Negli ultimi anni – anche in seguito a lettere di singoli insegnanti o lamentele da parte di comitati di genitori – si è accesa una vivace discussione riguardo ai compiti delle vacanze e alla loro obbligatorietà in Italia, così come attorno alla loro effettiva efficacia.
Molti genitori, insegnanti e studenti si sono interrogati sul ruolo di queste assegnazioni extra nel contesto scolastico e sulla loro validità pedagogica e didattica, siano essi quelli assegnati durante le ferie estive, pasquali o natalizie (così come quelli "semplici", pomeridiani, durante tutto l'anno scolastico).
Ma cosa dice effettivamente la legge italiana a riguardo?
La normativa
In realtà, non esiste nessuna norma che regola l'assegnazione dei compiti a casa, che si tratti di quelli delle vacanze oppure di quelli normali, quotidiani.
Secondo la legge e secondo le disposizioni del Ministero dell'Istruzione, sta a ogni istituto scolastico organizzare lezioni e didattica secondo le proprie esigenze (in accordo con le linee guida generali e i programmi annuali che devono essere coperti).
La questione è quindi lasciata in gran parte alla discrezionalità delle singole scuole e degli insegnanti e delle insegnanti. Pertanto, le politiche scolastiche riguardanti i compiti estivi possono variare considerevolmente da istituto a istituto.
La scelta della dirigenza
La scelta arriva, quindi, dalla dirigenza di ogni singola scuola. Ed è proprio la decisione presa in alto a valere come regola.
Come spiegano da La Legge Per Tutti,
Se un dirigente scolastico decide che gli alunni del suo istituto devono godersi il tempo libero senza pensare a libri, esercizi o ripassi di ogni genere, gli insegnanti non potranno stabilire singolarmente il contrario: in questo caso, l’alunno sarebbe autorizzato a non consegnare i compiti a settembre (se si tratta delle vacanze estive). Viceversa, se si decide di dare i compiti per i mesi da giugno a settembre, l’alunno che si presenta con il libro in bianco o che, comunque, non ha completato il lavoro che gli è stato richiesto potrebbe avere una valutazione negativa.
I compiti nel weekend
Leggermente diverso è invece il discorso riguardante i compiti a casa del fine settimana. A valere, in questo caso, è una vecchia circolare del Ministero dell'Istruzione (addirittura del 1969) che indicava come "agli alunni delle scuole elementari e secondarie di ogni grado e tipo" non debbano venire assegnati "compiti scolastici da svolgere o preparare a casa per il giorno successivo a quello festivo".
Nel mirino, quindi, ci sono i compiti assegnati per il lunedì, che è il giorno immediatamente successivo al giorno festivo, così come quelli che vengono assegnati per tutte le giornate che cadono subito dopo un giorno di festa.
In realtà, quella circolare è stata poi rivista e aggiustata. Oggi gli insegnanti e le insegnanti possono assegnare compiti nel weekend o per il lunedì, se si è in prossimità di scrutini ed esami oppure se il programma non è stato ancora completato.