza improvvisa e inspiegabile. La preadolescenza dei figli è un periodo molto difficile da sopportare per l'intera famiglia. Con preadolescenza si intende quel periodo che va dai 10 e i 14 anni dei ragazzi, fatto di cambiamenti fisici, ormonali e anche emotivi molto drastici.
Non è semplice mantenere la calma o non farsi vedere sconfortati davanti ai figli che cambiano, quando ancora ci sembrano bambini da proteggere stanno invece diventando uomini e donne in cerca della loro indipendenza, anche da noi. Trattarli come bambini, o al contrario come adulti, sottovalutare le loro richieste di aiuto e arrabbiarsi inutilmente sono alcuni dei 10 errori da non fare con i figli adolescenti.
Trattarli come bambini
In questa fase della vita qualcuno è ancora minuto, a qualcun altro iniziano a crescere i primi peli in volto ma ciò che accomuna tutti i ragazzi durante la preadolescenza è che non si sentono né carne né pesce, talvolta sono piccoli adulti intrappolati in un corpo da bambini, altre vogliono tornare bambini anche se ormai hanno già la voce grossa.
La cosa importante è rapportarci a loro come persone, anche se non ci sentiamo pronti a vederli crescere è inutile negare loro di fare qualsiasi cosa, rimproverarli senza dare spiegazioni o al contrario elogiarli eccessivamente solo perché li vogliamo sereni. I nostri figli in questa fase a volte si atteggiano come adulti, perché hanno bisogno di delineare il loro carattere e la loro personalità. Cerchiamo di non trattarli come bimbi capricciosi, smettiamola di imporre loro il nostro volere, convinti di fare il loro meglio. "Metti la felpa che prendi freddo" non ha più senso dirlo a un ragazzo di ormai 12 anni, magari si prenderà un bel raffreddore e poi imparerà a metterla da solo la felpa.
Trattarli come adulti
I ragazzi preadolescenti alternano fasi in cui si atteggiano da adulti a fasi in cui invece si sentono ancora dei bambini e hanno bisogno di essere coccolati e rassicurati dai genitori. Non tiriamoci indietro, non lasciamoli soli davanti alle incombenze liquidandoli con un semplice "Dai ma ormai sei grande". Potranno sembrarci scontrosi, indisciplinati, arroganti, in realtà stanno solo muovendo i loro passi incerti nel mondo degli adulti, dal quale però talvolta vogliono scappare.
Sottovalutare le richieste di aiuto
Un ragazzo preadolescente, che a scuola proprio non vuole andare, non è solo pigro, magari si trova a dover affrontare delle difficoltà causate dai compagni di classe, potrebbe essere vittima di atteggiamenti che non gli piacciono, e dunque manifestare un totale rifiuto per la scuola.
Potrebbe impegnarsi molto nello studio ma non riuscire ad ottenere risultati o a instaurare un rapporto di stima reciproca con i docenti, per questo è importante indagare gli atteggiamenti dei nostri figli preadolescenti. Nulla è solo un capriccio.
Arrabbiarsi se lui non si piace
Capita molto spesso che durante la preadolescenza i ragazzi e le ragazze non si piacciano, il loro corpo cambia, in alcuni casi si sviluppa molto rapidamente e non rappresenta come loro si sentono. Peli radi sul petto, sotto le ascelle e sul volto, brufoli in ogni dove, qualche chilo in più, diventano un dramma. Quel naso a patata e dalla punta all'insù lascia il posto a lineamenti più marcati ed evidenti ed è facile, a questa età, paragonarsi agli altri. I ragazzi poi sono molto influenzati dai modelli che vedono online, non riescono a comprendere che chi lavora con la propria immagine spesso la migliora con programmi specifici e si sentono in difetto, vogliono essere accettati perché belli, magari ricevono le prime delusioni d'amore e rimandano tutto all'aspetto estetico.
La cosa più importante è evitare di sminuire tutto ciò o di colpevolizzarli dicendo loro che il loro non piacersi è un torto nei nostri confronti che li amiamo per come sono. Evitiamo anche di prenderci gioco di loro, deridendoli per i brufoli, o sgridandoli perché hanno mangiato troppa cioccolata. Cerchiamo di ascoltarli, di valorizzare i loro punti di forza, di ricordargli per esempio cosa il corpo gli permette di fare. Educhiamoli a un corretto e attento uso dei social, spiegando loro che non tutto ciò che vedono corrisponde alla realtà. Facciamo riferimento alle nostre insicurezze, tutti ne abbiamo, a volte nascono dalle parole degli altri, ciò che conta è imparare a guardarsi con occhi amorevoli. Infine educhiamoli all'affettività, spieghiamo loro che l'amore non è fatto di pura e sola estetica.
Fare paragoni con i loro amici
In questa fase iniziano a delinearsi figure come "il più popolare della scuola", "la ragazza che sta più simpatica", e i ragazzi tendono a paragonarsi già a loro, manifestando insicurezze e talvolta invidie, per questo è importante non paragonarli ai loro amici o compagni, per evitare che questi loro sentimenti si sviluppino ulteriormente. Inoltre se diciamo ai ragazzi che già fanno fatica ad accettarsi "guarda Martina come è brava con i suoi genitori", è come se stessimo dicendo loro , che non vanno bene nemmeno a noi.
Non rispettare la loro privacy
Frugare nel loro zaino, leggere il loro diario, chiedere di sapere la password del cellulare, non sono gesti di attenzione nei confronti dei nostri figli ma di mancanza di fiducia.
Ovviamente se sospettiamo che qualcosa non vada o che nostro figlio sia in pericolo e lui non ce ne vuole proprio parlare, è bene intervenire per fare il suo bene, ma in caso contrario, dobbiamo cercare di farci raccontare da lui cosa non va. Trovare delle sigarette nella tasca del giubbotto, arrabbiarci, mettere il ragazzo in punizione, non sarà mai la soluzione, semplicemente gli insegnerà a mettere più lucchetti, chiudere più chiavi e persino la porta della sua stanza, per non farci entrare.
Dare ordini
Un preadolescente non è un bambino, talvolta con i più piccoli sbagliamo e imponiamo la nostra volontà per la loro incolumità. Con un ragazzo preadolescente è importante cercare di instaurare un dialogo fatto si spiegazioni, confronto e scontro. È normale che i ragazzi si mostrino un po' resistenti alle regole in questo periodo della loro vita, hanno bisogno di sapere che esistono dei limiti per capire fino a dove la loro volontà e la loro personalità possano arrivare.
Non ascoltarli
«Un attimo, ora devo fare una telefonata», «Dai ne parliamo dopo», «Non vedi che sono impegnata», capita di essere di corsa e dire queste frasi ai nostri figli. Capita anche di essere molto sbrigativi e liquidarli con pochissime parole, ma non è la cosa giusta. I ragazzi hanno bisogno di essere ascoltati, e noi dobbiamo cercare di farlo, ritagliare tra i nostri impegni il tempo di cui hanno bisogno è importante. Ovviamente non significa rinunciare a noi stessi ma investire in una relazione che spesso in questa fase della vita dei figli è fatta di silenzi.
Negare i problemi che manifestano
Se nostro figlio o nostra figlia inizia a dire che è in sovrappeso e non vive bene questa situazione, oppure che in famiglia si sente stretto e ha bisogno dell'aiuto di uno psicologo, oppure che non vuole fare altro che stare nel letto tutto il giorno, non ha senso negare questi problemi. Risolvere le cose in maniera sbrigativa dicendo frasi del tipo: «Alla tua età io non avevo nemmeno il tempo di pensare a certe cose» non fa altro che sminuirli e non farli sentire compresi. Cerchiamo di accettare innanzitutto il fatto che nostro figlio potrebbe aver bisogno di aiuto e in secondo luogo che quell'aiuto magari noi non siamo in grado di darglielo, mentre qualcuno di esperto e specializzato sì.
Riempirli di attività extrascolastiche
Compiti, ripetizioni, incontri in parrocchia, volontariato, danza, pallanuoto e corso di inglese, se tutte queste attività compongono l'agenda giornaliera di nostro figlio, dobbiamo chiederci se ne è veramente contento.
È molto importante in questa fase della loro vita che i ragazzi facciano movimento e socializzino, ma riempire a dismisura le loro giornate, senza curarci della loro stanchezza e del loro diritto alla noia e al riposo non è certo la soluzione. I ragazzi a questa età hanno le capacità per decidere cosa sono in grado di fare e cosa no e come organizzare le loro giornate.