Ad Acireale c'è una scuola in cui i piccoli alunni tra una lezione e l'altra non devono aprire le finestre per cambiare l'aria, perché i loro banchi si trovano proprio nel bosco. Accade in un polmone verde della città in provincia di Catania, che profuma di agrumi, dove da 10 anni si trova l'associazione "A casa di Momo".
Questa meravigliosa realtà nata nel 2013, inizialmente era un piccolo centro ludico-educativo, attualmente a frequentare il micro-nido, la sezione primavera e la scuola primaria parentale che la compongono, sono circa 50 bambini.
Quali sono i benefici della scuola nel bosco?
A differenza che tra i banchi di scuola, fare lezione con i piedi sul terriccio umido e le mani che accarezzano fiori e foglie, permette ai piccoli di toccare con mano quello che apprendono: «La didattica che propone una scuola nel bosco è di tipo esperienziale, i bimbi mettono in pratica quello che apprendono, rispettando ciascuno i propri tempi di acquisizione. In questo modo allenano la loro capacità di concentrazione. L'attenzione del bimbo si rigenera molto più facilmente in mezzo alla natura rispetto che tra 4 mura, o seduto al banco» ci spiega una delle fondatrici del progetto, Stefania Ferrara.
I bimbi poi tra i suoni del bosco, i profumi dei fiori, gli insetti e i bruchi sono molto stimolati, devono adattarsi di continuo, scoprire e imparare ad aspettare. «I bimbi devono trovare soluzioni sempre nuove e creative, anche per far fronte ai cambiamenti fisiologici o stagionali, sperimentando così il loro senso di auto-efficacia, che trovano dentro di sé da soli o quando sono in gruppo», spiega Stefania Ferrara.
Infine nella scuola nel bosco viene posto al centro oltre alla crescita cognitiva del bambino anche il suo sviluppo emotivo: «Permettiamo ai piccoli di fare un percorso di educazione alle emozioni, i bimbi imparano a riconoscerle e a gestirle, sperimentandosi in attività che stanno al di fuori della loro zona di comfort, così diventano autonomi rispondendo ai loro bisogni di avventura e di gioco».
Cosa fanno i bambini durante la giornata?
Alcune attività i bimbi del micronido, della sezione primavera e scuola primaria le fanno insieme, altre invece sono studiate per rispondere alle esigenze delle età e dei piani didattici di ciascuno. «La mattina accogliamo i bimbi all'aperto, qui giocano e poi iniziamo con un circle time che chiamiamo "la rotonda", tutti insieme leggiamo un libro, cantiamo canzoncine e introduciamo l'argomento della giornata».
Le attività della giornata poi sono studiate a tavolino dagli educatori che cercano di rispondere ai bisogni evolutivi dei bambini.
I programmi didattici che i bambini seguono sono quelli ministeriali, alla fine dell'anno devono aver raggiunto gli stessi obiettivi dei loro coetanei che svolgono le lezioni nelle aule. Semplicemente utilizzano dei metodi innovativi che mettono al centro l'esperienza.
«Proponiamo poi laboratori di elettrotecnica e falegnameria, i bimbi usano strumenti che sembrano rischiosi per la loro età, ma in realtà iniziando a maneggiarli fin da piccoli, imparano ad usarli nella maniera più adatta e mettono in pratica ciò che studiano sui libri».
La scuola nel bosco poi ha una libreria fornita di più di 1000 volumi, i temi principali sono la natura e l'ambiente. Gli educatori portano i bimbi fin da piccolissimi in libreria, la scuola infatti aderisce a un progetto di educazione alla lettura che parte dai 12 mesi e permettono loro di comprendere quanto i libri siano preziosi.
L'attenzione è posta anche sulle materie stem, i bimbi arrivano alla primaria appassionati alla matematica, proprio perché hanno avuto modo di impararla tramite il gioco.
Viene curata anche l'alimentazione dei bambini?
L'alimentazione, garantita dal servizio mensa, è curata in modo che i piccoli trovino sulle loro tavole cibi locali e di stagione.Inoltre, viene consegnato ai genitori uno schema di merende.
«3 volte alla settimana devono portare a scuola un frutto fresco, gli altri giorni pane e marmellata o pane e creme spalmabili. L'importante è che siano cibi sani e che non abbiano imballaggi usa e getta di plastica» dice Stefania Ferrara.
I bimbi non sono quasi mai assenti
A differenza che nelle scuole in cui spesso circolano virus, influenze e epidemie, i piccoli che frequentano "A casa di Momo", non sono quasi mai assenti.
«Ovvio, l'influenza stagionale attacca anche i nostri bambini ma difficilmente stanno male in tanti o si assentano per molti giorni. Studi scientifici dimostrano che vivere all'aria aperta già dalla prima infanzia è un toccasana per le difese immunitarie».
I piccoli che frequentano le scuole "A casa di Momo" dunque traggono moltissimi benefici dalle loro lezioni nel bosco e imparano ad amare la natura, a prendersene cura, a rispettarne i tempi e i cambiamenti. Insegnamenti alla base di una cultura che abbiamo dimenticato, basata sul rispetto del pianeta che ci ospita. E che deve essere tramandata ai nostri figli, perché si prendano cura di un mondo che abbiamo lasciato loro un po' acciaccato.
Il parere del pedagogista
Lo stretto rapporto con la natura e con l'esperienzialità vince uno dei grandi miti che da sempre governa la formazione: la centralità dell'insegnante, che porta con sé un effetto collaterale troppo spesso sottovalutato. Parlo della distorsione della dimensione "Tempo", che anziché essere vestita sul bambino, viene oggi contaminata da programmi, scansioni orarie, esigenze degli adulti e da una profonda ed irresistibile tendenza: quella del tutto e subito.
Dov'è finita l'attesa, quella che insegna ad assaporare, anziché ingurgitare? Parliamo di quell'attesa che la natura ci insegna da sempre, quella che ci permetterebbe di vedere il mondo, anziché semplicemente guardarlo. Il punto non è semplicemente "stare" nella natura, il punto è interagirci, osservarla, viverla.
Ecco che l'educatore assume un ruolo importantissimo, quello di chi valida, attraverso la relazione umana, quello che la relazione naturale insegna: disponibilità, cambiamento (lento, ma presente), accoglienza, intelligenza. Si, perché nella scuola del fare non si presta attenzione al perché delle cose, mentre nella scuola dell'essere si osservano le ragioni di tutti e tutto. I bambini sono piccoli per comprendere le spiegazioni a parole, ecco che il ruolo dell'educatore diventa fondamentale senza essere centrale. L'educatore crea le occasioni per farne esperienza. Ecco così che, citando Edgar Morin, andremo a costruire "Teste ben fatte", anziché ben piene.