Provoca più stress andare all'asilo nido o rimanere a casa? Su due piedi la risposta potrebbe apparire scontata, visto che la necessità di passare ogni giorno dall'ambiente domestico a quello del nido ci appare molto meno confortevole che restare nel proprio habitat, tra le attenzioni di mamme e papà. Eppure le cose non stanno proprio così.
Uno studio finlandese ha infatti provato a far luce sulla questione e i risultati sono stati sorprendenti: prendendo come marcatore di riferimento i livelli di cortisolo – il cosiddetto "ormone dello stress" – i bambini che non vanno all'asilo nido e rimangono a casa con nonni o genitori potrebbero essere mediamente più stressati dei coetanei che invece frequentano le scuole per l'infanzia.
L'indagine, condotta da un gruppo di ricercatori dell'Università di Turku, ha preso in esame un campione di oltre 200 bambini nelle fasce di due, tre e mezzo e cinque anni d'età, ai quali sono stati prelevati diversi tamponi di saliva in differenti fasi della giornata e per più giorni consecutivi.
Tale procedura mirava ad osservare le concentrazione di cortisolo nella saliva. Questo ormone viene infatti prodotto dal corpo umano per reagire alle condizioni di stress, determinando l'aumento glicemico nel sangue in modo da fornire maggiore energia all'organismo per far fronte al momento di difficoltà.
Parallelamente ai prelievi di saliva, i ricercatori sottoponevano anche dei questionari ai genitori e al personale degli asili nido per integrare i dati ormonali. L'obiettivo era individuare eventuali correlazioni tra routine, ambiente domestico e livelli di stress.
Dopo il periodo di raccolta dunque, le analisi di laboratorio hanno determinato la presenza di tre gruppi, ognuno dei quali caratterizzato da un diverso livello di cortisolo rilevato lungo le varie fasi della giornata.
Ebbene, il gruppo in cui i valori complessivi risultavano più alti era composto per la grande maggioranza da bambini che godevano della cura domestica. Questi piccoli, inoltre, presentavano in media una maggiore impulsività e le loro madri presentavano più sintomi depressivi rispetto a quelle degli altri due gruppi.
Ma perché i bambini a casa sono più stressati di quelli all'asilo nido? La risposta non è del tutto chiara, così come non è ancora possibile determinare una correlazione certa tra i tanti fattori in causa.
Stando ai primi risultati riportati dagli studiosi – i quali sono però i primi la necessità di aver solamente iniziato a scalfire la superficie della questione – un ruolo determinante potrebbe essere giocato proprio dal fatto che asili nidi e scuole per l'infanzia offrono una routine quotidiana che nel medio-lungo periodo finisce per dare sicurezze e certezze ai piccoli.
La necessità di seguire orari regolari per la sveglia, i pasti e i pisolini sono infatti elementi che forniscono punti di riferimento importantissimi ai bambini, i quali hanno un'età per la quale è decisamente rassicurante consolidare degli schemi che scandiscano la loro quotidianità.
Per non parlare poi dell'aspetto sociale, dato dall'incontro con insegnanti e gli altri bambini. Tutto questo risulta completamente o in parte assente nella vita dei bimbi che rimangono a casa con i genitori.
«È necessaria una maggiore ricerca longitudinale per chiarire i meccanismi alla base dei collegamenti tra questi fattori e una possibile disregolazione del funzionamento dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) di un bambino – conclude lo studio – Ricerche future dovrebbero inoltre stabilire se questa variazione precoce nella regolazione dello stress del bambino abbia una relazione successiva con la psicopatologia o problemi nello sviluppo sociale ed emotivo».