La pedagogia cambia di decennio in decennio, di secolo in secolo, e i metodi educativi parlano molto bene della società che li applica. Diventa quindi molto interessante, oltre che utile, conoscere i più importanti pedagogisti e le più importanti pedagogiste: è a loro che dobbiamo le teorie pedagogiche ed educative alla base della scuola e dell'educazione familiare.
La pedagogia, infatti, è una disciplina che ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della società moderna. Grazie alle idee e alle teorie dei grandi pedagogisti non abbiamo solo strumenti per gestirli ed educarli, ma anche una comprensione più profonda della natura umana.
Non solo Maria Montessori e John Dewey: ecco i più rilevanti pedagogisti e le più importanti pedagogiste di tutti i tempi, con le loro teorie e ciò che hanno concretamente lasciato alla società. Perché educare i bambini e le bambine significa costruire le comunità del futuro.
John Locke
Il filosofo John Locke (1632-1704) è stato uno dei primi pedagogisti ad affrontare la questione della natura umana. Secondo Locke, l'essere umano nasce come una "tabula rasa" o una "tavoletta vuota" e l'esperienza è ciò che determina il suo sviluppo. La sua teoria dell'empirismo sottolinea l'importanza dell'esperienza come mezzo di apprendimento e di sviluppo. Locke sostiene che l'educazione dovrebbe essere basata sull'esperienza e sull'osservazione, piuttosto che sulla teoria.
Jean-Jacques Rousseau
Secondo Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) l'essere umano nasce buono: è la società a corromperlo e a comprometterlo.
L'educazione, nella sua teoria, dovrebbe dunque mirare a mantenere la naturalezza del bambino, piuttosto che a modellarlo secondo i valori della società. La sua teoria dell'educazione naturale sottolinea l'importanza di fornire ai bambini un ambiente incontaminato che consenta loro di esplorare il mondo in modo libero e spontaneo. Ecco perché il ragazzo o la ragazza che deve ricevere l'educazione dovrebbe farlo lontano dalla società.
Friedrich Fröbel
Educatore tedesco e fondatore del movimento dei "Kindergarten", i giardini d'infanzia, Friedrich Fröbel (1782-1852) è considerato uno dei pedagogisti più influenti del XIX secolo. Il suo metodo educativo ha avuto un impatto profondo sull'educazione dei bambini in tutto il mondo.
Fröbel credeva che l'educazione dovesse essere incentrata sull'individuo e sulla sua esperienza diretta con il mondo che lo circonda. In particolare, credeva che l'infanzia fosse un periodo critico nello sviluppo dell'individuo e che i bambini dovessero essere stimolati a sviluppare le loro capacità naturali attraverso il gioco e l'esperienza diretta.
Il metodo educativo di Fröbel si basa sull'idea di un ambiente educativo organizzato intorno a una serie di giochi didattici che permettono ai bambini di esplorare e scoprire il mondo che li circonda. Questi giochi didattici includono la manipolazione di materiali come il legno, il tessuto e la carta, e la creazione di oggetti con le proprie mani. Questi giochi sono progettati per stimolare la creatività e l'immaginazione dei bambini, e per permettere loro di sviluppare le loro capacità motorie e cognitive.
Donald Winnicott
Donald Winnicott (1896-1971) è stato un famoso pediatra e psicoanalista inglese che ha lavorato a lungo con i bambini e le loro famiglie. Teorico della psicoanalisi infantile, ha sviluppato una serie di concetti che hanno avuto un forte impatto sulla teoria e sulla pratica della psicoterapia.
Winnicott ha sottolineato l'importanza del rapporto madre-bambino durante la prima infanzia, definendo la madre come "il buon oggetto". Secondo Winnicott, la madre svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo psicologico del bambino, fornendo un ambiente sicuro e protettivo in cui il bambino può sviluppare un senso di sicurezza e di fiducia nel mondo.
Suo è anche il concetto di "spazio transizionale", ovvero un luogo intermedio tra la realtà interna del bambino e quella esterna, in cui il bambino può esplorare e sperimentare il mondo in modo sicuro e creativo. Questo spazio transizionale è rappresentato da oggetti di transizione, come il peluche preferito o una coperta, che forniscono un senso di comfort e di continuità quando il bambino si allontana dai genitori.
La sua teoria dei genitori sufficientemente buoni è quella che ha trovato più validità: resta ancora oggi molto rilevante in pediatria e psicologia.
Maria Montessori
Pedagogista, medica ed educatrice italiana, Maria Montessori (1870-1952) è nota soprattutto per il metodo di insegnamento che porta il suo nome: il metodo montessoriano. Il suo approccio pedagogico innovativo si basa sull'idea che i bambini siano capaci di apprendere e di svilupparsi in modo autonomo, se gli si offrono un ambiente adeguato e strumenti adatti al loro livello di sviluppo.
Montessori ha studiato medicina e si è interessata alla pedagogia, concentrandosi soprattutto sull'educazione degli individui con disabilità e sui metodi per aiutarli a svilupparsi. Nel 1907 ha aperto la prima "Casa dei Bambini", un asilo nido dove ha applicato il suo approccio pedagogico.
Il metodo Montessori si basa sull'idea che i bambini hanno bisogno di libertà e di autonomia per poter sviluppare la loro creatività e la loro personalità. L'ambiente scolastico deve essere progettato in modo da fornire ai bambini gli strumenti e le attività adeguate al loro livello di sviluppo, e gli insegnanti devono agire come osservatori e facilitatori del processo di apprendimento, anziché come fonti di conoscenza.
John Dewey
John Dewey (1859-1952) è stato un filosofo, psicologo e pedagogista americano, considerato uno dei più importanti teorici dell'educazione del XX secolo. Il suo pensiero si basa sull'idea che l'educazione debba essere un'esperienza attiva e significativa, in cui gli studenti siano coinvolti attivamente nel processo di apprendimento.
Dewey credeva che l'apprendimento dovesse essere basato sull'esperienza diretta, in cui gli studenti siano esposti a situazioni concrete e possano imparare attraverso l'azione e la riflessione. In questo modo, l'apprendimento non sarebbe un processo passivo, ma attivo e coinvolgente.
Il suo pensiero è molto importante anche per la democrazia: è stato tra i primi a teorizzare l'essenzialità dell'educazione e dell'alfabetizzazione per la costruzione di una società equa e democratica.
Emmi Pikler
La pediatra ungherese Emmi Pikler (1902-1984) è una delle figure più importanti nel campo dell'educazione infantile e dello sviluppo del bambino. È nota soprattutto per il suo approccio pedagogico basato sulla fiducia nel processo di sviluppo naturale dei bambini e sulla centralità del gioco libero (simile, in qualche modo, dal metodo di Montessori). Negli anni Quaranta Pikler fondò il Lóczy Institute a Budapest, un orfanotrofio che diventò il centro delle sue ricerche e dei suoi studi sull'educazione infantile.
Uno degli aspetti distintivi del metodo Pikler è l'importanza attribuita al movimento libero e al gioco spontaneo nei bambini (che confluisce nel triangolo di Pikler).
Erik Homburger Erikson
La teoria pedagogica di Erik Homburger Erikson – psicologo e psicoanalista tedesco naturalizzato statunitense noto soprattutto per la sua teoria dello sviluppo psicosociale – si basa sull'idea che l'identità personale sia il risultato di un processo continuo di sviluppo, che si estende dall'infanzia all'età adulta. Egli identificò otto stadi di sviluppo psicosociale, ognuno caratterizzato da una crisi psicologica specifica che deve essere risolta per progredire verso lo stadio successivo.
Ad esempio, il primo stadio, che va dalla nascita all'età di un anno, è caratterizzato dalla crisi della fiducia contro la sfiducia. In questo stadio, il bambino deve sviluppare un senso di fiducia di base nel mondo e nelle persone che lo circondano. Se i suoi bisogni di base non sono soddisfatti o se viene trattato con incoerenza, potrebbe sviluppare un senso di sfiducia nei confronti del mondo.
Jean Piaget
Lo psicologo svizzero Jean Piaget ha sviluppato la teoria dell'apprendimento e della crescita cognitiva. La sua pedagogia è importante perché ha rivoluzionato la comprensione dell'apprendimento e ha contribuito a sviluppare nuovi metodi di insegnamento.
La teoria di Piaget si basa sull'idea che l'apprendimento avviene attraverso una serie di stadi, ognuno dei quali ha un livello di complessità crescente. Inoltre, ha dimostrato che i bambini non sono semplicemente "piccoli adulti", ma hanno modi unici di pensare e di apprendere che devono essere considerati quando si progettano programmi educativi.
Vygotskij Lurija
Definito il "Mozart della psicologia", Vygotskij ha sviluppato la teoria che l'intelligenza abbia origini sociali e ha studiato i rapporti tra lo sviluppo e l'apprendimento. Lo studioso pone l'accento sull'ambiente sociale, piuttosto che fisico, sottolineando l'insieme di cultura e interazioni. Il bambino non è pensato come un organismo che opera nel vuoto, ma come una mente sociale. Come Piajet, ritiene che lo sviluppo proceda per stadi, ma allo stesso tempo non li identifica perché ritiene che siano relativi all'ambiente di appartenenza.
Definisce "Zona di sviluppo prossimale" la distanza tra ciò che il bambino sa svolgere autonomamente e quello che potrebbe potenzialmente svolgere con l'aiuto di un adulto.