La nostra è una generazione di sopravvissuti alla spiaggia: protezione solare bassissima e giusto per i primi tre giorni, genitori che col mare agitato urlavano: "I CAVALLONIIIII! TUTTI A MAREEEEE!", giochi gonfiabili con valvole assassine. Solo una cosa era proibitissima: il bagno a stomaco pieno. Potevi fare qualsiasi cosa, rischiare di tutto, ma a pancia vuota.
Il salvagente te lo passavano i fratelli maggiori, ed era una fortuna se restava gonfio per più di dieci minuti, con tutti quei rattoppi. Gli ombrelloni in tessuto puramente sintetico creavano quel microclima perfetto per un collasso, e le scarpette a strisce in plastica ti scavavano la pelle con segni che restavano fino all'adolescenza, mentre la fibbia metallica arrivava a tali livelli per cui l'antitetanica non era un'opzione.
Oggi i nostri figli girano con la protezione totale dal 21 di marzo. In spiaggia hanno costumi che in realtà sono vestiti a maniche lunghe, in tessuto tecnico che rispedisce i raggi UV sulla superficie solare, mentre sguazzano assicurati a tavolette e galleggianti vari in resina, schiuma e rugiada solidificata raccolta dalle fate. Si idratano a intervalli regolari, mentre noi portavamo una bottiglia in plastica da due litri per tutta la famiglia, del tutto inutile perché era un unico blocco di ghiaccio. La mettevi al sole alle 9 del mattino e facevi il primo sorso a mezzogiorno.
Solo una cosa è rimasta uguale: i pianti dei bambini, le urla dei genitori e i "capricci". Hai voglia a dire: "Alla tua età non mi permettevo di fare tutte queste storie!", perché sappiamo che non è così. La spiaggia stanca e, contemporaneamente, invita a lanciare palle sui signori stesi al sole, a schizzare le signore che entrano in acqua con la messa in piega perfetta, a scavare buche e correre spargendo sabbia sui vicini e a litigare con gli altri bambini o con i fratelli.
La spiaggia spinge a boicottare la frutta fresca portata come merenda quando si vorrebbero solo pane e mortadella, spinge a ripetere ossessivamente "Andiamo a fare il bagno, quando andiamo a fare il bagno, quanti minuti mancano al bagno?", perché sono finiti i tempi dei genitori mezzo addormentati mentre i pargoli andavano in acqua da soli. Anche perché adesso verrebbe il bagnino a farti sentire un genitore inadeguato e incosciente, mentre gli eventuali nonni presenti gli darebbero ragione, modificando platealmente gli eventi passati e negando ogni addebito di quelli riportati sopra.
E poi incroci con lo sguardo la famiglia nordeuropea perfetta incontrata sull'autogrill. I figli hanno mangiato una pagnotta a testa con prosciutto, caciotta e sottolio, e vanno subito a lanciarsi in acqua. E tu, che quello aspettavi, di coglierli in fallo, diventi tua madre e pensi con sadismo, soddisfazione e spirito di vendetta: "Fanno fare il bagno ai bambini durante la digestione, è scandaloso!"